Olio Tamia, tradizione e innovazione Made in Tuscia

L’olio oggi non è solo tradizione, non è solo territorio, ma è soprattutto ricerca e innovazione. Ne è convinto Pietro Re titolare e voce dell’Olio Tamia, un prodotto che sta diventando simbolo della Tuscia e di una cultura profonda di questi luoghi. L’azienda guidata con passione da Pietro Re, nasce nel 1928 dai fratelli Sergio e Sante Delle Monache, un’azienda agricola votata alla zootecnia, alla coltura di ortaggi e all’olivicoltura, con un’attenzione particolare alla ricerca di nuove tecniche di coltivazione, potatura e concimazione, per le quali si avvaleva della collaborazione di diversi esperti ed istituti di ricerca. Questa attenzione verso la ricerca è stata sempre comune denominatore di tutti i loro prodotti che dalla fine degli anni ’20 arrivano fino ad oggi.

Pietro Re ha una sua idea sull’olio: “per me l’olio è come il vino, nel senso che va seguito dalla pianta alla bottiglia, compreso, trasformato in un prodotto di qualità. Per fare questo c’è bisogno di seguire il frutto prima, la lavorazione e il prodotto finale in tutte le sue fasi, proprio come fa l’agronomo in vigna e l’enologo in cantina. Anche noi seguiamo questa strada, pronti a risolvere i punti critici, selezionare il meglio dalla raccolta e applicando i nostri protocolli. Ricerchiamo l’eccellenza, per noi non è solo un obiettivo, ma uno standard preciso che ci siamo imposti”.

Il territorio è eredità di una qualità riconosciuta nel mondo come quella della Tuscia, patria dell’antico popolo Etrusco. È qui, nelle immediate vicinanze di Vetralla, che si trovano i 20 ettari abitati dagli oltre 2500 ulivi tra Canino, Frantoio, Leccino, le varietà più diffuse nella Tuscia, e del Moraiolo e del Maurino. Sono queste le cultivar che danno vita ad un Olio Extravergine di Oliva dal gusto ricco e unico, che ci facciamo raccontare direttamente da chi lo produce.

“Gli oli extravergini di oliva Tamía sono prodotti secondo severi canoni di qualità, salubrità, sostenibilità e tracciabilità, in alcuni aspetti superiori a quelli imposti dalle certificazioni di Agricoltura biologica e DoP Tuscia. Assaggiandoli, è possibile scoprire odori e sapori impensati, come le note gradevoli di amaro e piccante, dovute all’elevata concentrazione di polifenoli, potenti antiossidanti “allunga-vita” e le note aromatiche, prima fra tutte quella di erba fresca appena falciata, accompagnata da carciofo, pomodoro verde, menta, cicoria, mandorla, basilico o mela verde, che si alternano e cambiano di intensità per effetto delle cultivar con cui le diverse varietà di olio vengono prodotte e dall’andamento climatico delle stagioni”.

Alla qualità della produzione si affianca anche un’altra questione a cui Piero Re sostiene con forza: “è necessario aumentare la cultura dell’olio su tutti i livelli. I cultori della materia non devono essere solo i produttori, ma soprattutto chi utilizza l’olio, dalla cucina di casa alle cucine dei grandi ristoranti. Negli ultimi anni c’è più attenzione e sensibilità verso l’olio, che anche in questo caso come il vino va saputo spiegare, degustare, comprendere per poi poterli anche vendere. Se pensiamo alle carte dell’olio, che cominciano a vedersi in alcuni ristoranti, queste si basano sullo stesso concetto delle carte dei vini attraverso cui il sommelier ti guida fino alla scelta finale”.

Olio Tamia ha 3 linee di extravergini, volute per una scelta precisa e pensate, prodotte e imbottigliate per soddisfare i consumatori più esigenti. E la conservazione del prodotto finale diventa l’ultimo capitolo da non sottovalutare, dai materiali usati fino allo stoccaggio tutto deve partecipare al risultato finale di eccellenza e al mantenimento dello standard.

Ma facciamoci raccontare direttamente da Pietro Re quali sono i suoi prodotti: “C’è il Tamía Green, il nostro primo extravergine di oliva ad essere estratto, a metà ottobre, da olive di cultivar Maurino 100% biologico, caratterizzato da un fruttato intenso dal sapore decisamente erbaceo con note armoniche di piccante e amaro. Poi c’è il Tamia Gold, l’olio extra vergine di oliva tipico del territorio della Tuscia, composto da Leccino 50%, Frantoio 40%, Maurino 10% sempre bio. Fruttato intenso, al gusto presenta sensazioni armoniche di piccante e amaro, accompagnate da lunghe note aromatiche erbacee e di olive appena colte. E infine il Tamìa Iron è l’olio extravergine di oliva biologico 100% Canino, cultivar autoctona del territorio viterbese, che conserva la tradizione e i profumi della Tuscia. Fruttato medio/intenso, dal gusto tipico di oliva fresca, con note armoniche e ben equilibrate di piccante e amaro.

Sapori e qualità riconosciuti anche all’estero, in molti paesi dove l’Olio Tamia è arrivato (USA, UK, Belgio, Giappone, Hong Kong, Dubai) e viste anche le nomination in diversi concorsi internazionali. Assaggiandoli, è possibile scoprire odori e sapori impensati, dovute all’elevata concentrazione di polifenoli, potenti antiossidanti “allunga-vita” e delle note aromatiche, prima fra tutte quella di erba fresca, del carciofo, pomodoro verde, menta, cicoria, mandorla, basilico o mela verde, che si alternano e cambiano di intensità in base alle cultivar e all’andamento climatico delle stagioni.

L’olio finora qui raccontato è la combinazione di una lunga tradizione del territorio e allo stesso tempo di voglia di innovare, di stare al passo con i tempi. Un olio che deve essere secondo Pietro Re: “sempre più riconoscibile, sempre più di qualità anche quando si parla di prodotti per l’horeca su cui l’azienda sta lavorando cercando di confezionare un buon prodotto, senza difetti, fatto a norma e che non sia al prezzo più basso come siamo abituati a vedere”.

Alla fine di questa quarantena cosa cambierà?

Il lockdown ha bloccato i mercati e la filiera. Ma quando riaprirà l’horeca sarà la metodologia di consumo che cambierà, nella ristorazione dobbiamo lavorare e puntare sulla diffusione delle carte dell’olio e poi ci sarà la necessità del monouso. Questo va ripensato, riformulato nel pack e garantito anche nella sua qualità. Si aprirà un capitolo nuovo. Come si può intuire l’olio deve essere per forza un prodotto contemporaneo.