Le Botteghe e il Mercato: Nuove Mete di Food Experience // #Food Experience

Durante le mie vacanze ho visitato il mercato Ballarò, un incredibile luogo del cibo che ho trovato molto suggestivo. È evidente, infatti, che Ballarò non sia solo un mercato rionale, ma che incarni il volto e l’anima della città stessa.

Profumi, sapori, rumori, gli stessi attori – venditori e consumatori – contribuiscono a raccontare la storia e le tradizioni di un posto e di una città, diventando un luogo di inestimabile valore culturale e meta di veri e propri tour gastronomici da parte di turisti italiani e stranieri.

E proprio di questo oggi vorrei parlarvi, di come i luoghi storici di vendita del cibo si siano trasformati in luoghi di destinazione, in ragione del nuovo rapporto produttore – consumatore che si declina in tanti nuovi aspetti.

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Alimentari, pastifici, panifici e botteghe in generale, hanno sempre avuto storicamente la funzione specifica di vendere prodotti per la spesa domestica.  Negli anni, l’avvento della GDO e dello shop online ha spazzato via, non del tutto ma quasi, quest’abitudine del consumatore proiettandolo davanti a nuove e incredibili opportunità di acquisto senza confini.

Come attrarre allora i consumatori se non si hanno le possibilità di offerta paragonabili alla grande distribuzione?

È qui che entra in gioco la Food Experience, quella che suggestiona e cattura il consumatore, come accade ad esempio al mercato della Vucciria dove è possibile gustare uno dei pani ca meusa più buoni della città.

Offrire emozioni, suggestioni e curiosità: questo c’è alla base della food experience che tanti format innovativi cercano di regalare ai propri clienti. E sempre in questo, il rapporto diretto consumatore – artigiano crea un vantaggio competitivo rispetto alla GDO: il produttore condivide con l’acquirente la propria esperienza, raccontando l’origine della materia prima e offrendogli consigli su come trattarla al meglio in cucina, in un percorso virtuoso che porta alla vendita finale del prodotto. E’ così che la food experience del consumatore acquista valore, aldilà del semplice acquisto.

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Poi, penso ai nuovi format che popolano e allo stesso tempo innovano antichi luoghi del cibo, come i banchi di cucina street food, fritti gluten free, pasta bar… Uno dei migliori esempi di questo cambiamento è il Mercato Testaccio a Roma, polo gastronomico vivace e contemporaneo, ricco di stand e banchi dedicati alle più svariate preparazioni evolvendo il concetto tradizionale di mercato rionale.

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La Food Experience che offrono i luoghi più innovativi riguarda anche tante altre attività, come assistere alla lavorazione e alla trasformazione del prodotto, con l’obiettivo di raccontare la storia di un mestiere e di un prodotto stesso. In una parola: storytelling. Ma oltre alla partecipazione passiva, si coinvolge attivamente il consumatore con corsi di cucina, eventi tematici, degustazioni.

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Maestro assoluto di questo tipo di offerta è Eataly, format internazionale nato nel 2007 a metà strada tra GDO e mercato rionale. Dall’intuizione del CEO Oscar Farinetti, Eataly unisce i tratti di artigianalità e qualità del prodotto del mercato con le dimensioni e gli orari tipici della GDO, offrendo diversi tipi di intrattenimento al consumatore, come la vendita diretta e consumo in loco con tanti format di ristorazione quanti sono i banchi (carne, pesce, rosticceria…), eventi, corsi di degustazione e di cucina.

Altro format innovativo è il Mercato Centrale di Roma e Firenze, dove format e botteghe tradizionali restituiscono centralità agli artigiani del gusto e riqualificano importanti aree delle città.

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