Vacanza per il corpo e la mente allo Zahir Country House a Noto

L’estate è alle porte, la voglia di evadere (in tutti i sensi) si fa sentire e il richiamo del mare è irresistibile. In Italia, la Sicilia è senza dubbio tra le mete più amate e i suoi profumi e colori restano impressi a lungo nella memoria del visitatore. Straniero, ma anche italiano, ed è soprattutto su quest’ultimo che il settore alberghiero nazionale dovrà contare, almeno per la prossima estate. A breve distanza da Noto, l’elegante Zahir Country House si prepara a vivere la sua terza stagione inaugurando, a partire dall’1 giugno, il ristorante Donna Patrizia allo Zahir. Ce ne parlano Alessia Montani, proprietaria insieme a Luigi Grasso dello Zahir Country House e Giuseppe Catanese, chef del Donna Patrizia allo Zahir.

Alessia, qual è il concept dello Zahir Country House?

Lo Zahir Contry House è un albergo molto rispettoso del territorio e della campagna circostante, si trova a Eloro, una contrada tra Noto e Vendicari, in particolare tra la campagna e il mare di Eloro che è la prima spiaggia della riserva naturale di Vendicari. Gli spazi dello Zahir hanno una forte contaminazione artistica, essendo noi collezionisti d’arte; ogni stanza è diversa dall’altra e prestiamo molta attenzione alla biodiversità e sostenibilità. Lo Zahir Country House, infatti, si trova all’interno di un parco denominato “Il Parco dell’Anima”, dove si incontrano opere d’arte ispirate al rapporto tra uomo e natura. Insieme alla riscoperta delle varietà vegetali vengono fatte scoprire ai nostri ospiti le antiche semenze del nostro Paese, in particolare i grani antichi siciliani, ricchi di fibre e poveri di glutine. Vogliamo recuperare le antiche colture a anche la vecchia cultura, quella tradizionale, come ad esempio la lavorazione all’uncinetto in modo innovativo; le artiste dello studio Aracne hanno realizzato per noi un’istallazione all’uncinetto, legata al concetto di recupero. Anche in cucina, lo chef Giuseppe Catanese si è ispirato alla tradizione culinaria per i suoi piatti, rivisitandoli però in chiave innovativa con preparazioni come il pane di cristallo.

L’1 giugno aprirete per dare il via alla terza stagione..

Lo Zahir Country House ha avuto la sua prima apertura nell’estate del 2019, il 2020 è stata una stagione a metà e in questa confidiamo per una ripartenza al completo, apriremo anche il ristorante non solo per gli ospiti dell’albergo, ovviamente solo su prenotazione. La struttura ha 10 stanze suddivise tra le varie categorie: suite, junior suite, deluxe e due camere con piscina privata. Naturalmente abbiamo anche una piscina aperta a tutti gli ospiti dell’albergo e, da quest’anno, sarà presente un beauty center per trattamenti di bellezza sia interna che esterna, utilizzando tecniche olistiche.

Qual è invece la capacità del ristorante?

La struttura ha la capacità di contenere anche duecento persone, ma noi abbiamo voluto aprirci solo a venticinque o al massimo trenta coperti. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere la vera Sicilia, offrendo un turismo esperienziale attraverso itinerari alternativi per scoprire il lato più autentico di questa isola.

Chef Catanese, quale tipo di cucina gusteremo allo Zahir?

La cucina sarà legata al territorio ma in chiave moderna, i piatti partono dalla tradizione per essere rielaborati dalla fantasia dello chef, valorizzando i prodotti di questa Terra, come i grani antichi. Ci approvvigioniamo dai produttori locali, in pratica la nostra è una spesa a km zero. Il ristorante, aperto dall’1 giugno si chiamerà Donna Patrizia allo Zahir e il nome deriva da quello del mio ristorante a Rosolini, che trasferirò qui.

Come mai questa decisione?

Il mio ristorante è aperto da undici anni, poi ho conosciuto Alessia, che con la sua passione per l’arte, unita alle sue idee mi ha coinvolto ed ho deciso di condividere in pieno il suo progetto.

Ci può svelare qualche anticipazione?

Il ristorante avrà sicuramente uno spazio all’aperto vicino alla piscina e al cortile dell’albergo. Ci sarà anche un bar per gli aperitivi, legati sempre alla tradizione, utilizzando il ciliegino e il cavolo vecchio abbinati a cocktail speciali. I piatti sono, come dicevo, legati alla tradizione e alla stagionalità dei prodotti, lasciando l’integrità dei sapori, evitando di aggiungere pepe e peperoncino, con poco sale. “Tenerezze della nonna” è un piatto legato alla mia famiglia, per metà siciliana e per l’altra metà pugliese, a base di gnocchi di patate, germogli di zucca, qui chiamati teneruma e vongole. La nostra sarà una proposta principalmente di mare, anche perché avendo vissuto per molto tempo a Bari, mi sento legato alla cucina di pesce, ma non mancheranno anche proposte di terra. Un altro piatto in cui mi identifico è “L’invasione inversa” con ingredienti tipici siciliani e il salmone affumicato; la chiave di lettura è proprio il salmone, che rappresenta i popoli che hanno invaso la Sicilia, che io ho a mia volta invaso con prodotti del territorio come la panella palermitana, una marmellata di agrumi della piana di Catania, un vino cotto di Carrube, un formaggio di capra girgentana. Insomma, una rivalsa del territorio.

Chef Giuseppe Catanese

Per la carta dei vini su quali tipologie siete orientati?

Ci stiamo attrezzando, utilizzando principalmente vini locali e regionali anche per il metodo classico. Ci saranno sicuramente delle etichette nazionali e internazionali, ma puntiamo tanto sul territorio.

E la pasticceria?

Abbiamo una ragazza pasticcera e anche in questo settore rivisitiamo il territorio. Un esempio è “Terra mia”, fatta con crema di ricotta che viene posta alla base del dolce, ricoperta da una polvere di cialda di cannoli, amaretti catanesi e cacao amaro di Modica, il tutto accompagnato da un gelato al carrubo e cioccolato di Modica al peperoncino.