Il Bianco Selvaggio di Poderi Còncori

Garfagnana: terra di lupi e di briganti, di poeti e di rivoluzionari, terra del vino d’avanguardia. Dove le alpi Apuane fanno da cornice, come a protezione, a vecchi borghi e misteriose caverne. Dove Giovanni Pascoli scriveva di Barga e di fanciullini, dove Gabriele da Prato fa un vino buonissimo. I vini di Poderi Concori li conosco già da tempo. Li seguo da quando il suo “Melograno” ha cominciato a farsi sentire in tutta Italia, meritando così la giusta attenzione. Non a caso un “Espresso” ancora in forma gli attribuisce 2 eccellenze consecutive (2012 e 2013). Ma non è questo il vino di cui vi voglio parlare.

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L’azienda è a Gallicano, arroccata, nascosta, selvaggia. Lavora in biodinamica. Tra i filari di vite spuntano i pomodori, un asino raglia dal suo recinto e mio figlio Jacopo, entusiasta, cerca di fargli una carezza. Si respira un’aria sincera, fatta di umiltà, di sorrisi, di lavoro duro.

callmewine.com/cantina/podere-concori-B501.htm
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Gabriele ci racconta un po’ di storia. Di quando avevano una trattoria proprio là sotto e di quando prese la decisione di fare vino di qualità in quella zona, spronato nientepopodimeno che da Veronelli, il quale un giorno, venendolo a trovare gli disse: “Tu sarai il primo oste-contadino!”. Lascia la ristorazione e prosegue nel suo intento. La fatica dopo tempo lo ripagherà alla grande.

decennaleveronelli.it
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Dopo un breve tour tra le vigne e la cantina ci mettiamo a tavola e subito arriva una new entry: il “nuovo” vino bianco dell’azienda. Bianco IGT 2016, 12%, macerato sulle bucce, vinificazione spontanea di chenin blanc, pinot bianco e Gewurtztraminer. Le vigne sono le più alte dell’azienda così da rendere il profilo generale del vino piuttosto nordico.

Splendido il colore nel sua veste dorata. Splendido il profumo nel suo ventaglio aromatico fatto di arancia, pesca sciroppata e frutta secca, di resina e legno affumicato, di spezie orientali (direi cumino e curry). Una nota nettamente ferrosa (che potrebbe far gridare all’ossidazione, ma che per carità!) ne accentua la mineralità. La bocca acida e polposa spinge il liquido ai bordi delle guance con forza. Freschezza e verticalità per un vino che mi affascina da subito. Il secondo sorso è più morbido, il vino si equilibra, la beva spaventa, il vino finisce. Torna in bocca, in sequenza, la frutta, la resina e una sottile sensazione ferrosa legata all’acidità. Infine, una scodata salina, non frena una cospicua salivazione. Una bevanda, più che un vino, adatta perfettamente ai 35 gradi che fanno capolino dalla finestra.

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Che Gabriele sia bravissimo a vinificare il Syrah si sa. Che gli riesca benissimo anche, (il “Vigna Piezza” è un ottimo vino) ma oggi a conquistarmi è stato questo piccolo gioiellino, unico bianco, della casa, forse perché più quotidiano, forse perché ancora faceva quel caldo terribile che tutti ricorderemo.

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Mi sento in dovere, comunque, di menzionare, in via del tutto eccezionale, un assaggio dalla botte che mi ha lasciato quasi folgorato. Ne fanno poco, le bottiglie scompaiono in men che non si dica, ma il vino da quel poco che ho assaggiato potrebbe essere un capolavoro: il loro Pinot Nero. Sparo al volo due note organolettiche e vi saluto: arancia amara, tarallo al finocchio, timo,geranio e glicine. La bocca una spada laser, la beva già criminale. Una bomba. Gabriele, un amico, è di generosa ospitalità. Il luogo meraviglioso e i vini sempre in crescita. Fossi in voi una capatina ce la farei.

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IGT Toscana 2016, Poderi Còncori, vol. 12% – 15,00 €