Tra i tanti appellativi che si possono dare al cibo e alla cucina c’è quello della forza. La forza che serve per crescere, per andare avanti, per vincere le battaglie e per combattere contro le ingiustizie. La cucina è cura e rivoluzione insieme, soprattutto in certi luoghi e soprattutto quando racconta certe storie di donne.
La storia di oggi, è una storia al femminile. È la storia di Nicoletta Cosentino, anima di un progetto che mette insieme voglia di rinascere e cucina, cibo e rabbia contro i soprusi vissuti personalmente e quelli che vivono quotidianamente tante altre donne intorno a noi. Nicoletta Cosentino è la promotrice e fondatrice di Cuoche Combattenti, un progetto di imprenditoria sociale che riunisce tante donne, diverse fra loro, ma accomunate da un passato di violenza, solo da dimenticare. Un progetto che regala l’opportunità di ricostruire qualcosa di speciale per sé attraverso la bontà del cibo, appunto.
Siamo a Palermo e ben quattro anni fa è iniziato il percorso di Nicoletta presso il centro antiviolenza Le Onde, qui ha frequentato uno stage presso un laboratorio di produzione dolciaria della città e alla fine di questa esperienza non si è fermata più. Con altre donne vittime di violenza come lei ha dato vita a questo impresa con l’obiettivo di rivendicare il diritto di denunciare, abbattendo quel muro di silenzio che sembra insormontabile quando si deve affrontare in solitaria. Ed è proprio il cibo e ciò che queste “cuoche combattenti” preparano tutti i giorni la loro arma, la loro voce, il loro modo di dire “prenditi cura di te”, “non avere paura”, “denuncia”. L’associazione si muove nel concreto dando alle donne vittime di violenza la possibilità di allontanarsi da ambienti malsani e di vivere in un’ottica lavorativa attraverso il recupero, la produzione, la commercializzazione di ricette popolari. Da qualche tempo le Cuoche Combattenti di Palermo hanno una loro bottega-laboratorio dove mettere le mani in pasta e confezionare quello che preparano tutti i giorni: conserve, marmellate, dolci da forno.
I prodotti sono tutti artigianali e nascono da ricette tradizionali, utilizzando materie prime a Km 0 da coltivazioni Biologiche per garantire il rispetto della Terra e la genuinità del prodotto finale. “Creiamo i prodotti e contattiamo i piccoli produttori del territorio, selezionando materie prime da coltivazioni sostenibili. Applichiamo e veicoliamo messaggi sui criteri di consumo etico e sostenibile, sulle produzioni a impatto minimo, perché crediamo che ognuno possa contribuire a rendere la Terra un posto migliore per tutte e tutti. Per noi il cibo è veicolo di valori!”
Questo il primo punto fermo di questa azienda speciale. Poi segue la filosofia di queste donne che vedono e interpretano il cibo come un metodo per comunicare e condividere: “si offre il cibo per accogliere, per socializzare, e già dalla preparazione il cibo è condivisione di saperi, di compiti ed è un momento di confronto e di socializzazione”. Perché Cuoche Combattenti è lo strumento per acquisire competenze personali, tecniche di lavoro, autonomia, capacità imprenditoriali, oltre che mezzo utile a trasmettere gioia.
Cibo come sapere, valori e tradizione, ma soprattutto ricette tipiche della tradizione siciliana. Sono le ricette di famiglia che vengono infornate e messe in barattolo per raccontare storie e culture di popoli e paesi che hanno il potere di arrivare a tutti. Racconti di sapori e profumi, che usano anche le parole, quelle dure, quelle forti, quelle utili a combattere e far capire. Il progetto, infatti, prende forza e si sviluppa a partire dall’acquisizione di alcune importanti consapevolezze e le mette nero su bianco con le Etichette parlanti, anch’esse combattenti.
Ogni prodotto ha un’etichetta parlante che riporta il logo dell’associazione, una mano che impugna e brandisce un mattarello, eletto a simbolo di lotta e di cucina, e un messaggio pensato per contrastare la violenza sulle donne, smontare stereotipi e ruoli relazionali che “autorizzano” abusi, smascherare la violenza, rinforzare l’autostima e la libertà personale. Nascono così una serie di “Etichette Antiviolenza“, progetto nel progetto, che vengono apposte in ogni produzione delle cuoche Combattenti. “Meriti un amore felice”; “Sei bella così, con tutta la tua ciccia”; “Senza paura sei molto più bella”: frasi semplici ma dirette, un modo per sottolineare l’amore verso sé stesse che va recuperato e coltivato, monito per le altre donne che vivono esperienze simili.
“Le etichette ce lo ricordano e girano per le cucine, per le mani di tante donne che forse hanno bisogno ricordare quanto valgono, quanto meritano e che la vita non va sprecata. Il progetto nasce e si sviluppa per questo: aiutare le donne in difficoltà dando loro delle opportunità lavorative e formative”.
Ma veniamo ora ai prodotti, a questo cibo così esaltato e ispirazione di progetti importanti. Dai prodotti locali e dalle ricette di famiglia nascono confetture di pere e noci, mele e nocciole, di prugne e poi i pesti di melanzane e i prodotti da forno dolci e salati. Su questi ultimi le nostre “combattenti” si dilettano tra mandorle pralinate, cracker con farine locali integrali, frollini e dolcetti tipici che si trovano in vendita diretta nella loro bottega che sul loro shop on line, perché oltre ad alzare il mattarello strizzano l’occhio al digitale e ai social, gli strumenti utili per raccontare a moltissime persone la loro storia e presentarsi come esempio di forza e rinascita.