Si chiama Oreste Gabriele, ha 23 anni, studia flauto traverso al conservatorio e vive Lagaró Lupinacci, frazione del comune di Celico (Cs), un piccolo borgo della Sila. Lui si definisce “un contadino musicista” e proprio così è conosciuto sui social, in cui racconta le sue giornate fatte di studio, musica classica e momenti di spensieratezza a contatto con la natura e gli animali nella sua fattoria domestica. Oreste con la sua piccola realtà rurale è l’attore protagonista di un progetto particolare che sta cercando di portare avanti. Il suo sogno è far diventare la Fattoria di Vajano una fattura didattica musicale e per realizzare questo suo sogno dalle mille sfaccettature sociali e personali ha avviato da poco un crowdfunding sul web.
“Si tratta di una vecchia azienda agricola, abbandonata e non più in uso dagli anni 80, posta su una collina, lontana dai centri abitati. Per raggiungerla bisogna attraversare un bosco, un po’ come in una favola. Mi piace immaginare la mia fattoria didattica musicale come un luogo di assoluto benessere per il visitatore, un luogo dove poter vivere le giornate immersi in una dimensione profonda, essenziale in cui usare tutti e cinque i sensi, perché deve essere un luogo in cui respirare aria pulita, ma soprattutto cultura, dove si vive di musica e di natura”. Così Oreste ci descrive il suo progetto e la sua non è solo una visione romantica: “La fattoria dei miei sogni non è solo un posto dove passare una giornata in famiglia, adatta ai bambini anche con percorsi esperienziali e terapeutici, con un occhio di riguardo alla pet therapy e l’onoterapia, ma mi piacerebbe diventasse punto di riferimento per i musicisti. Voglio aprire la mia fattoria ai musicisti e a tutte quelle associazioni per mettere su dei campus musicali o delle masterclass. Un luogo dove vivere la musica tra studio ed eventi”.
Sono ben chiare le idee del “contadino musicista” che non dimentica di parlarci anche dei suoi desideri più bucolici e da imprenditore agricolo: “Oggi nella fattoria si allevano già conigli, il suino nero calabrese e le galline ovaiole, in primavera arriveranno le capre e poi gli asini. Qui si coltiva un po’ di tutto per uso domestico, ma l’obiettivo è quello di costituire un’azienda agricola a tutti gli effetti e poter produrre patate silane, ortaggi di vario tipo e alberi da frutto perché ho intenzione di fare delle buone marmellate. Ovviamente tutto interamente in regime biologico. Intanto sto anche organizzando un angolo da destinare alle erbe aromatiche. La cosa a cui tengo di più è realizzare un vigneto ed avvalermi di tecniche di viticoltura musicale utili a stimolare la crescita delle piante e combatterne i parassiti. Alcuni studi confermano che le piante nutrite con Vivaldi e Mozart crescono meglio, merito delle onde sonore a cui le piante sono sensibili. Musica e agricoltura possono vivere in simbiosi e la musica così entra a far parte del sistema di produzione agricola”.
La musica, dunque, come effetto terapeutico per piante, animali ed esseri umani. Due mondi che si uniscono, creando una singola realtà, un rapporto di contatto e astrazione in cui l’essere umano vive una dimensione speciale. E la sua dimensione personale Oreste la descrive così: “Credo che il rapporto che ho con la musica e la natura sia un unico rapporto. Quando sto a contatto con la natura mi sento “leggero”, scarico lo stress e la fatica dello studio e allo stesso tempo mi ricarico e trovo ispirazione per suonare il mio strumento. È come andare alla continua ricerca di un equilibrio, che riuscirò a trovare soltanto realizzando questo mio folle progetto”.
Ma questo folle progetto, come lui stesso lo definisce, come nasce? “Circa 5 anni fa ero in soffitta a cercare alcuni attrezzi da lavoro e mi capitò di ritrovare una vecchia fattoria giocattolo dove ad ogni tasto corrispondeva una melodia diversa. Ecco la mia idea è molto simile e mi piacerebbe riprodurla così, una reale e grande fattoria musicale. Da quel momento ho cominciato a mettere da parte tutti i miei risparmi dai guadagni musicali o da lavori saltuari, anche se solo questi non bastano. Ecco perché ho pensato al crowdfunding, strumento sempre più utilizzato e grazie a cui tanti sogni e start up riescono a prender vita. Il casale che voglio acquistare per il progetto ha un valore che si aggira intorno ai 300 mila euro, il mio obiettivo è di poter arrivare almeno a 50 mila per poter ottenere un buon contratto di fitto per la struttura. E da qui partire con tutto il resto”.
La ragione di questa raccolta fondi non ha solo una motivazione economica. L’acquisto o l’affitto del vecchio casale significa anche salire su quella collina e appropriarsi di quella vista, del suo paesaggio, della natura che lo circonda, ben 30 ettari di terreno nel bel mezzo della Sila Grande. E poi realizzare qui il proprio sogno ha per Oreste il sapore della sfida e della scommessa: “ho deciso di avviare il crowdfunding perché voglio rimanere qui, concretizzare questo mio desiderio e sfidare il sistema economico in cui viviamo. So che è un’idea folle, ma che rappresenta per me e per altre persone un’opportunità, ma anche un modo per valorizzare ancora di più la Sila e la Calabria. È un progetto che ho a cuore e questi fondi mi serviranno per giocarmi l’unica carta a disposizione: tra non molto i proprietari potrebbero decidere di vendere e mi dispiacerebbe che una struttura del genere possa finire in mano ad altri che puntano solo al guadagno, ai finanziamenti europei ma con zero idee di crescita per il nostro territorio”.
La scelta del crowdfunding arriva anche dalla complessità del sistema. Partire da zero, solo con un progetto in testa non è facile, ma Oreste non si arrende davanti alle risposte negative e alla burocrazia che complica sempre le cose. Per farci capire meglio ci racconta: “Circa 3 anni fa mi recai presso gli sportelli di una tra le maggiori associazioni di rappresentanza e assistenza per l’agricoltura. Dopo aver illustrato il progetto e essermi sentito dire che la cosa era interessante mi chiesero di quanti ettari di proprietà disponessi. Circa 1 gli risposi e il signore con cui stavo parlando mi disse che potevo iniziare a fare qualcosa di “serio” con almeno 10-15 ettari, non meno, perché senza quella quantità minima non avrei potuto accedere ai fondi. E poi aggiunse: vedi tu come fare, prima trova il terreno che ti serve e solo dopo ne riparliamo, ma che non siano meno di 15 ettari”.
Da qui l’unica soluzione percorribile, già messa in atto con successo da molti giovani e quindi una strada da percorrere, da tentare perché se un ragazzo giovanissimo come Oreste ha un sogno così deve provarle tutte senza mai darsi per vinto e il nostro compito è quello di sostenerlo in questa folle avventura, così che un giorno andremo in vacanza in una fattoria didattica musicale nel cuore della Sila, un luogo magico fatto di boschi antichi e secolari, come i famosi Giganti. E come conferma con orgoglio Oreste: “La Sila è perfetta. Per tutto”.
A questo punto non vi resta che seguire Oreste sulla sua pagina Instagram @Fattoriavajano e sostenere il suo folle progetto con una donazione, piccola o grande che sia a questo link gf.me/u/zkv6tr