Classe 1981, nata e cresciuta tra i vigneti di famiglia e le vendemmie del nonno Generoso, vedeva l’uva che viaggiava oltre i confini regionali, e sognava di fare altrettanto, convinta che Barile, il suo paese, fosse troppo piccolo per le sue ambizioni.
E così, mentre pianificava studi all’estero e lavoro altrove, si prospetta l’idea di vendere queste terre che ormai, con la vecchiaia del nonno, sembravano non avere futuro in famiglia. Sei ettari di vigna che volente o nolente gli erano entrati nel cuore e che inconsciamente facevano parte di lei, della sua vita, della sua storia, che rappresentavano la sua infanzia e la fatica e il sudore dei suoi predecessori.
Fu così che, a un passo dalla vendita, nel 2000, capì che quello era il suo futuro. Stravolgendo i suoi piani, si mise a studiare enologia per avere le capacità di poterlo fare al meglio e riuscire a valorizzare al meglio quella terra tanto preziosa. Come alleato scelse l’Aglianico del Vulture, il vitigno di riferimento della migliore viticoltura della Basilicata.
Nasce così Titolo, frutto dell’amore per la tradizione e del suo connubio con le tecniche moderne, ricerca e sperimentazione.
Diventa il vino di punta che ha portato questa cantina a diventare orgoglio di tutta la regione e rappresenta non un punto di arrivo ma di partenza, uno stimolo per raggiungere nuovi traguardi e per far risplendere ancora di più la sua meravigliosa terra del Vulture.
ATTIVITA’
Fondata nel 2000 la tenuta si compone di 7 ettari di proprietà di cui 6 a vigneto Aglianico del Vulture e 1 di ulivi varietà Ogliarola del Vulture. Impianti fitti sia sulla fila che su filare per circa 8000/10000 piante ad ettaro, rese contenute di circa la metà di quanto previsto dai disciplinari, e attenzione maniacale al rispetto della natura e della stagionalità; impiego di prodotti biologici e biodegradabili, uso di tecniche alternative in vigneto per una vera opera di giardinaggio.
Al corpo storico della cantina ricavata dalla vecchia rimessa agricola di nonno Generoso e alla barriccaia scavata nel tufo vulcanico, si è aggiunta da poco la nuova cantina: Progetto in Bioarchitettura realizzato con impiego delle migliori tecnologie di coibentazione e raffrescamento naturali, impiegando materiali di recupero e di riciclo, e concepita per avere un impatto ambientale prossimo allo zero. Progetto che verrà completato a breve con installazione di un piccolo impianto fotovoltaico per ridurre ancora i consumi energetici, oltre al già esistente recupero delle acque piovane, sedimentate e depurate dalle principali impurità, e poi reimpiegate per il lavaggio dei trattori e mezzi agricoli.
CURIOSITA’
Il tuo maggior successo nel lavoro:
“Esser riuscita a portare l’idea nel territorio e nel mondo che l’Aglianico del Vulture può competere a tutti i livelli con i grandi vini del mondo, eccellere e poter fare da traino a tutto un settore turistico ed enogastronomico della nostra regione, che anno dopo anno prende sempre più piede, attraendo turisiti e facendosi spazio nelle wine list di tutto il mondo. Esportiamo in paesi che in molti neanche conoscono l’esistenza (Laos, Buthan) o dove il vino non è particolarmente affermato ancora (Israele, Libano, Islanda) e siamo fieri di poter portare oltre al nostro prodotto, la nostra terra e la nostra cultura.”
La sfida più grande che hai in corso:
“L’unione e l’associazionismo in Italia è un banco di prova durissimo, non solo nella nostra regione. E’ un dato di fatto: mettere allo stesso tavolo 10 aziende di qualunque settore merceologico, è probabilmente volersi immergere in un pozzo di problemi. Ma da sempre l’unione fa la forza, e in questo momento credo che sia arrivato il tempo anche per i produttori lucani, di sciogliere i nodi che ci hanno divisi fino ad oggi e di puntare tutti insieme a strategie e sinergie comuni per affrontare mercati e promozione del nostro territorio insieme, mettendo da parte gelosie e invidie e i retaggi del passato. E’ necessario anche qui innovare, attrarre gli stakeholders nel nostro territorio, far toccare con mano che la nostra regione, i nostri prodotti non hanno niente da invidiare ai ben più famosi Toscani o Piemontesi (non me ne vogliano, sono tracce da seguire non da combattere). E’ per questi motivi, che negli ultimi mesi mi sono impegnata a mettere insieme le nuove generazioni del vino lucano, tra chi ha eredito le redini delle aziende storiche di famiglie, o chi come me ha investito tutto il suo futuro nella propria azienda, per promuovere in Italia e nel Mondo la Basilicata attraverso il nostro prodotto. Vinitaly sarà un banco di prova dove attraverso degustazioni e approfondimenti porteremo all’attenzione del pubblico noi e la nostra terra. Progetto che però non si limiterà a questo, saranno organizzati in primavera anche incoming e attività di promozione diretta.”
Un sogno, lavorativo, che hai nel cassetto:
“E’ un sogno, e probabilmente lo resterà… però mi piacerebbe un giorno produrre un grande vino bianco autoctono, il nostro terroir del Vulture consentirebbe sicuramente espressioni importanti.”
La tua personale “ricetta” per il successo:
“Preparazione: senza un adeguata preparazione tecnica e menageriale, oggi non si va da nessuna parte.
Passione: essere imprenditore significa essere tutt’uno con la propria azienda, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7; senza passione non si può puntare in alto
Idee e Strategie: oggi il mercato è complesso e globale, non ci si può accontentare di vendere un cartone di vino alla persona che bussa alla porta. Siamo noi che dobbiamo bussare a tutte le porte, e farci apprezzare per le meraviglie che abbiamo a casa nostra
Miglioramento: mai e poi mai sentirsi affermati, arrivati… si deve sempre pensare al futuro, a migliorarsi sempre. Metterci sempre la faccia.”
La tua ricetta di cucina preferita:
Italiana: pizza, champagne & peperoni cruschi. Internazionale: sushi
Un tuo vino del cuore:
Bollicine, come invidio i produttori di bollicine.
La donna nel mondo enogastronomico che più ammiri e perché:
“Difficile trovarne una sola, e ognuna che potrei citare è ammirare per un motivo grande. Faccio alcuni nomi a “titolo” esemplificativo: Donatella Cinelli Colombini: probabilmente una delle primissime donne nel business del vino, un mondo che fino ad 1 decennio fa o poco più era quasi esclusivamente riservato agli uomini. E’ donna immagine del proprio territorio delle proprie tradizioni. Angela Velenosi: una donna imprenditrice moderna, sta trainando tutte le marche nel mondo e lo fa con grazia e semplicita. Direi onnipresente… un giorno è in America e il giorno dopo ad Hong Kong… la pensi in Cina e la trovi a Milano. Un impegno a 360° per il suo territorio e per il made in Italy.
Ripeto la lista sarebbe molto lunga, non me ne voglia nessuno.”