Chef Francesco Apreda: pausa forzata pensando alle nostre famiglie e ai più deboli

Circa un anno fa lo chef campano Francesco Apreda divorziava dal ristorante Imàgo dell’hotel Hassler a Roma. Iniziava così una nuova, emozionante avventura, il debutto di un ristorante che porta il suo nome – Idylio by Apreda – all’interno dello scenografico The Pantheon Iconic Hotel. Tanta emozione, tanto impegno e altrettanta gioia culminata con il riconoscimento della stella Michelin. Nell’emergenza Coronavirus il primo pensiero dello chef è per la famiglia, e per i membri del suo giovane staff.

Che impatto sta avendo l’attuale situazione nella sua vita professionale?

Questa emergenza ci ha messi di fronte a decisioni che mai avremmo pensato di dover prendere. Da quando è iniziata si sta sgretolando il pavimento sotto i nostri piedi, giorno dopo giorno…chiudi questo, chiudi quello, manda un ragazzo a casa, dì a quell’altro che non si può rinnovare il contratto. Da leader cerchi di placare gli animi ma ti accorgi che è tutto più grande di te e l’unica cosa che puoi fare è rasserenare le persone che ti circondano. La preoccupazione è tantissima, ti trovi in una situazione di impotenza, sentirsi dire che chiude l’albergo e devi restare dentro casa aspettando non si sa fino a quando fa paura, però alla fine io nel mio piccolo ho cercato di confortare quelli che mi sono vicini facendo capire che la situazione può migliorare attenendoci ai comportamenti prescritti. Mi sono comportato da leader nei confronti di quelli che hanno partecipato con me a questo progetto che è iniziato da poco, praticamente un anno fa, e se veramente tutto finisce mi ritrovo a ripartire ad aprile come sono partito l’anno scorso, con uno stimolo diverso, una forza d’animo nuova per affrontare il futuro.

Come sta andando a casa?

A casa mi sono sentito padre e quindi mi sono catapultato dentro la mia famiglia, con i bambini che in questi giorni stanno subendo l’attenzione mediatica su questa situazione. Giocano, però dentro di loro avvertono che c’è qualcosa che non va…è tutto così strano, nel mio cuore ho sentito di dover affrontare questa situazione pensando ai miei cari, alla mia famiglia, facendo capire ai miei figli che un giorno tutto questo finirà. Cerco di tranquillizzarli e di trascorrere questo tempo con loro al 100% senza badare troppo a cosa succederà sul lavoro domani. Noi ci dobbiamo concentrare su questo, dobbiamo pensare a quello che sta succedendo adesso e prendere questo periodo come una pausa di riflessione. Abbiamo tanto tempo a disposizione per pensare, non ne abbiamo mai avuto così tanto perché il nostro è un lavoro in cui spesso agiamo d’istinto.

Ieri Chiara Soldati ospite della nostra rubrica sosteneva infatti che siamo fisicamente prigionieri ma il nostro pensiero è libero, e ne dobbiamo approfittare per riflettere.

Io in questi giorni rifletto molto, pensando anche a chi è debole economicamente, a chi aveva una vita concentrata sulla preoccupazione di arrivare a fine mese…tanta gente avrà difficoltà. Vado sempre a buttare l’immondizia e in questo periodo i cassonetti sono mezzi vuoti. Magari sarà il fatto che la gente esce di meno però ho pensato che forse c’è qualcuno che inizia a farsi i conti in tasca e cerca di risparmiare all’osso…è una situazione difficile.

Il ristorante Idylio by Apreda è interno al The Pantheon Iconic Hotel che fa parte della Tridente Collection. Quale linea state seguendo?

Siamo associati Marriott però la compagnia che conta 7 strutture è di proprietà di Emidio e Fabrizio Pacini con i quali sono sempre in contatto. Quello che sta succedendo a noi sta succedendo a tutti, il turismo soffrirà tanto. Quando rivedremo i turisti a Roma? I confini si stanno chiudendo, gli altri paesi stanno cominciando ad essere nella nostra stessa situazione…io ragiono, la terrazza la apro, il ristorante lo apro e lavoro con gli italiani, coi romani, ma quando rivedremo i turisti? Quando si riempiranno di nuovo gli hotel? Questo è quello che spaventa. L’Italia vive di turismo, su questo siamo una delle nazioni più forti al mondo, ma se non ci sono i turisti…ci vorrà tempo, tutto accadrà poco alla volta.

Ti stai confrontando con altri colleghi?

Sì, stiamo parlando più che altro del quotidiano, di quello che ci sta succedendo, del fatto di stare vicino alla famiglia, di capire un po’ la situazione…secondo me non c’è ancora quella riflessione che ci porta a capire come fare squadra un domani. Ma ci arriveremo, sfruttando questa lunga pausa, e quando torneremo in trincea saremo carichi di idee e nuove iniziative. Ognuno farà in modo di creare lavoro per altre persone, perché in questi giorni ci sono tanti ragazzi che hanno perso il posto, che si sono sempre appoggiati a noi, hanno avuto fiducia e poi si sono visti abbandonati nelle loro case senza sapere cosa ne sarà del futuro. Io voglio dare conforto e far capire loro che un giorno ci ritroveremo e lavoreremo meglio di prima.