L’ultimo appuntamento della rubrica We Love Tasting prima della pausa estiva ci porta in Liguria, precisamente nei Colli di Luni. Intervistato speciale è Diego Bosoni di Cantine Lunae, azienda con alle spalle oltre 50 anni di storia vissuti all’insegna della viticoltura di qualità.
L’azienda nasce nel 1966, nonostante la crescita è rimasta una realtà a conduzione familiare: qual è la vostra filosofia?
Il nostro percorso è il frutto dell’identità familiare che ancora oggi è presente in azienda. I miei nonni erano contadini, avevano qualche ettaro, un’azienda agricola che permetteva loro di vivere dei frutti della terra. Intorno agli anni Sessanta mio padre arrivò in azienda, grande appassionato di vino, comprese il potenziale ancora inespresso di questa zona e decise, d’accordo con mio nonno, di concentrarsi sulla produzione vinicola lasciando perdere il resto delle produzioni. Si dedicò anima e corpo al vino, riscoprendo i vitigni più tradizionali, che nel dopoguerra furono abbandonati per impiantare vitigni più semplici da gestire come il trebbiano e il sangiovese. Mio padre ha recuperato in questa zona la produzione del vermentino.
Qual è il legame tra i Colli Di Luni e il vermentino?
È un legame di lunga data, che rende il vermentino un vitigno autoctono in questa zona grazie anche alle condizioni ambientali. Noi siamo all’estremo levante ligure, tra la Toscana e l’Emilia, quindi ci troviamo in uno spazio ricco di contaminazioni enogastronomiche. Le Alpi Apuane sono alle nostre spalle e fanno da barriera, il mare è vicino, le nostre estati sono calde e mai estreme, l’escursione termica è ottima e questo è positivo per l’uva.
La proprietà è composta da 85 ettari, qual è il volume di produzione e l’attuale rapporto con i mercati esteri?
Siamo intorno alle 480 mila bottiglie. L’export rappresenta solo il 20%, siamo molto radicati in Italia perché ci siamo affacciati ai mercati stranieri solo dieci anni fa, è tutto un percorso in divenire. Negli ultimi giorni abbiamo percepito dei segnali positivi per il mercato locale e nazionale, per il mercato estero la ripresa appare più lenta.
Siete presenti per lo più nel canale horeca, state riscontrando difficoltà nella ripresa della distribuzione?
Per il 95% siamo presenti sul canale horeca ed e ffettivamente ci sono delle zone dove i segnali di ripartenza sono più lenti rispetto ad altre.
Dieci ettari dei vostri vigneti sono biologici: come nasce l’idea di costruire un percorso per la valorizzazione della cultura dl vino?
Produrre in biologico rappresentava chiudere un cerchio sul lavoro fatto prima da mio nonno e poi da mio padre, loro lavoravano la terra in modo tradizionale, utilizzando concimazioni naturali e senza diserbati, quindi si può dire che parte del lavoro era già stato fatto. Pensiamo di andare avanti sempre di più in questo senso, anche se per la conformazione della nostra terra è molto difficile visto che è costituita da piccoli appezzamenti anche di un ettaro tutti dislocati in varie aree.
DEGUSTAZIONE
Vermentino Colli di Luni Doc Etichetta Nera
Piace molto questa raffinata interpretazione di vermentino che nel calice ha sfumature dorate, e al naso svela una bella complessità spaziando da sentori floreali e fruttati, a note minerali e mediterranee. Convince anche in bocca, grazie ad un sorso morbido ed equilibrato, piacevolmente persistente.
Il Vermentino etichetta nera viene prodotto da vigneti collinari, le uve sono raccolte a mano, e vinificazione avviene in acciaio: i suoli più ricchi di pietra e scheletro ci permettono di ottenere vini più profondi e complessi, dove emerge un’ottima mineralità e una certa lunghezza. Questa etichetta è la versione più particolare dei nostri vermentino.
Vermentino Colli di Luni Doc Etichetta Grigia
Giallo paglierino luminoso nel calice, al naso sprigiona caratteristici sentori di frutta a polpa bianca con delicate nuance agrumate. In bocca è di grande freschezza, con una chiusura delicatamente sapida.
L’etichetta grigia – o argento – nasce dai vigneti più vicini al mare ai piedi delle colline, con un terreno più ciottoloso e sabbioso. Qui si ottiene una visione classica del vermentino con profumi più floreali. Questo vino è quello più antico realizzato da mio padre.
Liguria di Levante Igt Labianca
80% vermentino e 20% malvasia, nel calice sfoggia un bel colore giallo paglierino luminoso. Al naso è aggraziato, delicatamente fruttato e con una buona aromaticità. In bocca ha un’anima “marina” e una buona sapidità che allunga il sorso.
L’etichetta bianca è l’ultima nata, era il vino da presentare al Vinitaly, non potendolo fare rappresenta per noi il vino della ripartenza, nasce dai vigneti della Piana dei Luni con suoli sabbiosi, visto che il mare dista solo 4-5 chilometri.