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giovedì, Marzo 28, 2024

Adriano Baldassarre: radici e gusto “geolocalizzati”.

Sembra strano come, a volte, le persone riescano a essere così tanto sinceramente testimoni viventi e creativi della propria storia.

Tradizione, una parola spesa e svalutata, come l’amato territorio che, imprescindibilmente legato alla tradizione stessa, sembra essere oggi l’unico terreno fertile di ogni cucina.
Entrambe le cose sono per Adriano Baldassarre un punto di partenza, non il centro di tutto; esattamente, credo di aver percepito le consideri come la base genuina senza la quale la sua cucina non avrebbe fatto il percorso che oggi le appartiene e le viene riconosciuto.
Stella Michelin più di dieci anni fa nella campagna est di Roma, a Zagarolo, conquistata con il suo Tordo Matto in un periodo in cui era difficile comunicare la cucina e dove contavano davvero solo il gusto e la determinazione nel superarsi.
Ha origini abruzzesi Adriano e i suoi ricordi di tavole affollate e imbandite, riconducono a una nonna che sapeva il fatto suo e che, con spirito matriarcale, gestiva una famiglia numerosa grazie alle risorse della sua terra.
Ed è lì, in quegli anni, che i sapori hanno preso consapevolezza della parmigiana di melanzane, per esempio, croccante sopra e morbida dentro, alla quale rubare di nascosto nella macchina del gas la parte superiore, così come si fa con i “cappelli” dei pomodori ripieni di riso.
Il segreto però, secondo Adriano, non è il richiamo alle origini ma il continuo impianto delle proprie radici nella terra in cui si decide di farle fruttare, per sempre o anche solo per un’avventura temporanea.

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Temporanea è la parola chiave della serata passata insieme, chiacchierando non di cucina ma di ricordi.

Temporanea come l’esperienza in India, temporanea come la pausa che si è preso il suo Tordo Matto rientrando in scena nel 2016 su Roma tutto attaccato (Tordomatto), temporanea come la Trattoria su cui ha scommesso adesso, in Villa Ada incontra il mondo, lanciando un nuovo format versatile di cucina semplice, gustosa e creata con la stessa attenzione per le materie prime genuine a cui da sempre è abituato.
La semplicità è un concetto diretto, attraverso il quale si può conquistare o riconquistare il gusto di chiunque, a patto che la si sappia valorizzare con la qualità e la consapevolezza di un cibo sano, equilibrato e ben preparato.

“Parlami un po’ di te”, così mi ha spiazzato e accolto Adriano Baldassarre alla sua Trattoria Temporanea di Villa Ada Roma Incontra il Mondo, scavando con stile nelle mie origini per poi impiantarle proprio sotto il tavolino cui ero accomodato.
Parole a fiumi, tra me e lui è davvero uno scontro tra titani, dove non vince nessuno.
Cusriosità, passione, coerenza; questi gli ingredienti del gioco di parole che lega una visione a un visionario.
Tra Lazio e Abruzzo, discorrendo, ho apprezzato una parmigiana di melanzane (appunto) che devo assolutamente rimangiare, una carbonara dalle mezze maniche larghe e guanciale rosolato croccante e infine abbacchio alla cacciatora; davvero un tavolo di confronto e continua affermazione tra radici, tradizioni e gusto “geolocalizzato”.

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Perché più importante della tradizione di cosa mangi, c’è solo il dove la stai mangiando.

Aspettando la riapertura del Tordomatto e la partecipazione di Adriano al Taste romano di settembre, vediamo quali evoluzioni si prospettano per la Trattoria Temporanea.
Da Adriano Baldassare ci si sente un po’ a casa.

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