Ospite della rubrica #whateverittakes è il presidente di Arsial Mario Ciarla, al quale abbiamo chiesto lumi sulle prossime mosse dell’agenzia regionale, alla luce del protrarsi dello stato di emergenza che ha messo in ginocchio le aziende del comparto agroalimentare.
Dal suo insediamento sono passati pochi mesi, quale è stata la sua prima mossa?
Io sono arrivato lo scorso ottobre e tutte le fiere, Bergamo, Berlino, Parigi e anche quella di Excellence erano saltate, in questo modo a bilancio abbiamo conservato dei fondi che prima erano destinati per questi eventi e che oggi abbiamo destinato a un progetto di solidarietà con i prodotti regionali del Lazio e la Caritas.
In cosa consiste questo progetto?
Leggendo il rapporto della Caritas del 2020, purtroppo com’era evidente è emerso che la pandemia ha generato una serie ripercussioni economiche anche su persone che in passato non hanno mai usufruito di questi servizi d’assistenza. Abbiamo voluto mettere nelle casse della Caritas, che aveva già in piedi un protocollo tra comune e regione, quei 750 mila euro destinati alle fiere, per acquistare prodotti freschi e di qualità. Attraverso gli empori di solidarietà le persone indigenti, munite di apposita card, possono scegliere i prodotti senza ricevere il pacco e questo a livello psicologico aiuta molto. La Caritas ha acquistato gli alimenti anche da quei produttori in difficoltà economica, come le aziende delle zone terremotate, aiutando così sia la domanda che l’offerta.
Può fornirci delle indicazioni di massima per rendere l’idea delle perdite subite a causa della pandemia?
Noi avevamo progettato di partecipare a EuroFlora in programma a maggio a Nervi, la settimana scorsa ho visto Bucci, il sindaco di Genova, che mi ha riferito che anche per quest’anno l’edizione è annullata. Ci sono settori dove le perdite si attestano sull’80%, come il settore vivaistico, a causa del calo dei matrimoni per l’anno 2020. Mi sono arrivati anche dei dati forniti dal Car, dove all’inizio della pandemia i frutti ricchi di vitamine erano i più venduti, ma sicuramente il comparto del vino è quello che ha sofferto di più, il consumo domestico non ha arginato le perdite causate dai mancati ordini provenienti dal mondo della ristorazione.
Che ne sarà del Vinitaly? Arsial da sempre accompagna le aziende del Lazio in questa grande kermesse…
Abbiamo in programma un incontro con Verona Fiere e il nostro assessore, certamente un Vinitaly come ce lo ricordiamo non ci sarà. Bisogna vedere se è possibile farlo in una forma ridotta, con un minor numero di aziende, avendo spazi più larghi da gestire.
Altro tema di grande attualità è la formazione. Come vi state attrezzando?
Nello spazio Wegil abbiamo allestito l’intero quarto piano con una cucina professionale e una sala di formazione per fornire corsi di didattica a distanza come accademia del cibo, in collaborazione con Unioncamere. Sono andati benissimo, sia per gli istituti alberghieri che per quelli di agraria. I presidi erano entusiasti di queste lezioni online a tal punto di chiederci di validarle come crediti formativi. Una delle prime cose che ho fatto – in realtà l’ha fatto il consiglio regionale – è stata quella di inserire la formazione tra i compiti dell’agenzia, nella legge istitutiva dell’Arsial del 1995, tramite specifico emendamento. Per quanto invece riguarda le degustazioni di cibi, formaggi e vini, è impensabile realizzarle in una forma virtuale. Del resto anche manifestazioni come Vinitaly o lo stesso Excellence, hanno bisogno dell’incontro fisico per funzionare.
Arsial supporta le aziende nell’internazionalizzazione. Come vi state muovendo in questo momento così complicato?
Si, è complicato, perché parliamo di una pandemia a livello mondiale. Costruire una programmazione per aziende, tanto provate economicamente da questo anno così difficile, non è semplice. Devo dire che è stato molto apprezzato il nostro bando “Porto Sicuro” in cui stanziavamo un incentivo di diecimila euro ad azienda, per la realizzazione dell’e-commerce e in tanti sono rimasti soddisfatti. Questo strumento, pensato ad hoc proprio per il periodo contingente, servirà anche per il futuro.
Sicuramente vi sentite in sintonia con le politiche green di questo nuovo governo…
Penso che la nostra essenza risieda proprio nell’acronimo: Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura nel Lazio, specie in un mondo dove il legame tra agricoltura, ambiente, cibo e salute è sempre più indissolubile e questo anno l’ha dimostrato in modo geometrico. Arsial deve essere una cerniera tra il mondo della ricerca, dell’università e il settore produttivo, questa è la nostra funzione a cui dovremmo assolvere. Riuscire a far dialogare questi mondi come l’agricoltura di precisione e quella 4.0, che avranno un’espansione importante in cui Arsial dovrà inserirsi.