Cosa è per te il mestiere di cuoco ?
E’ un lavoro che ti dà la possibilità di regalare gioia e felicità a un cliente e di lavorare con tante persone allo stesso tempo. E’ un lavoro molto dinamico fondato sul sacrificio, sulla dedizione e sulla passione
Come è nata la tua passione per la cucina ?
E’ stata stuzzicata fin da piccolo vedendo mio nonno che metteva tanta passione per preparare piatti per tutti i familiari. Vedevo preparare tantissime ricette della cucina tradizionale romana. Crescendo, a mia volta, ho cominciato a cimentarmi ai fornelli e ho capito che mi riusciva molto bene
Qual è stato il tuo percorso professionale ?
E’ partito da basso come in molti altri casi, diciamo nelle cucine da incubo dove i proprietari non erano interessati e concentrati sul servizio senza preoccuparsi di quanto i ragazzo potesse apprendere. Crescendo ho avuto la possibilità di lavorare in ristoranti importanti a Roma e ho avuto la possibilità di viaggiare, adesso sono al Il Tino di Fiumicino, 1 stella Michelin, che mi ha aperto una nuova porta nel mondo della cucina
Quali ritieni siano luci e ombre del tuo lavoro ?
Le luci sono quando credi in un progetto e riesci a trasportarlo in un piatto con la soddisfazione della clientela, le ombre sono i lunghi turni che comportano grandi sacrifici. E’ un lavoro difficile, tosto.
Quali consideri i tuoi chef di riferimento nel panorama italiano attuale ?
Daniele Usai che è una persona fantastica, mi piacciono molto Uliassi e Cannavacciolo perché li ritengo due innovatori.
Che tipo di cucina ti piace realizzare ?
Adoro il mare e di conseguenza amo lavorare il pesce. Una cucina improntata sul pesce, semplice e mirata a non stravolgere la materia prima.
Il tuo piatto preferito e quello dei ricordi ?
Il mio piatto preferito è il Cheviche mentre il mio piatto dei ricordi è il vitello tonnato di mio nonno che finora è il più buono che abbia mangiato.
A tuo modo di vedere qual è il futuro della ristorazione gourmet ?
Secondo me ha un futuro roseo perché, al di la del cuoco italiano che è tra i più ricercati e stimati nel mondo, a livello di prodotto non siamo secondi a nessuno, basterà che si formino dei professionisti che lo valorizzino nel modo giusto.
In cucina conta più la tecnica o il talento ?
Il talento all’inizio ti può dare una marcia in più ma la tecnica è quella che conta. Il connubio tra le due doti possono creare un grande chef.
Dammi una definizione di queste 3 parole rapportate al mestiere di cuoco, Passione, Umiltà, Sogni ?
Passione in cucina è lo stimolo al sacrificio, essere pronti a lavorare sotto stress.
L’umiltà come nella vita anche in cucina è all’attitudine ad imparare, oltre che ad essere gentili, disponibili e generoni con i colleghi
I sogni li abbiamo tutti, con passione e sacrificio cerchiamo di realizzarli. l sogno di un giovane cuoco non è per forza avere un proprio ristorante ma magari anche quello di lavorare con grandi chef. Quello del cuoco è un lavoro che ti da la possibilità di svariare nei tuoi obiettivi.