Concreta nasce dall’amore di un padre per il proprio figlio

Ogni genitore guardando il proprio figlio vede il riflesso del futuro nella vita che gli ha donato, non solo il giorno della nascita; perché non si diventa genitori quando lo si prende in braccio, ma mesi prima quando si inizia a preoccuparsi per il piccolo essere indifeso. E non si smette mai, anche una volta che il figlio supera in altezza il padre, diventa indipendente ed entra in contrasto. Ogni genitore pensa al futuro dei figli, con il ferreo desiderio di vederli crescere sani e realizzati; a volte però la vita pone di fronte a sfide da affrontare giorno dopo giorno, sfide che richiedono impegno progettuale per fare in modo che i figli possano trovare un posto nel mondo dove vivere protetti e realizzarsi.

Questa la sfida che si è posta a Stefano Matturro, imprenditore bresciano nel settore dell’informatica che ha da alcuni anni avviato la sua attività di viticolture e produttore di vino a Piglio, nella campagna laziale. «Tutto nasce dal pensiero di mio figlio, all’ultimo anno di scuole superiori volevo costruire qualcosa che gli consentisse di avere un futuro dopo la scuola: è un ragazzo speciale con esigenze specifiche.» Con tutta la delicatezza di una signorilità d’altri tempi e la tenerezza di padre racconta «ho sempre pensato a come sarebbe stato il dopo la scuola, volevo che trovasse qualcosa in cui applicarsi nonostante le sue difficoltà»; ma se è vero che i figli sono dei genitori, è anche vero che i ragazzi sono il futuro di un’intera società e la correttezza etica sta nel pensare anche ai figli degli altri, nel cercare di offrire anche a loro una prospettiva. «Non riuscivo a pensare che possa correre il rischio, quando la scuola sarà finita, che le sue giornate siano fatte di televisione e solo altre attività in casa – con una nota di rammarico nella voce, tono che influisce sulla propositività – ci sono esempi virtuosi di lavori a contatto con la natura: i gesti ripetitivi aiutano la concentrazione in queste circostanze, lavorare la terra e seguire il fluire del tempo attraverso le stagioni e il lavoro in vigna, dopo anche in cantina, è un modo per scandire le giornate che passano.»

concreta

Ed è così che prende forma il 18 dicembre 2017 Concreta, giorno in cui viene costituita giuridicamente come cooperativa agricola sociale. Il nome si deve all’approccio di concretezza e alla dichiarata intenzione di concretizzare attraverso il lavoro e la produzione una prospettiva di futuro per i ragazzi. A oggi conta ventisei soci cooperativi, di cui sei provenienti da categorie protette, portando avanti l’idea di formulare una rete di servizi che favoriscano il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i soggetti, sostenendo e valorizzando i talenti senza alcuna discriminazione o pregiudizi, «cercando di valorizzare le caratteristiche di ogni partecipante; per esempio i ragazzi hanno imparato la potatura verde e la vendemmia, hanno raccolto a mano poi seguito la pigiatura in cantina. Nel futuro stiamo lavorando a un’etichetta per una linea di vino che avrà produzione limitata e lì seguiranno anche il processo di etichettatura», perché invece per i volumi più grandi la meccanizzazione aiuta in velocità.

Il lavoro manuale e il contatto con la terra, la concretezza che ritorna anche nel nome che intende essere evocativo e di ispirazione, non racchiude solo il sogno di un padre, ma sprona con una realtà fattiva a impegnarsi nel rigenerare la prospettiva recuperando il contatto con la terra, i prodotti naturali e le stagioni. «È di fondamentale importanza che si stabilisca questa connessione con il lavoro della terra e della vigna: ai ragazzi fornisce strumenti per rendersi utili e al territorio porta giovani risorse e braccia, ripopolando anche gli appezzamenti vitati» che nella zona del Piglio sono diminuiti drasticamente negli ultimi anni.

Prendersi cura dei figli, regalando loro un futuro, è il modo migliore per operare nella società in modo inclusivo, è la via che Concreta si prefigge e persegue, grazie al sostegno dell’azienda vinicola di famiglia L’Avventura e alla comprensione della seconda moglie che lo affianca nei sogni e nella vita: perché crescere un figlio è la più grande avventura che si possa affrontare nella vita.