Dal 2015 a condurre l’azienda Franco Pacenti in Val d’Orcia è il figlio Lorenzo, appena trentenne ma con le idee molto chiare. La sua filosofia produttiva segue un pensiero preciso: dare un imprinting personale concentrato sull’eleganza che un simile terroir è in grado di regalare a vini profumati, intensi e dalle numerose sfaccettature.
Lorenzo, come nasce la tua azienda?
L’azienda nasce negli anni Sessanta per volontà di mio nonno Rosildo e dei suoi fratelli, che da mezzadri riuscirono ad acquistare il podere Canalicchio, lavorandoci per circa venticinque anni. Dal 1988 con l’ingresso in cantina di mio padre l’azienda ha subito una divisione tra i tre fratelli Pacenti, che hanno costituito tre realtà lavorative differenti.
Sei molto giovane ma hai già un ruolo importante.
Ho trent’anni e oggi mi occupo della parte produttiva, dal vigneto alla cantina, grazie alla mia formazione in agraria e alla laurea triennale in enologia conseguita a Firenze.
In termini di produzione, di quali numeri parliamo?
Abbiamo dieci ettari a sangiovese, di cui, il 95% iscritti a Brunello. Produciamo 4 etichette: Rosso di Montalcino, Brunello di Montalcino, Brunello di Montalcino Riserva – che produciamo solo nelle annate migliori – e Rosildo, un vino nato da una mia idea, un omaggio in ricordo di mio nonno. La produzione totale è sulle 35-40 mila bottiglie.
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
L’ 80% va all’estero, il 50% negli Usa, dove lavoriamo da trent’anni con due importatori storici, abbiamo un altro importatore storico anche in Giappone, qualcosa la vendiamo in Germania; da pochi anni si è aperto un mercato in Norvegia e Danimarca. Per i nuovi mercati esportiamo anche in Brasile e Cina.
Siete riusciti ad anticipare il lockdown e a spedire i vostri vini in Usa?
Per fortuna sì. Dopo aver partecipato a Benvenuto Brunello Usa, che faceva tappa a New York e San Francisco, tornando in azienda siamo riusciti ad effettuare le spedizioni con i nostri importatori storici.
È iniziata la fase 2, per fortuna. Che percezione hai?
Un’impressione abbastanza positiva, gli italiani hanno voglia di uscire, dopo due mesi chiusi a casa, quest’anno avevamo in mente nuove esperienze da proporre come i picnic all’aperto e le cooking class…
Parliamo dei tuoi vini, iniziamo dal Rosso di Montalcino, annata 2017. Un prodotto da non sottovalutare, piacevole e scorrevole, pure se non complesso.
Questo vino viene prodotto attraverso il declassamento del Brunello, utilizzando i vigneti più giovani, che hanno circa vent’anni d’età. Corrisponde all’annata 2017 perché, anche se non è obbligatorio, gli facciamo fare un anno di botte grande. Noi consideriamo il Rosso di Montalcino non un fratello minore del Brunello, ma un prodotto con la propria anima e un proprio valore. Tutti i vini fanno lunghe macerazioni sulle bucce e affinamento in botti grandi; a mio avviso nonostante il passaggio in legno è un vino abbastanza fresco, essendo un 2017 ha in bocca un certo spessore, è interessante. Questo è il nostro vino d’ingresso, ne produciamo otto- dieci mila bottiglie, considerando che questa è stata un’annata torrida e siccitosa è un successo.
Alziamo l’asticella con il Brunello di Montalcino 2015. Qui si beve il territorio, il calice racchiude tutte le caratteristiche varietali ma si intuisce un sorso profondo che promette ulteriore evoluzione. Buona morbidezza, tannini non ruvidi, sorso succoso.
Per questo vino procediamo con una macerazione sulle bucce della durata di due mesi, in primavera passa in legno per 36 mesi in botte grande da 50 ettolitri. È un prodotto caratterizzato dalla bella nota fresca attribuita dal terroir, il timbro dei nostri vini è l’eleganza, nelle annate migliori, la struttura è importante. Ci troviamo sul versante Nord e non risentiamo l’influenza del mare perché protetti dalla collina di Montalcino; qui la temperatura è inferiore di circa 3-4 gradi. I terreni sono per il 60% composti d’argilla quindi sono freschi, cosa importante per le annate calde. Noi siamo sui 300 metri d’altitudine e l’escursione termica è abbastanza importante su tutto il territorio.
Concludiamo in bellezza con Rosildo 2015. Qui è evidente il filo che lega la degustazione dei tre vini che, pur essendo estremamente diversi tra loro, sono caratterizzati da una eleganza che progredisce fino a giungere al culmine in questa sofisticata espressione di Brunello di Montalcino. Il palato viene letteralmente accarezzato da un vino che ha una intensità di aromi che dal naso scivolano in bocca regalando un assaggio aggraziato, armonico e prolungato.
Questo vino è un omaggio a mio nonno ed è alla sua prima annata di produzione. Con il mio arrivo in cantina, nel 2015, ho voluto realizzare un’etichetta particolare dedicata a lui, con le uve del vigneto impiantato sempre da mio nonno. Abbiamo prodotto solo mille bottiglie con un affinamento in botte francese da 10 ettolitri, un vino di carattere con sentori più delicati che ti conquistano.