Istanbul | Excellence Magazine

“Ecco Costantinopoli! Costantinopoli sterminata, superba, sublime! Gloria alla creazione ed all’uomo! Io non avevo sognato questa bellezza!”

Edmondo De Amicis

Istanbul panoramica

Istanbul panoramica

 

 

Adagiata tra il Mar Marmara e il Mar Nero, a cavallo tra il Dardanelli e il Bosforo, in un lembo di terra strategico, meta ambita da antichi popoli conquistatori, sorge l’affascinante e magica Istanbul. Considerata l’anello di congiunzione tra Oriente e Occidente, Bisanzio – la città amata da Agatha Christie che nella stanza 411 del celebre Pera Palace Hotel scrisse “Assassinio sull’Orient Express” – è oggi una megalopoli dai mille risvolti dove i fasti  e le insidie del passato si intrecciano alle evoluzioni di una città moderna, nominata Capitale della Cultura Europea nel 2010. “Davanti ai ciechi tu fonderai la tua città” sentenziò l’Oracolo di Delfi a Bysaz, capo dei Megari che si mosse dalla Grecia per fondare nel VII secolo a.C. Bisanzio (Bizantyon). Dalla leggenda alla realtà il passo è breve. Dopo essere stata terreno di guerra per Persiani, Ateniesi e Spartani, l’antica Bisanzio cadde nel II secolo a.C. sotto il dominio romano e, forte della sua privilegiata collocazione geografica, l’imperatore Costantino la nominò capitale dell’Impero Romano d’Oriente conferendole prima il nome di Nuova Roma e poi di Costantinopoli nel 324 a.C. Eretta su sette colli, proprio come Roma, Costantinopoli divenne un importante centro culturale, politico ed economico. A testimonianza della sua magnificenza l’Imperatore fece edificare una serie di monumenti tra cui un palazzo imperiale, l’Ippodromo e la piazza dell’Augustation. I suoi successori portarono avanti i lavori di rimodellamento della città di cui ancora oggi restano emblematiche costruzioni come l’Aya Sofya, Hagia Irene e Yerebatan Sarayi (Cisterna Bizantina). Attaccata e saccheggiata da Arabi, Barbari e Crociati, l’Impero Bizantino crollò definitivamente nel 1453 con l’ingresso dei Turchi guidati da Maometto II. Costantinopoli fu ribattezzata Istanbul (dal turco Islambol ) e si avviò così a diventare la capitale dell’Impero Ottomano raggiungendo l’apogeo sotto Solimano il Magnifico. Nel corso della prima guerra mondiale, Istanbul venne occupata dagli Alleati che posero fine all’Impero dei Sultani e, nel 1923, la capitale venne trasferita da Istanbul ad Ankara.Nasce così la Repubblica di Turchia. 

 

A spasso per Istanbul

Beyoglu Tram

Beyoglu Tram

Case Istanbul

Case Istanbul

Distese stoppose e bassi declivi caratterizzano il paesaggio che collega l’aeroporto di Sabhina Gokçen a piazza Taksim, un quartiere moderno gremito da occidentali negozi e percorso dai caratteristici tram su rotaie dal colore rosso. Man mano che ci sia avvicina a Bisanzio il traffico si fa sempre più intenso e iniziano ad apparire i tipici taxi dal colore giallo che percorrono incessantemente le vie della città. Difficile trovare un momento della giornata in cui gli autobus o le strade non siano animosamente affollate. La vista viene subito rapita dal Bosforo che si insinua tra le sponde della città dando vita a uno snodo di comunicazione tra il Mar Nero e il Mar Marmara. Due ponti sospesi, Boğaziçi Köprüsü e Fatih Sultan Mehmet, collegano la riva asiatica a quella europea. Lungo il litorale si affacciano le caratteristiche e fastose yali, abitazioni in legno costruite nell’Ottocento e appartenenti a nobili famiglie ottomane. Parchi, musei, moschee e antichi palazzi, tra cui il Dolmabahçe Sarayi – dimora marmorea degli ultimi sultani racchiusa in una cinta muraria – costeggiano il Boğaziçi ( il Bosforo) le cui acque sono facilmente navigabili grazie alle caratteristiche gite in battello. Avvicinandosi al Corno d’Oro, insenatura naturale del Mar Marmara e porto storico di Costantinopoli, svetta imponente nel quartiere di Beyoğlu la Torre di Galata alta 60 metri, eretta a guardia dello stretto del Bosforo dai Genovesi nel XIV secolo, da cui oggi si può godere una delle più panoramiche e suggestive viste su Istanbul. Il quartiere di Galata si unisce a quello di Eminönü tramite il Ponte di Galata, affollato da esperti pescatori e giovani appassionati che vi si soffermano dall’alba fino al tramonto. Sotto al Galata Köprüsü si schierano colorati caffè, ristoranti e locali in cui è possibile assaggiare le specialità di mare e il tipico panino con lo sgombro.

Un viaggio nella storia

È nella parte europea che Istanbul racchiude i suoi antichi tesori. Basta percorrere le strade di Sultanahmet per tuffarsi nel passato e rendersi conto di come le vicissitudini storiche abbiano plasmato la Porta d’Oriente rendendola oggi una meta di viaggio davvero unica. Addentrandoci nel complesso di Sultanahmet, nello spazio in cui un tempo sorgeva l’Ippodromo e il Palazzo Imperiale, situata di fronte a Aya Sofya, appare in tutta la sua maestosità la Moschea di Sultanahmet commissionata dal Sultano Ahmet I e costruita dall’architetto ottomano Mehmet Aga tra il 1609-1616. Un’imponente e armonica struttura dominata da una cupola centrale alta 43 m da cui si diramano quattro semicupole e a cui lati si stagliano sei minareti, sottolinea l’importanza della Moschea, seconda solo alla moschea della Ka’ba, a Mecca, con sette minareti. Varcato il portone centrale, si apre un grande porticato sormontato da 30 cupole al cui centro è ubicata una fontana esagonale circondata da sei colonne. Prima di entrare nella Moschea è obbligo, come in tutti i luoghi di culto mussulmano, togliere le scarpe e camminare sui colorati tappeti raffiguranti tipici motivi islamici. Avvolta in una leggiadra penombra, in un’atmosfera mistica, ecco apparire la sala della preghiera della Moschea Blu così denominata per le 20.000 piastrelle di ceramica di Iznik bianche, rosse, nere e in prevalenza

 

Moschea Blu

Moschea Blu

 

turchesi e blu che adornano le pareti sovrastate da 260 finestre. Dall’alto scendono imperiosi, a circa tre metri da terra, dei grandi lampadari ottomani che aumentano la suggestività del luogo ma che, a causa dei molti fili che li sorreggono, minano la veduta dell’interno. Una transenna divide lo spazio riservato agli incuriositi turisti da quello dei fedeli che pregano rivolti al mihrab la nicchia che indica la qibla (la direzione della Mecca). Usciti dalla Moschea Blu ci dirigiamo verso Santa Sophia, costruzione simbolo del potere bizantino, voluta da Giustiniano nel V secolo d.C, dedicata  appunto alla Divina Sapienza. Sorta come chiesa, poi diventata moschea per volere del Sultano Mehmet II, oggi Aya Sofya, in seguito all’intervento del presidente Ataturk nel 1935, è diventata un museo. L’esterno rivela i molteplici interventi a cui è stata sottoposta nel corso dei secoli: incendi, devastazioni, saccheggi e terremoti hanno colpito la basilica circondata da quattro minareti. Superato il doppio nartece, Aya Sofya si presenta in tutta la sua bellezza: la navata centrale è dominata dalla grande cupola di 30 metri di diametro e 56 metri di altezza ricoperta da preziosi mosaici e percorsa all’esterno da 40 finestre. Collegata a due semicupole laterali attraverso quattro pennacchi, la cupola poggia su 4 grandi pilastri costruiti con pietre lavorate. Grossi

Hagia Sophia Istanbul

Hagia Sophia Istanbul

Particolare

Particolare

medaglioni neri su cui sono stati impressi in color oro i nomi di Allah, Maometto e dei primi quattro califfi ci ricordano che la chiesa fu trasformata in moschea dal sultano Mehmet II, e ancora il mihrab posto nell’abside, il minbar ( pulpito costituito da una scala che conduce a un trono dove si proclamavano i sermoni) finemente decorato e la Loggia Imperiale rievocano il periodo mussulmano. Nella parte superiore dell’abside compare tra dorati mosaici, la Vergine che tiene sulle ginocchia il Bambino. Sopra le due navate laterali si aprono le gallerie un tempo destinate alle corte imperiale, a cui oggi si può accedere tramite una tortuosa salita. Percorrendo la galleria, incantati dalla magnificenza della basilica vista dall’alto, appaiono i resti di antichi mosaici raffiguranti cicli evangelici, imperatori e scene bizantine. A pochi passi dalla basilica di Giustiniano, sotto il livello della strada, è situata la grande e suggestiva Cisterna bizantina, un tempo adibita a fornire l’acqua potabile al palazzo imperiale. Una luce soffusa dalle sfumature rossastre pervade l’intero serbatoio ricoperto da 336 colonne alte 8 metri, ornate da capitelli dorici e corinzi. Una passerella in legno permette ai visitatori di camminare tra le storiche colonne e osservare i pesci che vi nuotano intorno. Nel fondo di Yerebatan Sarnici un cartello ci indica la presenza di una colonna con alla base il bassorilievo della testa rovesciata di Medusa. Estasiati dall’affascinante visita alla Cisterna, abbandoniamo l’epoca romana per immergerci nei fasti del mondo ottomano. Passando tra i venditori ambulanti di granturco, Bosphorus Bridge Istanbul 2castagne e raki (liquore profumato all’anice), ci incamminiamo verso il Palazzo di Topkapi (Porta del Cannone) simbolo del poter ottomano e dimora dei Sultani per quasi quattro secoli. Innalzato sul promontorio del Serraglio, il Topkapi domina incontrastato sul Bosforo e sul Corno d’Oro. Modificato nel corso degli anni dai sultani che vi risedettero, il palazzo si snoda in quattro grandi cortili che fanno da raccordo ai giardini e agli edifici realizzati in stile islamico. Tra le sale più importanti ricordiamo il Divan: la stanza dove si svolgevano le assemblee del Consiglio, a cui il Sultano assisteva seduto dietro una fastosa e dorata grata. Oltrepassando la Porta della Felicità si accede alla Sala delle Udienze, rivestita da pannelli di maioliche, per poi proseguire verso la Biblioteca di Ahmed III, le cui pareti sono ricoperte da disegni floreali e geometrici in ceramica Iznik, per poi giungere alla Tesoreria: le stanze in cui sono custoditi sontuosi gioielli e pietre preziose, armi finemente decorate e pregiati caftani in broccato appartenenti ai Sultani. Dietro la Sala del Consiglio, si accede all’Harem: un labirinto di stanze dalle mille e una notte, riservato esclusivamente alla madre, alle donne e alle concubine del Sultano.

In giro tra bazar

Poco distante da Sultanahmet, nel quartiere di Beyazit, facilmente raggiungibile con il tram, si trova il Kapali çarşı, meglio noto come Gran Bazar, meta imperdibile per ogni turista: non un semplice mercato coperto ma un folkloristico luogo dove poter acquistare gioielli, pezzi di antiquariato, lampade, prodotti per l’ hammam, tappeti e tipici souvenir turchi. Varcata la porta d’ingresso, entriamo nel caotico Gran Bazar costruito nel 1456 per volere di Mehmet II e sottoposto a ricostruzione, in seguito ad un incendio, da Mustafa II che fece realizzare le affrescate volte. Superato lo stordimento iniziale, ci addentriamo tra le 65 viuzze fiancheggiate da circa 4000 botteghe e negozi. Senza seguire un ordine particolare, ci facciamo trasportare dai vivaci colori e dai richiami dei venditori sempre pronti a intavolare una contrattazione. In nessun banco del Gran Bazar, infatti, troverete esposto un prezzo: ogni prodotto viene abilmente contrattato spesso sorseggiando un buon çay, un tè nero che vi verrà offerto in molti locali di Istanbul. Forti dei grandi flussi turistici, i negozianti parlano l’inglese, il tedesco, il francese e spesso anche l’italiano. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi l’ampia scelta di oggetti che si presentano davanti ai nostri occhi. Da visitare il Sandal bedesteni, l’ex mercato dei broccati oggi utilizzato dal Comune per le aste dei tappeti e l’Iç bedesten (mercato interno) dove si trovano pregiati pezzi d’antiquariato e splendidi gioielli. Tra un acquisto e l’altro è obbligo soffermarsi in un ristorante per mangiare il kebab, degustare le kofte (polpette di carne allo spiedo), assaporare un lukum (morbido dolce a base di

Turkish Food

Turkish Food

 

nocciole e pistacchi) o altre turkish delights acquistabili anche nelle molteplici pasticcerie disseminate nella città. Per fare incetta di spezie, molto usate nella cucina turca, non resta che fare un salto al Bazar Egiziano, anche detto Bazar delle Spezie, per lascarsi inebriare dalle profumatissime e variopinte polveri orientali che colorano i banchetti del mercato. Un vero trionfo del sapore.

di Mariolina Pepe

Per informazioni:

Ambasciata di Turchia 


Ufficio Cultura e Informazioni

Piazza della Repubblica, 56

00185 Roma

e-mail: [email protected]

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