Si discuterà questa sera in Consiglio dei Ministri il nuovo provvedimento – meglio conosciuto ormai come DPCM – che reintrodurrà regole stringenti su tutto il territorio nazionale visto l’aumento di casi di Coronavirus. Molte le voci riguardanti il mondo della ristorazione. Si prevede, infatti, oltre all’obbligo delle mascherine all’aperto, anche la chiusura anticipata di ristoranti, bar. Nel frattempo, in Regione Campania, il Presidente De Luca ha già firmato un’ordinanza che vede, appunto, la chiusura per bar, pasticcerie e gelaterie alle 23.
“No alla chiusura anticipata dei ristoranti!” – grida il comunicato diramato qualche istante fa dalla Presidente degli Ambasciatori del Gusto, Cristina Bowerman.
“I ristoranti non sono la causa della movida incontrollata. – continua il comunicato – “Imporre una loro chiusura anticipata non porta ad alcun risultato concreto in termini di lotta agli assembramenti che di fatto si verificano fuori dai locali. Se l’intenzione del Governo è quella di mettere in atto un piano di prevenzione questo deve svolgersi dove il pericolo sanitario c’è veramente […].
I ristoranti infatti si sono adoperati per mesi al fine di adottare le misure di sicurezza richieste dalle nuove norme (Fase Ripartenza) dettate dallo stesso Governo. Imporre ora una chiusura anticipata significherebbe rendere vano tutto quello che è stato fatto e gravare pesantemente su una categoria che con fatica e sacrificio sta cercando di ripartire. Lo scenario economico non può che essere drammatico e preoccupante: se un ristorante deve chiudere alle 23, quel ristorante non aprirà nemmeno.”
“Di fatto è mettere in ginocchio un’intera categoria attivando un lockdown camuffato” – dichiara la Bowerman che a nome di tutti gli associati aggiunge – “È impensabile e discriminatorio. Il comparto della ristorazione è il primo ad essersi attivato per garantire il rispetto delle regole che oggi invochiamo a gran voce. Chiediamo che la norma escluda tutti i locali dove viene offerto un servizio al tavolo che implica un obbligo di controllo per il gestore e uno standard qualitativo già in atto. Se ciò non accade il settore della ristorazione italiano morirà. Peraltro, ci chiediamo, quali misure di supporto all’occupazione sono previste? Che ne sarà della norma che ci sollevava dai pagamenti degli F24 per 4 mesi a fronte del ri-arruolamento del personale? È palese che alla chiusura del locale farà seguito una nuova cassa integrazione”.
Dopo la discussione in Consiglio dei Ministri di questa sera, il provvedimento passerà in Parlamento tramite il Ministro della Salute Speranza per poi essere definitivamente varato il 7 ottobre prossimo. Attendiamo gli sviluppi.