Cristoforo Trapani: quando apro Facebook e vedo che tutti cucinano, capisco che il mio è un lavoro bellissimo

#whateverittakes raccoglie oggi le riflessioni di Cristoforo Trapani, chef del ristorante La Magnolia dell’hotel Byron, una stella Michelin a Forte dei Marmi, la perla della Versilia che come ogni località balneare si trova a fare i conti con la stagione più imprevedibile di sempre.

 Come stanno andando le cose in Versilia?

Dobbiamo passare questo momento e ripartire altrimenti diventa difficile. A Forte dei Marmi il turismo è basato sugli americani, i russi, gli arabi, se loro non possono venire per noi la stagione è compromessa. Però possiamo lavorare su un turismo italiano, quello che ci aspettiamo quando riapriremo. Secondo alcune previsioni gli italiani quest’anno si sposteranno di più in macchina, prenderanno poco l’aereo o il treno dove c’è tanta gente. Speriamo di essere più avvantaggiati di Capri o Positano perché da Milano, dal nord Italia in generale, Forte dei Marmi è vicina, sono solo 4 ore in macchina.

Sono in molti a pensare che il turista-tipo sarà italiano e più povero.

Il Byron è un albergo dove i prezzi di una camera partono da 500 euro a notte fino ad arrivare alla suite che costa 3000 euro. Non tutti gli italiani potranno permetterselo, ma anche prima della crisi causata dal Coronavirus era così. Il 70% dei nostri clienti è straniero. Certamente non siamo un albergo da 200 euro a notte, un prezzo che in molti possono permettersi di pagare, ma sicuramente ci sarà una strategia aziendale per rendere la struttura più accessibile.

Sulla questione dei prezzi stanno riflettendo molti suoi colleghi, alcuni dei quali pensano di rimodulare la loro offerta e c’è il problema di garantire lo stipendio al personale.  

Io sto vivendo questo in prima persona, ero abituato a uno stipendio di 3000 euro e ora ne guadagno 1300. Per tutti è un grosso problema, spero si risolva presto ma la vedo difficile. La brigata è composta da 12 persone, ci occupiamo di tutto, dalla colazione al room service, dal picnic sul mare agli aperitivi, curiamo tutto noi.

C’è il timore che non tutte queste persone saranno presenti della riapertura?

Io penso che tutti non ci saranno, anche perché noi partiamo in 5 ad aprile e arriviamo a luglio in 12. Man mano che va avanti la stagione si aggiunge un altro commis, un demi chef e così via. Considerata la situazione attuale, però, è probabile che saremo in 5 dall’inizio alla fine della stagione, io sono pronto a fare dei sacrifici per l’azienda.

Avete già in mente qualche strategia, quindi.

Ieri abbiamo fatto una conference call con Salvatore Madonna e lui la voglia di riaprire ce l’ha. I suoi progetti sono sempre validi, però devono sussistere le condizioni per aprire, perché un albergo ha dei costi fissi. La nostra struttura è stagionale, solitamente siamo in attività dall’1 aprile fino al 26 ottobre ma io, il direttore e la governante siamo in azienda tutto l’anno. Quest’anno slitterà tutto a giugno, forse, e capiremo quali saranno le restrizioni, perché sicuramente ce ne saranno.

Cambierà il servizio al ristorante, almeno in una prima fase.

Se pensi che devi venire al ristorante e ti devono misurare la febbre con quella pistolina in fronte ti passa anche la voglia. Ma sono sicuro che appena riapriremo la gente avrà voglia di venire, di uscire, di andare a mangiare, di passare la serata a bordo di una bella piscina come la nostra e quindi io ci credo molto nella riapertura, nel nostro lavoro. Quello che mi ha dato tanta energia in questi giorni è che apri Facebook e vedi che tutti preparano qualcosa: un impasto, una pizza o un biscotto, per molta gente cucinare è un passatempo e allora capisci che il tuo lavoro è bellissimo.