L’Italia riapre. Giorno dopo giorno abbattiamo nuove barriere verso quella normalità tanto desiderata, che in questo periodo di restrizioni, abbiamo imparato a non dare per scontata e anzi a rivalutare con entusiasmo. Per i prossimi mesi si ipotizza una ripresa delle attività su larga scala: ristorazione, accoglienza, turismo, vendita. L’intera filiera si è rimessa in moto e si punta all’estate e alla libertà dal virus, complice la campagna di vaccinazione e le alte temperature, per una ripresa economica, che si spera, non dovrebbe avere più alcun tipo di arresto. L’anello debole è stata la ristorazione, la chiusura forzata ha indebolito l’intero sistema, che potenzialmente ha già ingranato le marce giuste per ripartire. Il 26 aprile è stato il giorno tanto atteso delle riaperture, ora a un mese di distanza proviamo a fare il punto con Andrea Arizzi, Head of New Business Italia, Francia e Belgio e Portavoce TheFork per l’Italia, l’app leader per la prenotazione online dei ristoranti a livello globale.
L’ultima indagine che la stessa TheFork ha lanciato tra gli utenti in concomitanza con le riaperture lascia ben sperare. Ben 4 italiani su 5 si dicono pronti a tornare al ristorante nelle prossime tre settimane: un segnale positivo, che potrebbe essere l’inizio di una rinascita pari a quella registrata durante l’estate scorsa. Ma vediamo quali dati ci porta a confronto Andrea Arizzi, che ci racconta cosa è successo in questo mese.
Quanto è mancato agli italiani mangiare fuori? E quale tipo di ristorante? Dal giorno della riapertura a oggi cosa è successo secondo i vostri dati di prenotazione? Quali sono state le regioni più attive e cosa hanno scelto gli italiani?
Mangiare al ristorante è stata una delle attività che è mancata di più durante il confinamento e non solo in Italia. I dati registrati nelle prime tre settimane di riapertura sono decisamente incoraggianti. Già dalla prima alla seconda settimana di riapertura si è osservato un aumento delle prenotazioni in Italia pari al 36%. La crescita delle prenotazioni dal 26 aprile a oggi è più marcata in Piemonte, dove sono aumentate del 62%, seguito dalla Lombardia con un aumento del 48%. Anche in altri paesi europei il trend è positivo: nelle ultime settimane le prenotazioni su TheFork sono cresciute del 44% in Regno Unito, del 23% in Svizzera e del 10% in Spagna. Sul fronte invece della tipologia di ristoranti, se confrontiamo la riapertura di maggio 2020 con quella di queste settimane, notiamo un aumento di prenotazioni per i ristoranti Insider che sono cioè le eccellenze prenotabili su TheFork. Passiamo dal 10% del 2020 al 27% delle scorse settimane. Le tipologie di cucina preferita sono state nell’ordine mediterranea, pizzeria e di pesce, seguite poi dalla cucina tradizionale e toscana. Il numero di coperti medio è stato di circa 2 persone e lo scontrino medio tra i 30€ e i 40€.
Nel periodo del lockdown e delle varie chiusure soluzione per molti è stato il delivery, in tanti casi studiato e inglobato in modo razionale ed efficace nel servizio del ristorante. Cosa ha proposto in questa occasione TheFork e quali sono i dati in vostro possesso sulle richieste del delivery?
TheFork è una piattaforma di prenotazione online dei ristoranti e non abbiamo cambiato il nostro DNA nell’ultimo anno. Abbiamo però deciso per aiutare i ristoranti a superare questo momento di blocco di pubblicare sui nostri canali i loro recapiti per il delivery e l’asporto e di “prestare” i nostri strumenti di comunicazione, uno per tutti le newsletter per pubblicizzare gratuitamente la loro offerta in questo senso. Sono stati circa 3.000 ristoranti ad aderire. Adesso che è di nuovo possibile andare a mangiare fuori, siamo tornati a concentrarci esclusivamente sulle prenotazioni con l’obiettivo di incentivarle ancora di più.
Secondo lei, anche dopo un ritorno alle “vecchie abitudini”, l’italiano rimarrà legato al delivery e questo sarà una risorsa in più per il ristoratore?
Sempre secondo il rapporto ristorazione della Fipe, per i prossimi 3-5 anni ci si aspetta un rimbalzo dei consumi fuoricasa tale da superare i livelli del 2019. Questa crescita passerà, secondo gli addetti ai lavori, anche da un incremento dei servizi digitali inclusi l’home delivery e il take away. Si tratterà quindi di una risorsa in più per la crescita, a cui sempre stando allo stesso sondaggio, si dovranno associare specializzazione identitaria e attività di marketing e comunicazione.
TheFork si è unita a Fipe e APCI per invitare i clienti a sostenere i ristoranti. Ci racconta la finalità e l’idea di questa campagna a sostegno dei ristoratori?
Lavoriamo con associazioni di valore come Fipe e APCI per supportare i ristoranti da sempre e nel corso del tempo abbiamo lanciato diverse iniziative congiunte. Recentemente abbiamo firmato con loro una campagna di sensibilizzazione alla nostra community, che conta milioni di utenti, perché supportino i ristoranti andando spesso a mangiare fuori, evitando assembramenti e comportamenti contrari alle regolamentazioni anti-covid vigenti e soprattutto evitando i no-show, prenotare il ristorante e non presentarsi.
Qual è la sua visione di questa ripresa? Quali sono le sensazioni e le valutazioni che riesce a fare sia come interno del settore che come cliente?
Concordo con la visione della FIPE che prevede un rimbalzo nei prossimi anni a fronte di una riapertura stabile e una crescita dei servizi digitali. Sempre più le persone vogliono prenotare il tavolo con anticipo cercando online le disponibilità, essendo informati tempestivamente delle novità e fruendo al ristorante di servizi contactless come i menù e i pagamenti senza contatti. Dal punto di vista gastronomico vediamo emergere ogni anno nuove tendenze alcune delle quali restano nel tempo pensiamo per esempio alle pizzerie gourmet, ma la quella tradizione – magari modernizzata – resta sempre tra le cucine preferite degli utenti.
Se The Fork potesse dare un consiglio a clienti e al settore horeca, cosa raccomanderebbe?
Invitiamo i clienti a mangiare fuori quanto più spesso possibile e con comportamenti che rendano stabili le riaperture. Ai ristoranti massima solidarietà e collaborazione: siamo pronti ad ascoltare i loro bisogni e sostenerli nelle nostre aree di competenza.
La pandemia ancora in corso sembra, dunque, non spaventare la maggioranza degli italiani, desiderosa di riprendere le antiche abitudini. Per il 56,5% degli utenti di TheFork infatti, la voglia di condividere un momento a tavola è più forte di qualunque impedimento e il 62,5% degli intervistati dichiara che andrà a mangiare fuori con la stessa frequenza di prima della crisi sanitaria. Tornare a mangiare fuori, per molti italiani, è un sogno, dunque, che si avvera e anche un segno della ripresa di una vita normale. Tutto questo deve essere però fatto senza rinunciare alla salute e alla sicurezza e lo dimostrano anche i dati dell’indagine che sottolineano la preferenza di prenotare nei giorni non di punta e in spazi all’aperto, definendo anche nuove abitudini di consumo. Dal lato dei ristoratori, dovranno ancora aspettare qualche settimana chi non è dotato di spazi esterni (secondo i dati Fipe oltre 116mila pubblici esercizi hanno prolungato il lockdown perché privi di dehors) cosa che ha limitato e bloccato la ripresa lavorativa di molti ristoratori, che si spera si rimettano in pista a stretto giro. E come sottolineano Fipe, Apci e TheFork in una loro nota a supporto dei ristoratori: “Vi invitiamo ad essere responsabili: aiutiamo i ristoranti a far rispettare le regole di sicurezza e il mantenimento dei corretti distanziamenti. Siate rispettosi del loro impegno: in un contesto di ridotta capacità. Ogni prenotazione di tavolo sarà fondamentale per i ristoranti, pertanto qualsiasi prenotazione disattesa rappresenterà una perdita netta per il titolare dell’attività, non dimentichiamolo. In caso non si potesse onorare una prenotazione, cancellarla è semplice e veloce e consentirà a altri di tornare al ristorante con serenità”.