CAFFE’ DELL’OPERA DI ROMA: creatività e gusto firmati Marzapane

Potremmo essere a Vienna, ma mancherebbe qualcosa, potremmo essere a Londra, ma mancherebbe lo stesso qualcosa, potremmo addirittura essere a Parigi, eppure, come in qualsiasi altra parte del mondo mancherebbe comunque qualcosa. Siamo a Roma e anche se io sono un romano scettico della vivibilità di una metropoli, Roma ha sempre qualcosa in più rispetto alle altre; anche se così non è se parliamo di quella tanto indispensabile accoglienza associata a uno dei simboli universali della cultura di un paese: il teatro.

Vienna, come Parigi e Londra per esempio, hanno un Teatro dell’Opera meraviglioso e noi a Roma ne abbiamo uno altrettanto meraviglioso, ma a differenza dell’Wiener Staatsoper, dell’Opéra national e della Royal Opera House, sempre per esempio, nel nostro potrebbe mancare qualcosa: un Restaurant Caffé capace di essere un vero valore aggiunto non solo per chi frequenta il teatro, ma anche per una clientela trasversale cui piacerebbe godersi la meraviglia degli spazi attinenti.

teatrodellopera

In realtà al Teatro Dell’Opera di Roma un Caffè c’è e (per ora) rinnovando e completando l’offerta ha deciso di scommetterci Marzapane (rinomato ristorante romano), facendo le cose per bene e avvalendosi della cucina di Alba Esteve Ruiz; così dopo più di un anno di burocrazia, quindi, anche nel nostro Teatro grazie ad Angelo e Mario si può mangiare bene. La cucina è come detto quella dello chef Alba Esteve Ruiz e il concept culinario è quello di offrire un menù legato alla tradizione italiana, fusa con delle tipiche (di Alba) contaminazioni spagnole; il risultato è un’offerta creativa, gustosa e accessibile a ogni tasca nonostante l’utilizzo di materie prime fresche e di alta qualità. Ottima location, piatti sfiziosi e prezzi accessibili, che manca?

Forse, la continuità; non quella necessaria ad assicurare un servizio sempre all’altezza, ma quella temporale e qui sta la spiegazione di tutti i “per ora” usati finora.

Se facendo i conti con Roma nelle altre città del mondo manca sempre qualcosa, a Roma manca sempre qualcosa quando fa i conti con se stessa. Angelo e Mario hanno investito e vorrebbero investire ancora, ma forse la rete burocratica della Capitale farà sbarazzare i tavoli per l’ultima volta a settembre, con la fine della stagione estiva. Sarebbe un peccato; per il Teatro dell’Opera, per Roma, per chi avrebbe potuto contare su un posto affidabile in una zona forse povera di affidabilità, sarebbe un peccato per i turisti di passaggio e per chi ci sarebbe tornato volentieri anche d’inverno, come me.

In attesa dei risvolti, comunque, un altro filetto di rombo con finocchi, arance amare e olive, non me lo leva nessuno.

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