Le Donne del Vino alla Camera per le istanze sul Recovery Fund

Sono giorni frenetici per la politica italiana in preda a una crisi di governo, avvenuta durante lo stato d’emergenza sanitario, che deve fare i conti con l’approvazione e realizzazione di un piano di ripresa per il nostro Paese, “Ricovery Fund” che permetterebbe all’Italia di disporre di oltre 200 miliardi da utilizzare per rilanciare l’economia del Bel Paese. Lunedì 1° febbraio la vicepresidente della  XIII Commissione – Agricoltura della Camera dei Deputati, Susanna Cenni ha accolto la presidente Donatella Cinelli Colombini e la sua vice Paola Longo, dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, che si sono fatte portavoce delle 900 loro associate, per presentare le loro istanze per arricchire il capitolo agricoltura del Ricovery Fund.

I punti segnalati come più critici sono quattro: Digitalizzazione delle Aree rurali, Agricoltura di precisione, Trasporti e viabilità, Servizi per la maternità, a cui si aggiunge un forte appello alle politiche di genere e al settore turistico che ha nell’enogastronomia uno dei punti di forza a cui il Recovery Fund deve dare ripartenza e consolidamento. L’appello è affinché l’agricoltura non venga presa in esame solo per l’impatto ambientale ma anche in termini economici e occupazionali all’interno di una filiera produttiva e commerciale che arriva sulla tavola dei consumatori e coinvolge quindi anche altri comparti nella logica Farm to Fork e di salvaguardia della salute dei consumatori.

Le donne dirigono circa un terzo delle imprese agricole italiane ma sono esempi virtuosi: infatti pur gestendo solo il 21% della SAU- superficie agricola utilizzabile, producono il 28% del PIL agricolo. Sono un’enorme risorsa per l’agricoltura italiana perché spesso sono più scolarizzate e più aperte all’innovazione e all’internazionalizzazione dei colleghi uomini. Per questo la richiesta che arriva dalla consultazione delle 900 Donne del Vino italiane ha puntato soprattutto su 4 argomenti oltre il riequilibrio fra i generi, il sostegno al credito e all’esportazione.