Riso Rizzotti: da Camillo Benso ai nuovi impianti fotovoltaici // Un’Azienda al giorno

L’azienda Rizzotti vanta una tradizione di lunghissima data, dal XIX secolo opera nel settore agricolo,  da quando Camillo Benso Conte di Cavour promosse la costruzione dell’omonimo canale che fu realizzato a partire il 1860 e portato a compimento nei successivi tre anni.

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Si estende nella Cascina Fornace a Vespolate (NO) nel cuore della risicoltura italiana, la Bassa Novarese, zona vocata per tradizione alla coltivazione del re dei cereali dove le caratteristiche del terreno e delle acque, il microclima unito alla conoscenza delle tradizionali tecniche agronomiche, hanno creato un favorevole ambiente alla produzione dei migliori risi al mondo.

L’azienda ha avuto da sempre un indirizzo agricolo-zootecnico; il latte prodotto dalle mucche allevate veniva venduto ai caseifici, principalmente per alimentare la produzione di gorgonzola.

Nel 1998 Cascina Fornace ha investito nella realizzazione di una riseria per poter completare il ciclo di produzione dalla semina alla vendita, sfruttando a pieno gli 80 ettari di risaie di proprietà. Tre anni dopo l’attività aziendale si è concentrata solo ed esclusivamente sulla coltivazione del riso, abbandonando la zootecnia e la multicoltura. Questa svolta ha permesso di ottenere un prodotto affidabile e di qualità superiore, senza trascurare l’attenzione per l’ambiente; ad esempio da qualche anno l’azienda ha iniziato, in collaborazione con le principali istituzioni, ad usare il “compost” cioè il concime ottenuto utilizzando il materiale organico e il verde derivanti dalla raccolta differenziata. L’impegno si misura anche nell’applicazione delle più recenti tecnologie.

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In ambito coltivazione è stato introdotto il sistema di livellamento laser del terreno e il sistema GPS, installato a bordo dei mezzi agricoli, permette di effettuare con maggior precisione e miglior risultato normali operazioni come diserbo, semina e concimazione. Per la fase di lavorazione del riso si è investito ad inizio 2008, con un nuovo lettore ottico necessario per un’accurata selezione dei chicchi.

Per Fabrizio Rizzotti, alla guida dell’azienda risicola Riso Rizzotti di Cascina Fornace, la scelta di continuare questa attività deriva non solo dal desiderio di proseguire una tradizione, ma anche da una passione autentica per questo affascinante prodotto.

Con l’obiettivo di ottenere un prodotto sempre all’avanguardia e di qualità superiore, dal raccolto 2014 è stata introdotta la sperimentazione di una caldaia “onnivora” per l’essicazione del riso.

Questa caldaia offre la possibilità di essiccare il riso ad impatto zero; a differenza del gasolio e del gpl, usati normalmente come combustibili per l’essicazione del riso, i quali rilasciano sul prodotto i fumi dovuti alla combustione, in questo caso l’aria calda inviata all’impianto di essiccazione dalla caldaia è indenne, cioè priva di residui conferendo così un valore aggiunto al cereale trattato. La totale assenza di CO2 nell’aria di essicazione permette di dare un prodotto genuino e naturale.

I materiali usati come combustibili possono essere molteplici oltre che naturali: pellet di legno, sansa di olive, gusci di nocciole, segatura, cippato di legna, mais e molti altri tipi di scarti legnosi agricoli-forestali.

L’Azienda Rizzotti ha sempre volto un attento sguardo alle problematiche di emissioni inquinanti nell’aria, proprio per questo ha attivato nella propria azienda una produzione di energia elettrica ricavata dal sole, in maniera tale da far fronte in modo ecologico ed economico alle proprie necessità energetiche. Anche questo contribuisce ad avere un prodotto più “pulito” sostenendo il futuro. L’impianto fotovoltaico di potenza 20 kWp è costiuito da 80 moduli in silicio cristallino e posizionato sul nostro capannone principale. Lo scambio dell’energia viene effettuata sul posto ed è utilizzata totalmente per il funzionamento della riseria. 

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La produzione che si estende nella Cascina Fornace non ha come obiettivo solamente quello di dar vita ad un prodotto finale che sia eccellente per il consumatore, ma accompagna la produzione in ogni sua fase, aiutando il consumatore ad avere una visione migliore del nostro territorio: conservandolo e conoscendolo, in modo da poterlo sfruttare secondo una corretta etica.

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