Brindisi alle ‘Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene’

Nel corso della 43ma sessione del World Heritage Committee dell’Onu, svoltasi a Baku in Azerbaigian, i ventuno Stati membri del Comitato hanno deliberato all’unanimità la proclamazione delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, lo ha annunciato su Twitter sottolineando un “Grazie alla loro loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese.”
Un percorso questo che ha portato al riconoscimento iniziato anni fa che lo scorso anno si è concluso con un diniego; come ha osservato il coordinatore scientifico per la candidatura, Mauro Agnoletti, all’Ansa “il successo della candidatura è dovuto al grande lavoro svolto per riscrivere il dossier, 300 pagine, da parte di un team di sei esperto che in pochi mesi hanno svolto nuove indagini e prodotto molti materiali originali.” Nel corso della scomoda stesura e revisione il focus ha lasciato a margine la produzione del vino, spostando l’attenzione sulle “belle colline di Valdobiadene, dove da Medioevo i terrazzamenti formati da ciglioni erbosi costituiscono la forma storica di cultura della vite” ponendo così in un piano di minore attenzione le aree vinicole non dotate di peculiari caratteristiche paesaggistiche. Questa revisione incentrata sulla storicità, sulla cultura della coltivazione e sulla bellezza del paesaggio ha anche svincolato l’attenzione dalle tecniche vitivinicole e sul vino quale prodotto. Come si legge sul sito de ‘Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene‘ la motivazione proposta per l’Outstanding Universal Value come paesaggio culturale, comprende il Criterio (V), ovvero: “Essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’uso del suolo o dell’uso del mare che sia rappresentativo di una cultura (o di culture) o dell’interazione umana con l’ambiente, specialmente quando è diventato vulnerabile all’impatto di cambiamenti irreversibili.”
Sono novantasette chilometri quadrati di colline citate e piccoli borghi che si dipanano fra Valdobbiadene e Conegliano ad aver meritato il tanto agognato riconoscimento; per l’ottava volta un sito veneto ottiene questo risultato, portando così a cinquantacinque i siti italiani insigniti di tale valore. Anni di intenso lavoro e programmazione sono quelli che aspettano le Colline per rafforzare il posizionamento ottenuto finora e promuovere il territorio in tutte le sue forme, anche attraverso il vino che si conferma una delle punte del commercio italiano. “Ci avevamo creduto sin dall’inizio, dieci anni fa, quando demmo avvio al percorso per candidare questa porzione così unica e particolare del territorio veneto a patrimonio dell’Umanità e ora, grazie anche agli approfondimenti richiesti da Icomos, siamo riusciti a portare la palla in meta» ha dichiarato il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, senza celare entusiasmo e soddisfazione per il risultato, ma già pronto a mettere in moto la macchina che renderà queste colline meta di visitatori affascinati dalle bellezze e incuriosito dalla produzione vinicola.