All’Asta di Fiumicino // Storie di Mare

L’asta del pesce di Fiumicino, si trova in Via Carloforte, a ridosso della foce del Tevere. E’ attiva dal lunedì al venerdì, ed è gestita dalla famiglia Istinto da alcune decadi.
Ormai da alcuni anni l’accesso è permesso anche ai ristoratori, quindi non più solo alle grandi pescherie, e mentre una volta bisognava comprare all’asta tutto il pescato della singola imbarcazione, oggi per mezzo dell’automazione è possibile comprare anche la singola cassetta. E’ questo il luogo dove, da alcuni mesi, compro la maggior parte del pesce destinato al Tino e 4112.
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L’asta si svolge dalle 16 di pomeriggio; i pescherecci arrivano e cominciano ad entrare dalla del Tevere, fermandosi sulla banchina e scaricando rapidi  il pescato che non deve essere visto dagli acquirenti per
onestà intellettuale. I carichi di pesce, divisi per singola barca, entrano dal retro del capannone di Via Carlo
Forte; un capannone spartano e pittoresco dove si respira la storia, la tradizione.
Alle pareti le foto di storiche pescate, dove impressi e catturati ci sono particolari momenti di gioia. Una piccola tribuna in cemento ci fa fare un salto indietro nel tempo, a quando tra discussioni politiche e dibattiti gli antichi romani sedevano in Senato, ma qui ci si accomoda e si aspetta che sul rullo passi il pescato. Il viaggio della cassetta ha un punto d’arresto, laddove viene pesata elettronicamente: peso, specie e base di partenza compaiono sul tabellone e per mezzo di telecomandi, noi compratori, ci aggiudichiamo la cassetta a rilancio.
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La mia vita è cambiata, i vantaggi sono innumerevoli: il pesce appena pescato e tutto rigorosamente in mare aperto. Inutile dirvi quanto sia felice di aiutare la microeconomia locale, ogni singolo minuto passato all’asta è si trasforma ad una grandissima crescita culturale, sulla mia materia preferita. Come a scuola, oltre la materia preferita, mi affido al professore del cuore, Domenico Faiola, dell’omonima e famosissima pescheria di Ostia, è lui che con pazienza risponde alle mie domande raccontandomi dove si pesca quel singolo pesce o che differenza c’è tra due pesci che apparentemente sembrano uguali.
Qui ed Ora la mia consapevolezza cresce.
Le specie di pesci che passano all’asta di Fiumicino sono più di 100.
E’ proprio questo dato che mi ha ispirato una riflessione: Perchè sui banchi dei mercati ci sono sempre gli stessi tipi di pesce?
Per esempio all’asta ho potuto verificare che in questo periodo non c’è solo il polpo verace, ma anche la polpessa di colore rosso vivo dai lunghissimi e fini tentacoli, e di certo non ho mai visto una polpessa sui banchi di una pescheria.
E allora perchè sui banchi della piccola distribuzione si vedono solo orate, spigole e rombi di allevamento
o di importazione? Perchè non ci sono i gamberi rosa locali, ma le mazzancolle decongelate
argentine? Perchè ci sono i calamari decongelati dalla Thailandia e non ci sono i nostri di totani?
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Ecco mi sono sfogato.
A malincuore, però, credo che da una parte la responsabilità sia nostra. Noi cuochi infatti dovremo essere i primi a privilegiare un prodotto pescato locale, dovremo essere promotori di cultura insegnando alle persone quali sono i tipi di pesce che ci sono dalle nostre parti, le stagioni, e anche come cucinarli.
Le pescherie dovrebbero prendersi più rischi e proporre sui banchi quelle tipologie considerate povere, come i sugherelli per esempio, e raccontare la storia del prodotto. Ed infine chi compra dovrebbe smetterla di acquistare il pesce per tipologia ma dovrebbe comprarlo per zona.
– Cosa hanno pescato oggi?  –
Me ne dia 2 kg
Nel frattempo io, felicissimo, mi godo il pomeriggio riempiendo il mio pandino di pesce per portarlo subito in cucina.
Chissà che l’asta, prima o poi, non apra al pubblico.