Roma è una città dove la storia non manca, ma per una generazione come la mia rimane sempre affascinante immaginarla senza esagerare con l’andare indietro negli anni, diciamo fermandosi a quelli in cui si girava con i pantaloni scampanati e le camicie col collo pizzuto, con gli occhiali a goccia colorati e la vespa quattro marce. Nel 2017, a Roma, quando entri in un’attività che quegli anni li ha vissuti e che, anzi, dura dal 1929, di solito t’immagini chi possa esserci mai entrato, chi fossero i passanti e quanto belle potevano esser quelle strade tutte intorno; qualcuno se la immagina via dei Parioli nel 1929?
Io no, ovviamente, ma c’è un posto dove la storia è possibile sentirsela raccontare, compresa quella degli anni belli della “Dolce vita”, tra l’altro, da un punto di vista mai cambiato perché al civico 39 di Via dei Parioli, nel 1929, apriva un “Vini e Olii” e a tirare su la serranda, semmai ci fosse stata, fu Emidio Bulzoni.
Oggi l’Enoteca Bulzoni è alla terza generazione e Alessandro e Riccardo, nipoti di Emidio, sono lì che continuano ad aver cura di chi varca la loro soglia, un po’ per abitudine, un po’ per scoperta. Personalmente ho conosciuto l’enoteca tanti anni fa, quando da appassionato di vino sceglievo posti ricercati dove portare biscotti deliziosi, ma questa è un’altra storia perché oggi, in una splendida ottombrata romana, ci rientro affascinato principalmente da una cosa: la voglia e la capacità di non smettere mai di crescere e maturare.
La storia ha il suo fascino ma la cosa che più mi colpisce, quando cambia, è il racconto di come si riesca a farlo, il perché lo si decida e qual è il momento esatto in cui qualcuno, cosciente o incosciente, si siede a tavola con il fratello e davanti a un bicchiere (così li immagino i fratelli Bulzoni), si confronta su quel qualcosa in più che ha deciso di ottenere. Andare avanti, evolversi, un po’ per rispetto alla storia che si rappresenta, un po’ per dovere verso quella che si scrive.
E’ stato così che in ottima compagnia, tra un involtino di verza ad avvolgere salsicce di fegato del maestro Roberto Liberati e un calice di bollicine “naturali” consigliate da Alessandro, ho apprezzato l’ambiente informale e caldo della “nuova” Enoteca Bulzoni: un posto creato per consolidare proprio la storia che continua a scorrergli addosso, tra persone che passano, si fermano e parcheggiano ormai dove riescono a trovare, scoprendo che la storia di Alessandro e Riccardo è qui, fiera, nell’evoluzione di uno spazio attento alle esigenze che cambiano.
Quest’Enoteca Bulzoni, avvalendosi di una cucina semplice ma basata su materie prime di altissima qualità, ha puntato sulla capacità di poter offrire a chi entra ogni giorno di fermarsi, di sedersi, di godere di quegli spazi e di quella storia da farsi raccontare. Tra quei tavoli c’è la possibilità di poter prendere una bottiglia e berla lì, su Via dei Parioli, mangiando in un salottino intimo che a me ha dato l’impressione forte d’essere una biblioteca antica, dalle luci calde e coi colori dei volumi etichettati tutt’intorno.
Dal 1929 una lunga storia e una garanzia sui vini, dalla calda ottombrata romana targata 2017, anche cucina.
Semmai vi servisse un buon motivo per andare o tornare a fare un giro dai Bulzoni, ne avete almeno tre.
E PER I PIU’ CURIOSI, QUESTI SONO I MENU…