Nella difficile fase della ripartenza, anche gli istituti professionali privati accreditati presso la Regione Lazio fanno sentire la loro voce rivolgendo un accorato appello alle istituzioni. Destinatari il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Speranza, Azzolina, Patuanelli e Franceschini. A loro e alla Regione viene chiesto di considerare la situazione degli istituti costretti alla chiusura dal 5 marzo, privati dal Covid-19 della possibilità di svolgere qualsiasi attività didattica in laboratorio. In particolare, risulta di estrema urgenza il recepimento di linee guida chiare e precise che consentano la ripresa dei corsi in sicurezza, tutelando studenti e corpo docenti, posto che gran parte degli istituti sottoscrittori dell’appello sono già in grado di garantire il distanziamento sociale necessario. Il rischio del protrarsi di una tale situazione di incertezza – come è ovvio – è l’evolversi della cassa integrazione in deroga in anticamera della disoccupazione per un elevato numero di operatori di un settore in forte crescita, prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria. Portavoce delle scuole di cucina professionali del Lazio, Maria Teresa Meloni di A Tavola con lo Chef: “Con questo appello vogliamo che sia acceso un faro sul comparto delle scuole professionali non ancora preso in considerazione dalle istituzioni per la fase 2, o erroneamente assimilato alla scuola intesa come iter dalla materna al liceo. La nostra attività, infatti, è totalmente diversa e anche il pubblico è differente, composto da adulti desiderosi di imparare un mestiere. Il documento mira al riconoscimento della nostra attività individuando un protocollo specifico al fine di poter riprendere il percorso didattico in totale sicurezza”.