Castelli, giardini segreti e trote alla brace: le tappe di un itinerario nell’alto maceratese da non perdere.

Conoscete i Varano? Per oltre trecento anni furono Signori di Camerino e costruirono a difesa e controllo del loro territorio un formidabile scacchiere fortificato che si avvaleva di numerose costruzioni militari: rocche, torri e cinte fortificate. Fra il 1260 e il 1280 Gentile I da Varano fece edificare le due torri della Rocca d’Ajello, il cui nome deriva forse dalla parola “Agellus” (campicello). Erano torri di avvistamento, da cui si effettuavano collegamenti a vista con altre fortezze dello scacchiere e si controllava il vicino fiume Potenza, la conca del Palente e la gola che conduceva a torre Beregna, detta anche “Troncapassi”, protagonisti silenziosi di paesaggio affascinante, che abbraccia la ricca storia di borghi e castelli, un’attrezzata rete sentieristica ed un’enogastronomia di tutto rispetto, che fanno dell’alto maceratese un territorio da visitare tutto da assaporare.

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Nell’inventario dei beni dei Varano fatto redigere nel 1502 da Cesare Borgia, impadronitosi dello stato di Camerino, Ajello è definito “Villa con Rocca”. Dopo la fine della signoria dei Varano, a metà del ‘500, il castello passò allo Stato della Chiesa e quindi a varie famiglie fra cui i Massei e i Bruschetti. Nella seconda metà dell’Ottocento fu acquistato da Ortenzio Vitalini, ai cui discendenti tuttora appartiene.

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Il 2 e 3 giugno 2018 si svolgerà proprio all’interno della “Rocca d’Ajello” la manifestazione “INCONTRIAMOCI IN GIARDINO”, organizzata in Italia dall’Associazione Parchi e Giardini Italiani in contemporanea con altri Paesi Europei   nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.
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La bella e variopinta iniziativa nasce proprio con l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico la sorprendente ricchezza artistica, storica, botanica e paesaggistica dei grandi giardini italiani.  Il Castello di Rocca d’Ajello infatti, oltre all’imponente e suggestiva struttura (che ospita cerimonie ed eventi privati) fa dei fiori uno dei sui vanti che, con le loro esuberanti fioriture, ingentiliscono la severa struttura medievale dell’antica fortezza colpendo lo sguardo dei visitatori con masse di corolle colorate ed alberi da frutto, come se fossimo immersi in un quadro impressionista.
La Rocca, a ragion veduta, ha dunque deciso di aderire a questa iniziativa aprendo al pubblico i suoi giardini perché in nessun altro luogo delle Marche se ne possono ammirare così tanti; saranno dunque visitabili: Il Giardino della Rocca, che si estende lungo la facciata principale del castello; Il Giardino del Frutteto, che porta dal parcheggio al castello; Il Giardino Bianco e la Passeggiata.

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Sono inoltre previste una serie di attività:

  • Visita dei giardini
  • Visite guidate al castello
  • Visita al laboratorio dei Fiorai della Rocca, dove si realizzano gli addobbi floreali per gli eventi
  • Degustazione e vendita di vini e prodotti del territorio
  • Vendita di piantine prodotte dall’Azienda Agricola del castello.

Per Info più dettagliate cliccate qui.

Se di tanta bellezza non foste ancora sazi, Vi consigliamo di provare le tipicità della terra marchigiana tra Vincisgrassi, Cappellacci, Tagliatelle, Gamberi di Fiume e Trote, suggerendovi un posticino fuori dai soli noti circuiti: da Faustina a Sefro (Via Roma, 3, 62025 Sefro MC // 0737 45320) comune vicino alla Rocca d’Ajello, nell’entroterra della provincia marchigiana, conosciuto come “il paese delle Trote”.

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A Sefro, meta golosa e nascosta tra le valli del Fiume Potenza, curiosi, gourmet ed “esploratori del gusto” potranno assaporare sapienti tradizioni gastronomiche con due tipicità del territorio: la trota marchigiana (prelibato pesce pescato nelle acque limpide e gelide del torrente Scarsito alle pendici dell’altopiano di Montelago), magari accompagnato da una buona bottiglia di Verdicchio di Matelica, vino DOCG, uno dei bianchi italiani più apprezzati a livello internazionale, magari delle Cantine Collestefano e La Monacesca.

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Se poi aveste anche voglia di visitare e comprare in loco da qualche itticoltore, ovvero imprenditori illuminati del pesce di acque dolci e terre di confine che sono oggi i pilastri di un’economia sostenibile fondata su una natura incontaminata che crea un habitat favorevole allo sviluppo e proliferazione di una trota di altissimo pregio, Vi consigliamo “Erede Rossi Sivio” – Azienda Agricola Troticoltura, una delle più importante e prestigiosa società europea nel ramo dell’acquacoltura che gestisce una decina di allevamenti in Italia e all’estero.

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Se poi non doveste fare in tempo a programmare il vostro itinerario alto maceratese per questo fine settimana, segnate in calendario il 15 agosto perché ogni anno, a Sefro, si svolge una grande festa popolare con la preparazione di piatti e panini a base di Trota sia fritta che arrosto.  #SaveTheDate