È successo quello che non ci saremmo mai aspettati di rivivere. La memoria corre e ci riporta, inevitabilmente, a marzo, quando stavamo iniziando una battaglia contro un nemico sconosciuto ed eravamo disposti ad accettare qualsiasi restrizione incondizionatamente. Oggi non possono esistere le stesse condizioni di allora. Sono passati lunghi mesi e chi ci governa avrebbe dovuto trovare soluzioni certe che non avessero portato nuovamente a questo.
Ieri, con la firma del nuovo DPCM del Presidente del Consiglio Conte, il Governo ha stabilito la chiusura dei ristoranti alle ore 18.00 tagliando, di fatto, ben oltre il 50% del lavoro degli stessi dato appunto dal servizio serale.
Tantissime le reazioni dal mondo della cucina. “Lo abbiamo già dimostrato con i fatti e lo ribadiamo: siamo pronti a fare sacrifici per la salute pubblica e per il bene del Paese ma chiediamo rispetto per la nostra categoria attraverso un concreto coinvolgimento nel processo decisionale e un immediato chiarimento circa le misure economiche necessarie per non fare fallire l’intero settore della ristorazione”. È questo il grido d’appello dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.
“Non sarà sufficiente per molti di noi il “cospicuo sostegno” promesso dal governo per poter affrontare questa seconda traversata nel deserto nel giro di neanche otto mesi. La ristorazione italiana con questa decisione subirà un colpo letale.” Così scrive sulla sua pagina facebook, preannunciando il peggio, il tristellato Niko Romito.
Dalle colonne del Corriere della Sera, poi, Antonino Cannavacciuolo, tuona anche lui contro le nuove misure del Governo. “A questo punto non ci si doveva nemmeno arrivare. Noi ristoratori da maggio abbiamo rispettato tutte le leggi, ridotto i coperti, distanziato, riaperto in sicurezza e ora rischiamo di dover chiudere di nuovo? No, non ce lo meritiamo proprio.” – queste le durissime parole dello chef più amato e famoso d’Italia – “Ora anche qui da noi, come già in Lombardia, i clienti dovranno arrivare e andare via mezz’ora prima del solito. Ci organizzeremo come abbiamo sempre fatto anche per far sentire al sicuro i clienti”
Fino al 24 novembre prossimo, salvo nuove decisioni governative, ricordiamo quanto stabilito nell’ultimo DPCM riguardante la ristorazione.
- Ristoranti chiusi alle ore 18.00 (compresa la domenica in principio doveva essere giorno di chiusura totale)
- Numero massimo di commensali al tavolo: 4 (a meno che non si tratti di famiglie o comunque conviventi)
- Asporto fino alle 24 senza consumazione nelle adiacenze
- Consegna a domicilio consentita