È un’inedita e poetica esperienza enogastronomica quella che si può gustare da qualche settimana al Grand Universe Hotel Autograph Collection di Lucca, in una delle più suggestive terrazze della città, custodita fra la magia dei tetti e affacciata sullo storico Teatro del Giglio.
Dalla preziosa collaborazione con Martin Orsyn Champagne è scaturita una proposta unica nello scenario della convivialità toscana di lusso, dove la degustazione dell’intera gamma di referenze della maison incontra le realizzazioni dello chef Alessandro Manfredini. Alla guida del ristorante Legacy all’interno dell’hotel.
In uno spazio intimo e raccolto, per un massimo di venti posti a sedere e con una vista senza eguali sui gioielli storici della città, Sommità Martin Orsyn Champagne rooftop è aperto anche al pubblico esterno, oltre che agli ospiti dell’hotel. Il luogo ideale per celebrare un evento particolare, per dare avvio a una serata fascinosa in centro storico, o semplicemente per ritagliarsi momenti di relax in un contesto raffinato, circondati dalle bellezze uniche di Lucca. E non da ultimo, per avere una posizione ultra-privilegiata per godersi dall’alto gli eventi del Lucca Summer Festival che si svolgeranno a luglio in Piazza Napoleone.
Nella nuova terrazza consacrata allo Champagne Martin Orsyn si può gustare una selezione di piatti che tra armonie e contrasti esaltano le quattro cuvée.
Il tutto accomunato da una grande attenzione alla qualità delle materie prime da parte dello chef Manfredini che per il ristorante Legacy ha pensato a una cucina che narra la terra circostante, partendo dagli antichi ricettari delle specialità tipiche, irraggiandoli da una prospettiva contemporanea. L’approvvigionamento dei prodotti avviene per buona parte da piccole realtà locali, prevalentemente dalla Garfagnana, o dalla regione, e spesso si tratta di presidi Slow Food come il prosciutto Bazzone, o il Biroldo, salume ottenuto dal sangue e dalle parti meno nobili del maiale. Il farro della Garfagnana IGP e i vegetali arrivano da un’ortofrutta del luogo che in questo periodo fornisce gli ortaggi di stagione per la Garmugia Lucchese, una zuppa sostanziosa che risale al XVII° secolo. “Per i panificati” racconta lo chef “Ci affidiamo all’ultracentenario forno Giusti che prepara pani di grani antichi e lievito madre, perché non sempre le cose fatte in casa sono le migliori, preferisco acquistarle da professionisti che mi garantiscono altissima qualità”. L’obiettivo è quello di contribuire a scardinare l’idea che nella gran parte degli hotel si proponga una cucina asettica e senza identità, offrendo agli ospiti e al pubblico esterno piatti di gusto e qualità, che raccontino la cultura gastronomica del territorio.
Come fa la stessa carta dei vini, pensata per diventare, al tavolo, la narrazione delle storie di luoghi e di famiglie celate dietro la produzione di un vino, che attinge dalle terre delle colline lucchesi, con il suo distretto biologico, allargandosi poi a tutta la Toscana.
Si rimane in Italia anche con lo Champagne Martin Orsyn che nasce dall’eclettica curiosità di Martino Zanetti, Presidente della triestina Hausbrandt.
Il progetto ha preso avvio sulla scia della ricerca che in azienda procede costante sui prodotti del main business, quindi caffè e tè, ma che a volte spazia anche in altri ambiti. La scelta è planata su un piccolo produttore della zona della Montagne de Reims con il quale Zanetti ha collaborato per dare al vino una personalità che avesse anche una impronta italiana. I cui segni distintivi sono la freschezza e la versatilità, che gli conferiscono un’allure estremamente contemporanea e che, insieme ai colori decisi dell’etichetta, edulcorano quella patina di formalità elitaria che da sempre connota lo champagne.
Martin Orsyn firma quattro referenze 100% Premier Cru in cui Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay si incontrano nella creazione dell’eleganza e del temperamento di ciascun vino.
Lo Champagne Martin Orsyn è anche il protagonista di una lista di otto cocktail che i nostri abili mixologist hanno concepito sulla linea di un classicismo che vira all’internazionalità. Come per lo scarlatto Kir Royal, o il raffinato e fresco French 75, il delicato Hugo ingentilito dallo sciroppo ai fiori di sambuco; o lo storico Cocktail champagne creato per la prima volta negli anni ‘30. Con i quali è possibile creare un percorso di pairing con i piatti del nostro chef, per scoprire nuovi accostamenti e vivacizzare il susseguirsi delle corse del menu.