In un ristornate come “Armando al Pantheon”, davanti uno chef come Claudio (figlio di Armando ndr), si potrebbe parlare (solo) di piatti e di ricette, ma l’aria è diversa e Blecchescief, questo il suo nome di battaglia, ha lo sguardo fiero e gli occhi che brillano, le mani ferme e una voglia incredibile di raccontare qualcosa di più che una cucina, senza tradire emozioni, come se due libri editi e quattro commedie teatrali messe in scena ancora non gli bastino, come se volesse fare solo questo: raccontare. Ascoltarlo, per chiunque lo conosca, è un piacere.
Un’estate di proposte gastronomiche negli scenari più incantevoli delle Dolomiti: fienili ristrutturati, malghe, Hütten, baite eco-sostenibili, rustici in pietra e legno, racchiudono un patrimonio di sapori e profumi.
Il segreto però, secondo Adriano, non è il richiamo alle origini ma il continuo impianto delle proprie radici nella terra in cui si decide di farle fruttare, per sempre o anche solo per un’avventura temporanea.
Anna Maria Babington, decise di portare in una Roma di fine ‘800 qualcosa che all’epoca nella città eterna ancora non c’era: il tè. Fu così che Isabel Cargill, grazie al suo Grand Tour e al cognome più musicale della sua cara amica, regalò a Roma il Bambington Tea Room, concepito per essere una piccola ed elegante sala da Tè e da lettura, nata in due quartieri differenti e poi uniti nel cuore della Roma più bella ed esclusiva, a Piazza di Spagna; esattamente alla base della scalinata di Trinità de’ Monti.