Nata nel 1969, dopo essersi dedicata ad allevare ben 3 figli, ormai grandi, ha pensato che “l’allevamento” le si confacesse. Quindi nel 1999 ha impiantato un vigneto, monovitigno di aleatico, in un’epoca in cui i vitigni internazionali (Chardonnay, Sauvignon, tra i più importanti) la facevano da padrone: un pò un azzardo o un investimento fatto con coraggio e lungimiranza dato che oggi c’è un forte ritorno al territorio.
Da quel volo pindarico è nata tutta la sua produzione. Prima seguendo la tradizione con i vini dolci: Butuni, aleatico dolce naturale doc e il Turan Alestico passito che, in omaggio a lei e a tutte le donne, prende il nome della Venere etrusca. Poi addentrandosi nel campo della sperimentazione e basandosi sulle caratteristiche che l’aleatico esprime sul lago di Bolsena, ed in particolare nel suo vigneto, ha vinificato l’aleatico in secco; prima il rosato, che le ha dato e continua a darle molte soddisfazioni, poi bianco e rosso. Da un unico vitigno 5 magiche declinazioni che dichiarano la versatilità del suo aleatico e le mille potenzialità di un territorio ricco e ancora segreto.
ATTIVITA’: Cantina Vinicola Pacchiarotti
L’Azienda Agricola Pacchiarotti, nasce nel 1998 con una volontà ben precisa, quella di dare letteralmente radici a una famiglia che, da generazioni, è espressione di questa terra. Seppur in un ambito largamente maschile, la cantina ha voluto dare voce e risalto alla figura femminile che la guida e la caratterizza, quella appunto di Antonella. È così che questa forte realtà laziale si è fatta largo nel comune di Grotte di Castro, un paese della Tuscia al confine con Toscana e Umbria, puntando sul vitigno principe della zona, l’Aleatico. Le vigne,affacciate sul Lago di Bolsena, sono a circa 500 mt. di altitudine, con una felice esposizione sud, sud/est, e rientrano nella zona più storica e vocata della Doc dell’Aleatico di Gradoli.
CURIOSITA’
– Il tuo maggior successo nel lavoro:
“Non so quale è stato il mio maggior successo sul lavoro, forse ti potrei dire quello di aver creduto in un vitigno autoctono e così anticipare la tendenza alla territorialità, in tempi in cui andavano molto di moda i vitigni internazionali, ma anche aver creduto così tanto in questo vitigno da provare una vinificazione secca quando dalle nostre parti e non solo è sempre stato vinificato come vino dolce, quindi di averne intuito le potenzialità.”
– La sfida più grande che hai in corso:
“La mia sfida più grande è quella di riuscire a contribuire a far si che l’aleatico (seconda doc più antica d’Italia dopo la Vernaccia di San Gimignano) , torni ad avere il posto che si merita nel panorama enologico Italiano.”
– Un sogno, lavorativo, che hai nel cassetto:
“Il mio sogno nel cassetto è quello di produrre un vino importante che varchi i confini nazionali.”
– La tua personale “ricetta” per il successo:
“Per quanto riguarda il successo non ho, purtroppo, ricette personali. Penso però che se si lavora con dedizione, entusiasmo e convinzione e mooooolta umiltà, si possa fare bene.”
– La tua ricetta di cucina preferita:
“La mia ricetta preferita in realtà sono due: melanzane alla parmigiana e caponata. (Le melanzane mi piacciono proprio).”
– Un tuo vino del cuore:
“Adoro il pinot nero forse perché mi ricorda proprio il mio aleatico, ha un gusto familiare……MA non te ne saprei indicare uno in particolare.”
– La donna nel mondo enogastronomico che più ammiri e perché:
“La donna che ammiro di più in realtà sono due: due sorelle mie colleghe che lavorano con tanto coraggio, tanta forza e con gran cuore. Ma soprattutto molto talento. Sono le sorelleTeresa e Laura Verdecchia della tenuta la Pazzaglia di Castiglione in Teverina.”