Cantine storiche del Lazio: Casale Vallechiesa

Casale Vallechiesa iniziò la propria storia grazie al nonno di Aristide, l’attuale proprietario, che nei primi del ‘900 a bordo del suo carretto distribuiva fra le osterie romane il suo vino, oggi la vendita è affidata anche all’e-commerce, in una parabola ascendente che ha permesso all’innovazione di irrompere nei ritmi del passato, continuando a donare nuova vita a questa realtà. Oggi alla guida di quel famoso carretto siede la famiglia Gasperini, Aristide con la moglie Cristina Piergiovanni e il loro figlio Bruno, un’unione familiare forte che si traduce nel successo che questa cantina riscuote, arrivando fino alla quinta generazione. Gli occhi del giovane Bruno rivelano l’entusiasmo di chi ha la consapevolezza di aver ereditato un bene così grande, che gli pone l’onere e l’onore di custodire nel tempo. Casale Vallechiesa sorge a Frascati, culla del vino sin dalle sue origini, dove i terreni di trama vulcanica conferiscono ai vini un carattere distintivo, l’intero territorio, come di fatto tutta la regione, da anni ha avviato un processo vocato alla ricerca qualitativa, che mira a restituire prestigio a tutto il settore. L’arrivo in azienda di Cristina coincide con la scomparsa del suocero, nato come un modo per stare vicino al marito, un tentativo di supportarlo e affiancarlo in modo discreto, quasi in punta di piedi. Lei che per anni si era occupata di tutt’altro, conciliando perfettamente il ruolo di mamma lavoratrice con tutto il resto, è riuscita a sentirsi parte integrante dell’azienda a tal punto da voler subito approfondire la materia, seguendo un corso per sommelier. La sua sensibilità e testardaggine anno fatto irruzione in cantina, diventando ancora di più un monito per guardare avanti nel rispetto del proprio territorio, ripetendo sempre, “Il sogno di una vita, il sogno di una vite”.

La vostra storia parte da lontano, dal 1880, coinvolgendo cinque generazioni differenti, ci vuoi riassumere i momenti salienti?

La famiglia di mio marito è di origine marchigiana, alcune scelte di vita e varie situazioni famigliari li ha portati a trasferirsi a Roma, trovando a Frascati un pezzo di terra dove continuare a vinificare. Il nonno di mio marito e suo padre la notte andavano con il loro carretto a consegnare il vino tra le varie osterie romane. Oggi è mio figlio Bruno il volto giovane di questa azienda, lui ha ventisei anni, ed è riuscito a far convivere la tradizione con l’innovazione tecnologica, traghettandoci verso l’e-commerce e rielaborando la veste grafica delle nostre bottiglie.

Qual è la vostra filosofia odierna?

Puntare alla massima valorizzazione del territorio, conservando la tradizione miriamo ad emanciparci con l’innovazione grazie all’arrivo della nuova generazione. Lavoriamo tredici ettari, di cui cinque sono di nostra proprietà, siamo in conversione biologica e vogliamo ottenere la certificazione, pur avendo sempre avuto la massima attenzione per il lavoro fatto sia in vigna che in cantina.

Da qualche anno il territorio laziale sta vivendo una rinascita enologica, molte cantine puntano alla qualità è ancora lunga la strada da percorrere?

È difficile scrollarsi di dosso l’immagine del vino un po’ banalizzato, anche se ora le cose stanno cambiando, c’è una maggiore ricerca e attenzione al Frascati, certo di strada ancora c’è n’è tanta da fare. Molti ristoranti da diversi anni stanno ampliando le proprie carte dei vini, introducendo per il Lazio cantine nuove, che hanno una visione diversa e un’attenzione specifica nel valorizzare il territorio d’appartenenza. Esiste un modo diverso di comunicare questa piccola rivoluzione enologica che sta interessando le nostre terre, il territorio sta crescendo bene e questo ci sprona ad andare avanti.

Fai parte delle donne del vino del Lazio, qual è il valore aggiunto che la donna può portare in cantina?

La mia presenza in cantina ha portato una maggiore voglia di sperimentare sia prodotti che tecniche di vinificazione differenti. Sono una curiosa per natura ed esigo sempre qualcosa in più, è stata mia la voglia di aggiungere nella nostra selezione un vino rosato, parte del ricavato della sua vendita l’abbiamo devoluto a un’associazione benefica. Mi sono conquistata la mia quota rosa in azienda, dedicandomi tanto, quando questo era possibile, all’ospitalità in cantina.

L’attuale periodo storico sta mettendo a dura prova l’economia del nostro Paese, dal vostro punto di vista com’è la situazione?

La perdita c’è soprattutto a causa della chiusura dei ristoranti, la nostra produzione si attesta sulle 180 mila bottiglie, all’estero siamo presenti in Europa, America, Giappone, ma al momento è tutto fermo anche lì.

Riuscite ad avere un minimo di progettualità per il nuovo anno?

Ad oggi le nostre valutazioni procedono considerando il breve periodo vista l’incertezza generale in cui viviamo. Il capitolo degli eventi, tassello importante per la nostra cantina, non ha una programmazione, viviamo alla giornata. Grazie all’e-commerce e al nostro punto vendita aziendale siamo riusciti a mantenere botta. Si è aperta una nuova fetta di mercato legata agli acquisti da parte dei privati.

Degustazione

Heredio Riserva Frascati DOCG 2018 È il primo anno di produzione per queste mille bottiglie che l’azienda ha dedicato a Bruno Gasperini Senior. Il colore è un giallo paglierino dalle sfumature dorate brillanti, al naso si percepisce la sua consistenza e il carattere grazie all’ampiezza dei profumi percepiti. Le note frutta gialla matura si impongono, lasciando trasparire note di mela cotogna, sentori minerali, tipici del terreno d’appartenenza, si percepiscono profumi erbacei e una nota di mandorla tostata come degna conclusione. In bocca è chiaro l’equilibrio tra la freschezza e la sapidità, che terminano su un finale lungo.

Solo Mia Malvasia Puntinata IGP Lazio 2019 Giallo Paglierino dai riflessi dorati, al naso rivela un’immediata freschezza, che al sorso è ampliamene confermata. Profumi di pesca gialla sono arricchiti da note agrumate, il finale si rivela abbastanza lungo, lasciando al ricordo una percezione ammandorlata.

Oniro Cesanese IGP Lazio 2019 Colore rosso rubino brillante. Al naso sprigiona un bouquet di profumi tutti orientati su note floreali, dalla viola alle rose rosse, in seconda battuta irrompono i profumi di frutti rossi e ciliegie, una leggera nota di tostatura incornicia il tutto. In bocca la giovinezza di questo vino mostra i muscoli e il proprio carattere, riuscendo a delineare un profilo che con il passare degli anni potrà donare piacevoli sensazioni.

753 Roma DOC Rosso 2019 Rosso rubino compatto per questo blend diviso tra Cesanese e  Montepulciano con la quantità del 50% per vitigno. Dal bicchiere si fanno largo i profumi fruttati di visciole e amarene, le note speziate predominano come il pepe nero, impreziosito dal cacao amaro in polvere, caffè tostato e leggere note di cannella. Riesce ad accarezzare il palato, attraverso i suoi tannini delicati, imponendo la propria struttura su un finale degno dei migliori ricordi.