Roma Convention Group e grandi eventi: ripresa da settembre per far ripartire motore del Paese

Nessun settore è immune dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria, nemmeno il fiorente segmento dei grandi eventi. Ne parliamo con Plinio Malucchi, Direttore Generale di Roma Convention Group, società 100% pubblica (90% Ministero del Tesoro, 10% Comune di Roma) incaricata della gestione diretta delle location storico-artistiche a vocazione congressuale più rappresentative del quartiere Eur (La Nuvola e Palazzo dei Congressi).

Quali sono le sue considerazioni sull’attuale situazione?

Dal momento in cui è esplosa la drammatica problematica del Coronavirus, nel giro di un mese il modo di valutare la situazione è cambiato molto. Chiaramente giorno dopo giorno diventa sempre più difficile progettare con un minimo di serietà il futuro che ci si prospetta. Dobbiamo pensare positivo e prendere forza per valorizzare sempre più il prodotto italiano. In questi giorni con i miei stiamo rivedendo il budget, come tutte le aziende che sono sul mercato. Per pensare positivo io ho stabilito che dal 30 giugno possa iniziare una fase di inizio di normalizzazione che potrebbe consentire nell’ultimo trimestre, e se non è troppo ardito nell’ultimo quadrimestre, di iniziare una ripartenza nell’ambito degli eventi e delle manifestazioni, che significa poi una ripartenza della vita del Paese a tutto tondo.

Dall’inaugurazione della Nuvola di Fuksas, nel 2016, il settore degli eventi nella capitale sta vivendo una fase di importante crescita.

Sì, quasi non ce l’aspettavamo. Diciamo che l’impegno di gestire una struttura di queste dimensioni e questa complessità non era banale. Roma si pensava avesse delle difficoltà e invece, non per merito mio ma di tutta la struttura, abbiamo raggiunto risultati inaspettati con delle manifestazioni da parte dei mercati internazionali veramente importanti. Dal 29 ottobre 2016, giornata inaugurale della Nuvola, a fine 2019, abbiamo realizzato 100 eventi. A livello di piano industriale i risultati economici sono stati superati in percentuali straordinariamente importanti e questo chiaramente ci ha resi pieni di orgoglio e consapevoli che Roma, che noi rappresentiamo, può competere perfettamente e senza nessun timore con tutte le grandi realtà internazionali.

Roma Convention Group è una società pubblica al 100%. Quali interventi vi aspettate dallo Stato?

La filiera degli eventi è totalmente colpita, nessuno è escluso. Essendo chiuse tutte le iniziative, dai trasporti alle tecnologie, dall’ospitalità al catering, dagli allestimenti ai servizi di hostess, la ristorazione, tutto il settore è stato colpito in modo totale. In ambito governativo si stanno annunciando misure, è chiaro che si interverrà sulle situazioni più critiche, ma è altrettanto vero che essendo stato colpito tutto il Paese in ogni settore produttivo c’è bisogno di un intervento massivo da parte dello Stato. Deve essere un intervento organico, concentrato sul prodotto italiano per dargli la forza di risorgere e affermarsi in maniera ancora più forte di prima. Dalle situazioni di criticità non è detto che non si possa uscire più forti. Ci vuole impegno, serietà e industrializzazione di tutti i processi di crescita e di sviluppo.

Vi state preparando ad eventuali misure volte a regolare i flussi di pubblico agli eventi?

Le dinamiche dei flussi dei centri congressi sono abitualmente sottoposte a modifiche o aggiustamenti a seconda del tipo di evento, quindi, per quanto riguarda l’esigenza di maggiore sicurezza e distanza tra le persone, i miei uffici tecnici stanno già valutando la situazione.

La data prevista per l’allentamento della quarantena si allontana, non essendo ancora la situazione dei contagi sotto controllo. Pensa che in una fase iniziale della riapertura saranno applicate norme particolarmente stringenti?

Forse sì, ma forse non è particolarmente adatto fare un ragionamento del genere nell’ambito delle grandi iniziative. Questo è sicuramente vero nell’ambito degli alberghi, ristoranti, cinema e location dove i numeri possono essere contenuti. È chiaro che in una struttura come quella della Nuvola identificare un dimensionamento parziale si farà se necessario. Oggi non sappiamo dove possiamo andare a cadere, potremmo anche vederla in modo più positivo, pensare che intervengano dei fattori ad oggi non previsti, straordinari, che possano in qualche modo semplificare la ripartenza.

Alcuni degli eventi che si svolgono a Roma si identificano con La Nuvola, e viceversa. Sarà ancora così?

Una location come La Nuvola è riconosciuta come un’opera d’arte in tutto il mondo. Mi riempiono d’orgoglio quando danno i giudizi sulla sua bellezza, la modernità, l’idea pazzesca che ha consentito di realizzare una struttura di questo genere. Tornando alla domanda, i miei uffici commerciali da quando è scoppiata questa pandemia, lavorano tutti i giorni per il posizionamento degli eventi che sono saltati in questi mesi. Nonostante il problema folle che c’è al momento, il mercato ancora crede fortemente in questo tipo di attività, quindi noi abbiamo messo una deadline al 30 di giugno, nella speranza di poter riacquistare piano piano un po’ di normalità, per arrivare al mese di settembre-ottobre e riprendere le manifestazioni presso le nostre strutture. Se lei oggi mi chiedesse la disponibilità per un evento nei mesi di ottobre, novembre e dicembre non potrei dare una risposta positiva, a conferma che ancora il mercato sta tenendo duro. Anche Excellence rientra tra i grandi eventi svolti alla Nuvola; ha avuto un enorme successo per aver dimostrato di poter competere con le grandi kermesse. Roma deve avere un evento, una fiera, un momento di incontro sul food & beverage a livello internazionale. Non voglio far riferimento ad altre realtà italiane che brillantemente si sono affermate, ma quello che non riesco a capire, da appassionato del settore, è perché Roma non ci sia mai riuscita. Forse serve un pochino di sinergia e un po’ di attenzione sui progetti importanti e seri e io spero che come cura per uscirne ci sia un’attenzione in questo senso.