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mercoledì, Aprile 24, 2024

Vuoto a rendere, l’iniziativa di Peroni per salvare l’ambiente

Peroni è il sinonimo della birra italiana, con Marina Manfredi, Marketing Manager Peroni e Mainstream Brands, abbiamo cercato di ripercorrere le tappe fondamentale di questa lunga storia fatta di successo. Oggi l’azienda presenta il suo nuovo progetto delle bottiglie vuoto a rendere, cercando di dare il proprio contributo verso la sostenibilità ambientale. Una svolta green che segna una tappa fondamentale verso il futuro dell’azienda.

La Peroni ha una lunga storia alle spalle, ci può riassumere i momenti fondamentali di questo processo evolutivo che dal 1846 arriva al 2020?

La storia di Birra Peroni è da 175 anni legata a doppio filo alla storia e alla tradizione del nostro Paese, una storia fatta di qualità, sostenibilità, tradizione e passione. Nasce nel 1846 a Vigevano quando Francesco Peroni avvia una piccola fabbrica di birra che nel 1864 viene affiancata da una seconda fabbrica a Roma. All’inizio del ‘900, l’unione di birra e ghiaccio facilita una diffusione capillare del marchio Peroni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, che ovviamente ha portato una brusca frenata a produzione e consumi, il 1950 è l’anno del grande boom, e vengono progettati, da un grande studio americano, i nuovi stabilimenti di Bari, Roma e Padova, su un nuovo modello che rivoluziona logistica e organizzazione. In questi anni la rete distributiva di Peroni conta oltre 400 ditte concessionarie, di cui 14 dotate di impianti di imbottigliamento. Nel 1963 fa il suo ingresso sul mercato Nastro Azzurro, una delle birre più amate dagli italiani. La fine degli anni Sessanta segna l’inizio del mito della bionda Peroni, che nasce nel 1967, da una idea di Armando Testa, con il mitico motto “Chiamami Peroni sarò la tua birra”. Tra gli anni Settanta e gli anni Novanta Birra Peroni continua a investire sugli impianti e diviene veicolo del made in Italy nel mondo e ambasciatrice dell’Italian style. Tra il 2003 e il 2005 Birra Peroni entra a far parte del gruppo SABMiller plc, il secondo produttore mondiale di birra, diventando così definitivamente un’azienda globale. Oggi Birra Peroni fa parte del Gruppo Asahi con oltre 750 dipendenti, 3 stabilimenti e una produzione annua di oltre 6 milioni di Ettolitri di cui oltre 2 vengono esportati.

Le bottiglie Uni rappresentano un modo per contribuire alla sostenibilità ambientale, come funziona il vostro vuoto a rendere?

Tutte le bottiglie vuoto a rendere vengono prodotte nello stabilimento di Bari, dove c’è una linea produttiva interamente dedicata al vuoto a rendere. Le bottiglie dopo il reso vengono trattate e sanificate e possono essere poi riutilizzate fino a 15/18 volte.  Per il pieno successo di questa iniziativa è davvero necessaria la collaborazione di tutti, perché restituire una bottiglia di vetro possa diventare un gesto di responsabilità, per un processo che non solo tuteli l’ambiente ma agisca anche sul modo in cui viviamo ogni giorno, decidendo di farlo responsabilmente. Basta davvero poco.

Pensa che i consumatori siano sensibili al tema ambientale? Riusciranno a dare il loro contributo?

Da ultimi studi sappiamo che gli Italiani sono sempre più sensibili rispetto ai temi ambientali, 9 italiani su 10 ritengono infatti che la difesa dell’ambiente sia uno dei valori più importanti per la nostra società, e la crescente attenzione alla sostenibilità incide e, molto spesso modifica, i comportamenti d’acquisto dei consumatori divenuti sempre più esigenti e consapevoli del proprio ruolo. I consumatori stanno adottando uno stile di vita sempre più green, complice anche la pandemia. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, infatti, hanno mostrato ancora più attenzione alla sostenibilità ambientale dei prodotti che scelgono di mettere sulla propria tavola incrementando di quasi il 30% gli acquisti sostenibili ed ecofriendly, rispetto al periodo precedente alla pandemia.

Quali sono le altre politiche aziendali in tema di sostenibilità che avete deciso di adottare?

La sostenibilità è sempre stata al centro delle nostre strategie e integrata e trasversale al nostro business. Sostenibilità per noi è l’impegno per la crescita, il miglioramento e lo sviluppo socio-economico delle comunità in cui operiamo e delle imprese che sostengono la nostra filiera, dalla terra alla tavola. La sostenibilità è anche la nostra responsabilità sociale d’impresa, l’uso consapevole delle materie prime, il legame con il territorio e il consumo responsabile dei nostri prodotti. Inoltre, in linea con la strategia di gruppo, stiamo lanciando un nuovo framework della sostenibilità, Legacy 2030, con i nostri obiettivi e ambizioni da qui a 10 anni che rappresenta il nostro contributo agli SDGs (Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite.

La pandemia ha determinato ripercussioni sul vostro business?

La pandemia ha generato sul nostro business un calo dei volumi del 15% – dovuto al blocco del canale Horeca – e ha accelerato la tendenza ad una polarizzazione dei consumi tra chi continua a preferire prodotti premium e chi invece cerca il risparmio. In questi mesi, soprattutto durante i lockdown, c’è stato un grande ritorno al consumo di prodotti Made in Italy ed è aumentato il trend del well-being degli ultimi anni. Abbiamo inoltre notato che una tendenza da parte del cliente ad andare verso un’ottimizzazione e riduzione dell’assortimento, con uno spirito più critico. Nel lungo periodo siamo sicuri che si registrerà la spaccatura e il consumo si riallineerà a dinamiche legate anche alla sperimentazione di prodotti internazionali.

Stiamo rilevando inoltre, anche a causa delle forti restrizioni nel canale Horeca, una forte tendenza a consumare birra in bottiglia e questo sta impattando notevolmente sia le nostre politiche commerciali sia i nostri processi produttivi. Stiamo vedendo anche una buona opportunità sull’evoluzione del consumo di lattine, le quali garantiscono una grande flessibilità distributiva sia sull’home delivery sia sull’asporto. La vera sfida sarà la distribuzione della bottiglia, garantendo una buona profondità di assortimento ai punti vendita e di conseguenza un’offerta completa per il consumatore finale. Quello che sicuramente ha insegnato a tutti i settori e tutte le imprese è che tutti dobbiamo investire in un valore sostenibile nel tempo all’interno di uno scenario esterno in continua evoluzione

In questo periodo di instabilità sanitaria ed economica avete deciso di intraprendere delle strategie differenti?

Siamo fortemente convinti che, in questo momento di difficoltà, la filiera deve essere sostenuta da tutti i suoi attori e proprio per questo fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ci siamo attivati, non solo con i nostri dipendenti, ma anche con gli operatori del mercato, in progetti e attività a supporto di tutta la catena del valore. Le partnership e i forti legami sul territorio con tutti gli attori della filiera sono sempre stati la nostra forza e quello in cui crediamo. È per questo che abbiamo immediatamente attivato, dai primi giorni della pandemia, sia aiuti economici e soluzioni fiscali a supporto dei distributori del canale, sia lanciato con i nostri main brand campagne a supporto della filiera e delle comunità nelle quali operiamo. Tuttora stiamo lavorando con gli operatori del settore per supportare il canale Horeca che ha subito le principali conseguenze e per il futuro stiamo studiando nuove iniziative, sempre con l’obiettivo di sostenere la ripartenza del settore e supportare l’intera filiera.

Il futuro in Peroni avrà un valore più “green”?

Continueremo ad impegnarci per un futuro più sostenibile sotto tutti i punti di vista e anche in termini di sostenibilità ambientale non mancherà il nostro impegno per ridurre l’impatto delle nostre produzioni e dei nostri packaging nel rispetto dell’ambiente in cui operiamo.

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