“Vigneto Calabria” secondo le guide 2021

Sono uscite tutte le guide del vino del 2021, Gambero Rosso, Slow Wine, Bibenda e l’ultima in ordine di pubblicazione è stata “Vitae” dell’Associazione Italiana Sommelier, e così possiamo fare una sintesi e un bilancio di come sono andate le cose al Sud e in particolare in Calabria, che pare si stia difendendo bene.

Di sicuro non siamo ai livelli delle grandi regioni vinicole, ma la voglia di riscoperta e di affermazione si percepisce e comincia a trovare conferma in modo ufficiale. Da sempre la Calabria è stata una regione relegata, per la conoscenza e cultura dei più, al binomio con il Cirò e alla sua fama altalenante nel tempo. Ora la visione del “Vigneto Calabria” si amplia, si diversifica e ci propone da nord a sud della regione le sue interessanti peculiarità, considerando anche che dal punto di vista pedoclimatico è una delle regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola e la sua storia enologica affonda le sue radici ai tempi della colonizzazione greca.

Dopo anni di sonnolenza la Calabria del vino si sveglia e da qualche anno a questa parte sta lavorando tanto sulla scoperta e valorizzazione dei suoi vitigni autoctoni, grazie anche ad una nuova leva di giovani vignaioli, uomini e donne, con approccio più moderno, più vocato anche al marketing e con un senso più radicato di prima del territorio e delle sue tradizioni agronomiche ed enologiche.

Come lo stesso Gambero Rosso sottolinea il “2020, nonostante quello che è successo nel mondo, potrà essere ricordato come l’anno del nuovo inizio della viticultura calabrese”. E mai come quest’anno i vini della Calabria hanno destato curiosità e trovato riconoscimenti tra i critici di settore, anche per quelli non premiati, ma presenti nelle diverse guide, che hanno entusiasmato durante gli assaggi.

Biologico, naturale, vinificazioni in anfora o cemento, rispetto del territorio e molte vinificazioni in purezza per far conoscere fino in fondo i singoli vitigni autoctoni come il Pecorello, il Magliocco dolce o il Magliocco Canico, il Greco Bianco, lo Zibibbo. Per non parlare poi delle numerose doc

Cinque i vini e altrettante cantine premiate con i tre bicchieri del Gambero Rosso: Cirò Rosso Cl. Sup. Duca San Felice Ris. ’18 di Librandi; Esmen Tetra ’18 di Tenuta del Travale; Grisara Pecorello ’19 di Roberto Ceraudo; Moscato Passito ’19 di Luigi Viola e Pi Greco ’19 di Antonella Lombardo.

Con Bibenda 2021, guida della Federazione Italiana Sommelier, edizione quest’anno firmata insieme all’Automobile Club Italia, il numero dei vini premiati con il massimo punteggio, i famosi 5 grappoli, sale a sei: Lamezia Rosso Riserva 2016 di Cantine Lento; Moscato Passito di Saracena 2019 di Cantine Viola; Grayasusi Etichetta Argento 2019 di Ceraudo; Gravello 2018 di Librandi; Cirò Rosso Classico Superiore Ripe del Falco Riserva 2012 di Ippolito 1845 e Lamezia Rosso Batasarro Riserva 2017 di Statti.

Sono sette le etichette calabresi, invece, che conquistano il podio di “Vitae 2021”: Zingamaro 2017 de La Pizzuta Del Principe, il Benvenuto Orange 2019 di Cantine Benvenuto; Cirò Rosso Classico Superiore Colli Del Mancuso Riserva 2017 di Ippolito 1845; Lamezia Bianco Lamézia 2019 di Statti; il Magliocco 2016 di Cantine Lento; Terre Di Cosenza Bianco Ejà 2013 di Masseria Falvo 1727 e il rosato Terre Lontane 2019 di Librandi di Cirò Marina.

 

New entry è lo Zingamaro 2017, della cantina La Pizzuta del Principe di Strongoli che entra nella rosa dei 22 vini a cui gli esperti dell’associazione hanno attribuito il premio speciale Tastevin. Un riconoscimento speciale come afferma la presidente AIS Calabria Maria Rosaria Romano: “la nostra guida premia quei vini che hanno contribuito a imprimere una svolta produttiva al territorio di origine, testimoni, a prescindere dal numero di bottiglie prodotte, di una rivoluzione che fa oggi dell’Italia una delle aree vinicole mondiali al top in termini di qualità e biodiversità”.

Sfogliando la nuova guida Ais, si scopre, inoltre quanto siano nutrite sia la pattuglia di cantine calabresi, ben 41 presenti con le loro etichette, oltre 200 vini selezionati e recensiti. Tra questi il rosso Nanà 2018 di Roberto Ceraudo e il Cirò Rosso Classico Superiore 2018, Scala Cantina e Vigneti, hanno avuto il titolo di vini Cupido (amore al primo sorso) e altre 4 etichette calabresi, il Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2017 Caparra & Siciliani, l’Armacìa 2019 Criserà, il Koronè Bianco 2019 Poderi Marini e il Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2013 Zito sono stati insigniti col Salvadanaio che segnala in guida i vini col miglior rapporto qualità-prezzo.

Grandi novità anche in casa Slow Food per la guida Slow Wine 2021, che ha modificato alcuni parametri di valutazione a causa dell’emergenza Covid e della sospensione delle visite in cantine. Sospesa per quest’anno la Chiocciola, simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpretava valori (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia di Slow Food. Sono rimasti invariati gli altri due premi “bottiglia” per le aziende che hanno espresso un’ottima qualità per tutte le bottiglie presentate alle degustazioni, riconosciuta a Cantine Benvenuto, Sergio Arcuri e A’vita; e “moneta”, riservato alle aziende con un buon rapporto qualità-prezzo che va a Cataldo Calabretta e Cote di Franze.

Tra i Top Wines dell’anno, ovvero il meglio della produzione, suddivisa in Vini Slow e Vini Quotidiani ci sono: Cirò Rosso Classico Sup Riserva 16 di ‘A Vita (vino slow); Cirò Rosso Classico Sup. Aris 17 di Sergio Arcuri (vino slow); Orange 19 di Cantine Benvenuto (vino slow); Cirò Rosè 19 di Cataldo Calabretta (vino quotidiano) e Cirò Bianco 19 di Cote di Franze (vino quotidiano).

È l’anno della svolta? Sicuramente c’è stato un cambio di passo importante che vede alla guida di questo progetto, che coinvolge non le singole aziende, ma la regione intera nel concetto più ampio di territorio, nuovi imprenditori, piccoli e grandi, con nuove e grandi idee, con tanta voglia di riscatto, ma soprattutto di fare bene.