Presentata nella scenografica cornice della Biblioteca Angelica di Roma la ricerca sull’export del vino italiano realizzata dal Prof. Mattiacci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università La Sapienza, per conto dell’Istituto Italiano del Vino di Qualità Grandi Marchi. Dal 2008 al 2013 l’export del vino ha registrato una crescita del 45% in valore e del 23,1% in volumi “gli incrementi a valore superano quelli a volume, segno di una crescita costante della qualità del prodotto esportato” precisa il Professore. Innegabile dunque il successo dell’export del vino italiano che vede crescere i Paesi Terzi sia in volume che in valore rispetto a quelli europei. “Abbiamo investito 60 milioni di euro in promozione ( 1/3 con il sostegno UE)- precisa Piero Antinori, Presidente dell’IGM -. Da un punto di vista qualitativo – prosegue Antinori – ciò che ci contraddistingue è l’aver messo in cantiere, anche con i finanziamenti Ocm, dei progetti di penetrazione e presidio dei mercati, non semplicemente delle operazioni mordi e fuggi. Le nostre imprese stanno investendo sui mercati più rilevanti e di maggiori prospettive future, esportando prodotto di qualità, generando valore di marca e Paese. La ricerca che abbiamo commissionato vuole essere uno strumento utile per aprire un tavolo di confronto sull’Ocm Vino Promozione – ha sottolineato Antinori – tra chi, come noi, ha dimostrato di aver lavorato per il bene comune e le istituzioni che rappresentano questo settore anche a livello politico nazionale e in sede UE”. La ricerca del Prof. Mattiacci conferma la positività dei progetti Ocm che se ben utilizzati possono generare una crescita per le imprese. “L’Ocm è una variabile esogena al sistema delle imprese, che a nostro avviso – evidenzia il Professore – ha funzionato egregiamente e riveste un’importanza futura fondamentale. Non si comprende la ragione di certe critiche recentemente mosse a questo che ci piace definire uno strumento di politica industriale europea”. Semplificazione amministrativa, selezione dei player e rendicontazione delle variabili di mercato: sono questi gli aspetti su cui puntare per migliorare l’Ocm vino e permettere all’Italia di competere con Francia e Spagna. Quali i punti di forza dell’export del vino italiano? Come ha sintetizzato Mattiacci, il vino dell’IGM è imbottigliato, è stabile commercialmente e ha una vendita attiva di offerte glamour. No dunque ad un modello di export italiano fatto di sfuso e basic, frutto di attività di vendita one shot e passiva. Nel corso della presentazione, moderata da Giorgio Dell’Orefice de Il Sole 24 Ore, è emerso quanto sia importante investire in incoming, una delle voci su cui meno puntano le imprese oggi ma che al contrario, secondo Antinori, dovrebbe essere incentivata per costruire relazioni stabili nel tempo e far conoscere l’Italia nel mondo. L’Expo è un’occasione unica per valorizzare l’enoturismo e far vedere agli opinion leader, ai giornalisti ma anche ai consumatori di vino di tutto il mondo, il dietro le quinte della produzione made in Italy e le ricchezze del nostro territorio.
Mariolina Pepe