Terra, dove tutto ha origine // L’Alta Scuola Italiana di Gastronomia di Luigi Veronelli ha inaugurato la Settimana della Cultura Gastronomica

Da cosa avviare le riflessioni sulla cultura gastronomica italiana se non dalle sue origini materiche e vitali? «Terra» è il primo tema di NutriMenti | Settimana della Cultura Gastronomica con cui si sono inaugurate ieri, mercoledì 4 luglio le attività dell’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli, progetto nato dalla collaborazione tra Seminario Permanente Luigi Veronelli e Fondazione Giorgio Cini con il sostegno di Banca Generali Private. La giornata di ieri ha riunito esperti, appassionati, professionisti e scopritori dei cibi e dei vini italiani sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, sede della Fondazione Giorgio Cini e della stessa Alta Scuola, per un viaggio volto a indagare lo stato dell’arte della cultura gastronomica italiana.

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«La terra, la terra, la terra» è stato l’appuntamento in omaggio al padre della critica gastronomica italiana contemporanea a cui è intitolata l’Alta Scuola, Luigi Veronelli, attraverso quattro autorevoli voci: Gian Arturo Rota, rappresentante della famiglia Veronelli, Ilaria Bussoni, filosofa, editrice e componente del Comitato Scientifico dell’Alta Scuola Veronelli, Alberto Capatti, storico della gastronomia e presidente del Comitato Scientifico dell’Alta Scuola Veronelli e Joško Gravner, vignaiolo in Oslavia – Collio/Brda.

Gravner, amico di Veronelli e da questi definito il “vignaiolo hacker”, poiché lo giudicava capace di sabotare con le sue radicali e rigorose pratiche quotidiane il sistema dell’agricoltura industriale, si è distinto nel corso degli ultimi vent’anni per aver rivoluzionato vigneto e cantina con il fine di creare un vino il più possibile vicino alle origini, a partire dall’adozione di un’anfora come contenitore di fermentazione e decantazione così come si faceva (e si fa) tradizionalmente in Georgia, terra madre del vino. Chi meglio di lui poteva omaggiare Veronelli? Per Gravner la terra è intesa in senso ancestrale, una “pacha mama”, a cui si deve rispetto e da cui provengono insegnamenti ineludibili colti grazie all’attenta osservazione quotidiana. «Tanti mi dicono che io torno indietro. Se questo significa fare maggiore qualità, sono orgoglioso di tornare indietro perché in realtà sto andando avanti» – ha affermato GravnerNessuna agiografia, dunque, ma una profonda umanità ha caratterizzato l’omaggio veronelliano a cui è seguita la tavola rotonda «Il sapere della Terra. Per una connessione tra gli sguardi e le identità disciplinari» con Alberto Capatti, storico della gastronomia e Presidente del Comitato Scientifico dell’Alta Scuola Veronelli, Renata Codello, Direttrice Affari Istituzionali Fondazione Giorgio Cini, Stefano Castriota, economista della Libera Università di Bolzano, Massimo Bertamini, responsabile del corso di laurea in Viticoltura ed Enologia Centro Agricoltura Alimenti Ambiente di Trento e Andrea Alpi, responsabile didattico dell’Alta Scuola.

Dopo una prima analisi dell’evoluzione economica e di mercato del vino, condotta dal prof. Castriota, che ha evidenziato come l’export sia oggi un settore trainante nell’economia italiana, soppesando la relazione mutata tra consumo interno ed esportazione, il prof. Massimo Bertamini ha sottolineato il valore della “terra” come paradigma attivo e formativo, importante nella relazione con ile giovani generazioni: «Cresciuto in una famiglia contadina della campagna trentina – ha spiegato Bertamini – ho avuto tante opportunità di testare il sapore della terra. Per sentirsi utili e diventare uomini, infatti, era fondamentale mettere le mani nella terra per ritrovare saperi anziani e scoprirne di nuovi. Saperi che mi hanno sempre appassionato tanto da spingermi a diventare di queste materie ricercatore e docente».

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Da oggi, giovedì 5 e fino a sabato 7 luglio, la magnifica sala realizzata alla fine del Cinquecento dall’architetto Andrea Palladio, in collaborazione con il pittore Paolo Caliari detto il Veronese, diverrà il “Sensorium” dell’Alta Scuola Veronelli, uno spazio dedicato ai “capolavori della vitivinicoltura italiana”, i vini che i visitatori potranno degustare contribuendo al progetto con l’acquisto online di un ticket (con 20 € si ha diritto all’assaggio di 5 grandi vini). Guido Berlucchi, Ca’ del Bosco, Cantine Ferrari, Les Crêtes, Kellerei Terlan, Vie di Romans, Villa Bucci, Braida, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Fèlsina, Gianfranco Fino e Donnafugata sono state le prime aziende a sostenere l’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli mettendo a disposizione il proprio vino più rappresentativo.

Per informazioni e prenotazioni altascuolaveronelli.it