Girls’ Kitchen: la ristorazione al femminile secondo restOpolis

Cristina Bowerman

In occasione della Festa della Donna, restOpolis – servizio online per la prenotazione di ristoranti, totalmente gratuito tramite il sito restopolis.com con la piattaforma online o l’app geolocalizzata per iPhone e Android – ha deciso di fare il punto sulla presenza femminile nel settore Ho.re.ca. raccogliendo le testimonianze di alcune chef e ristoratrici presenti sulla sua piattaforma. Dal racconto delle loro esperienze emerge che la differenza di genere non è valutata come un ostacolo, ma come un potenziale che arricchisce la cucina italiana. Ecco qui le testimonianze:

Cristina Bowerman
Dal 2006 alla direzione del Glass Hostaria, ha ricevuto numerosi premi: nel 2008 le due forchette dal Gambero Rosso e nel 2010 la Stella Michelin, unica donna per quell’anno. E’ anche titolare di Romeo Chef and Baker.

Io credo che non ci siano differenze legate al genere, la variabile che fa la differenza è sempre e comunque l’esperienza. La cucina italiana sta vivendo una fase di grande successo a livello internazionale, nella quale le donne giocano un ruolo fondamentale. Personalmente sono l’esempio che essere Chef sia un obiettivo realizzabile per una donna. Non ho ereditato questo mestiere, ma l’ho scelto: sono entrata in un mondo maschile e ho incontrato lungo il cammino le stesse difficoltà di chiunque voglia intraprendere questa carriera. Ci sono state persone che mi hanno guardato con occhi diversi per il genere, ma ho abbracciato la filosofia del ‘non ti curar di loro, ma guarda e passa’. Chi fa una cucina di tutte donne applica lo stesso principio che stiamo combattendo, l’integrazione avviene solo lavorando insieme. Ho donne cuoche, ho uomini cuochi, non ci sono differenze in cucina per me, anche se c’è da fare “lavori pesanti”. Soprattutto all’inizio quello del cuoco è un lavoro che richiede forza fisica, pensa che io andavo in palestra e facevo i pesi!

Paola Tosi
Titolare e sommelier del Ristorante Il Ritrovo a Carate Brianza, inaugurato nel 2005 insieme al compagno e Chef Roberto Pirelli.

Nella storia la ristorazione è sempre stata un mondo maschile: solo in questi ultimi anni si può notare una leggera variazione verso le “quote rosa” (vedi la nascita di associazioni come “Le donne del Vino”), anche se non è una strada facile. Per quanto riguarda la mia esperienza, mi sono avvicinata alla ristorazione “per amore”, dato che il mio compagno è uno Chef. Con lui ho aperto 8 anni fa il “Ristorante Il Ritrovo”, sebbene fossi già orientata al settore, provenendo dal mondo dell’organizzazione di eventi. Con l’esperienza, ho capito che la gestione vincente del ristorante, almeno nel nostro caso, non si ottiene applicando una formula da manuale, ma seguendo i desideri dei nostri ospiti che ci chiedono accoglienza come fossero a casa loro e un servizio attento e cordiale. Personalmente, mi sento l’intermediaria giusta per ottenere il risultato perfetto e credo che per tali aspetti l’occhio, l’esperienza e il sesto senso di una donna sicuramente aiutano. Per quanto riguarda la vita privata, rassicuro tutte coloro che si avvicinano a tale professione. Sono mamma di un bimbo e di una bimba che nascerà alla fine di Marzo: incastrare tutto non è semplice, ma basta trovare collaboratori e collaboratrici che capiscano quali sono le basi sulle quali si lavora, renderli sensibili e proseguire al meglio! Tutto è possibile!

Tunde Pecsvari
Ungherese, 35 anni, da 18 vive a Milano. Sommelier diplomato AIS, la sua passione è il Brunello e tutti i vini di Montalcino. E’ Partner e sommelier dell’ Osteria Brunello e di Bento Sushi Restaurant.

La situazione delle donne che lavorano in cucina è identica a quella degli uomini: moltissimo sacrificio, disciplina, rigore, orari sfiancanti e poco tempo libero. Le difficoltà per tutti (anche per i titolari, uomini o donne che siano) sono rappresentate dallo stress fisico e mentale e dalla mancanza di tempo libero da dedicare alla vita privata. Le soddisfazioni, quando si lavora bene, sono tante: non c’è nulla di più gratificante che vedere gli ospiti soddisfatti di un piatto riuscito, di una bella serata e di un’esperienza memorabile. Per quanto riguarda la mia esperienza, non ho alcun preconcetto verso gli uomini o le donne, in cucina o in sala. Quando siamo alla ricerca del personale, l’ultima cosa che guardo in un curriculum è se è stato inviato da una donna o da un uomo perché proprio non importa. Contano gli studi, l’esperienza acquisita sul campo, la determinazione, la serietà, l’affidabilità. Ho sempre lavorato sia con donne che con uomini in tutti i reparti del ristoranti, non ho mai notato alcuna differenza tra l’approccio femminile e maschile. Alla fine la spunta chi è più professionale e competente.

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