Food Social Experience: chi sono i nuovi influencer, cosa cercano e cosa fanno

Sono il gruppo sociale più vivace ed intraprendente della scena attuale. Chi sono i millennials e perché sono così importanti nella ristorazione?

Come dico sempre, all’esercizio della food experience contribuiscono svariati fattori.

Il prodotto, l’atmosfera, il look & feel, il servizio possono, di concerto, regalare un’esperienza davvero unica al cliente. E la presenza di questi aspetti è ancor più legittimata da una tendenza nota ed evidente agli occhi di tutti: la food social experience, ovvero la potenziale shareability dell’esperienza di un format ristorativo che i millennials colgono e mettono in campo quotidianamente.

 

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Chi sono i millennials e cosa vogliono.

Nel 2016 Nielsen definiva “millennialsquei giovani nati tra il 1981 ed il 1995, di età compresa quindi tra i 20 e i 35 anni circa. La generazione del “noi”, dell’”adesso” e del “di più”.

La generazione che nonostante non abbia un così forte potere d’acquisto, vuole influenzare il più possibile lo scenario attorno a sé, grazie alle sue innate skills tecnologiche e la sua propensione naturale ad informarsi costantemente sul web e a vivere nel mondo digitale attraverso i social network.

I millennials si mostrano esigenti nei confronti dei brand con i quali entrano in contatto, vogliono interagire attivamente con loro e vogliono poter condividere il più possibile le loro esperienze con i loro amici e non solo.

 

Come si rapporta tutto questo con il mondo della ristorazione?

I Millennials sono anche quelli che per il 60% non rinunciano ad un pasto fuori casa alla settimana e che, per il 40%, utilizzano attivamente la tecnologia durante i pasti (fonte: Nielsen). Ecco perché ogni professionista del settore non può non prendere in considerazione questo target che offre potenzialmente due grandi opportunità: da una parte può rappresentare una fetta importante di clientela ma, dall’altra, può di certo amplificare il fenomeno del word of mouth.

 

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In che modo?

Se è vero che i Millennials per loro natura trasferiscono abitualmente ogni loro esperienza dal reale al digitale, questo è ancor più vero quando vanno a cena fuori.

Il passaparola si traduce nella condivisione di immagini, dirette Fb, storie, hashtag, post sui principali canali social (Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat). Se da una parte, quindi, il format può godere delle condivisioni dei propri clienti/utenti in maniera passiva, dall’altra è possibile sfruttare proattivamente questa tendenza tramite l’Influencer Marketing, ingaggiando profili che godono di una community rilevante e profittevole per il proprio brand.

 

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I millennials sono esigenti nei confronti delle aziende: non solo vogliono conoscere come fanno quello che fanno ma vogliono interagire, dire la loro, sentirsi parte attiva della comunità di consumatori di quel relativo brand.

Nell’ambito ristorativo, è possibile assecondare quest’esigenza da parte dei clienti, ad esempio con un personale di servizio disponibile al confronto ma anche con una comunicazione social attenta ed interattiva che risponda tempestivamente alle interazioni degli utenti, oltre a stimolare la loro curiosità con la pubblicazione programmatica di contenuti interessanti.

Il food-to-share non è però soltanto online. Penso ad esempio alla birra self made da spillare direttamente al tavolo, ai piatti XL da condividere, alla pizza da degustazione già spicchiata, alla possibilità di far comporre al cliente il proprio piatto. Tutte esperienze che lo coinvolgono attivamente e che avranno comunque una risonanza nel mondo digitale, grazie agli scatti ed alle condivisioni online da parte del millennial.

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