L’Italia sta vivendo un momento complicato a causa dell’emergenza sanitaria legata all’aumento dei contagi da Covid 19, che unito alla crisi economica ha innescato un cortocircuito dal quale sembrerebbe difficile trovare una via d’uscita. Molti sono i settori economici in sofferenza, il comparto del turismo, è sicuramente uno tra i più danneggiati. Abbiamo chiesto all’avvocato Marco Giuri, fondatore dello Studio Giuri Avvocati Associati di Firenze, esperto di diritto vitivinicolo, docente e coordinatore del Super Master di Enoturismo della 24 Ore Business School, come potrà ripartire il settore enoturistico italiano. Nel 2018 il nostro Paese ha fatto registrare oltre 14 milioni di visitatori legati all’enoturismo, un numero relativo alle presenze totali indipendentemente dai giorni di pernottamento, nel 2019 il dato relativo alle presenze si è attestato sui 15 milioni con un fatturato di 2,6 miliardi, questo trend positivo lasciava ben sperare per il 2020, ma l’arrivo della pandemia ha riscritto un’altra storia. Gli scorsi mesi estivi, attraverso il turismo di prossimità, hanno fatto registrare dei dati incoraggianti.
Il nuovo governo Draghi ha istituito un ministero ad hoc per il turismo guidato da Massimo Garavaglia, come valuta questa soluzione?
Sicuramente il segnale è positivo e avere un interlocutore diretto aiuta a favorire le diverse istanze che il settore farà. Dobbiamo ricordare che l’enoturismo è una parte importante del turismo in generale, che ha fatto registrare dei risultati altamente positivi negli anni precedenti al Covid, realizzando un fatturato rilevante.
Il turismo ha fatto registrare cali dell’80% con perdite che superano i 20 miliardi, quali sono le cose da fare nell’immediato per arginare questa situazione?
In questo periodo cerchiamo di orientare le strutture enoturistiche a una specializzazione precisa legata alla formazione del proprio personale, attraverso una figura particolare come, “l’enoguida” e stiamo indirizzando le aziende verso la realizzazione di un’organizzazione interna diversa rispetto al passato con forme nuove ed alternative di accoglienza. Il settore enoturistico è regolamentato da una legge nazionale di bilancio del 2017, che ogni Regione sta recependo con proprie peculiarità.
Quali saranno le Regioni che meglio riusciranno ad adattarsi ai cambiamenti dettati dalla pandemia?
Penso tutte le Regioni italiane, ovviamente ci sono quelle che nel mondo dell’enoturismo hanno giocato un ruolo da protagonista come: la Toscana, il Veneto, il Friuli, il Trentino o il Piemonte, perché si sono mosse prima delle altre. Credo che un po’ tutte le realtà regionali anche quelle più piccole come il Molise, la Basilicata, le Marche e l’Umbria, ma anche tutto il Sud Italia come la stessa Puglia e Sicilia saranno pronte a ripartire con le loro uniche bellezze naturali, storiche ed enogastronomiche, ricordando che un punto fondamentale per ognuna di esse sarà quello di realizzare delle reti e filiere interne ai territori per intercettare, anche attraverso il Ministero unico del Turismo, i fondi del Recovery Fund.
Lei con Donatella Cinelli Colombini ha realizzato un Tavolo di Lavoro sull’enoturismo in concerto con Assoenologi, Città del Vino, Federvini, Movimento turismo del vino e Unione Italia Vini, qual è il vostro obiettivo?
Da circa sei anni ho l’onore di svolgere il ruolo di Coordinatore dei Master della 24 Ore Business School nel settore vinicolo, che realizza corsi di alta specializzazione per il mondo del Management del vino. Visto l’importanza riscossa dal settore enoturistico, parlando con Donatella Cinelli Colombini, che è la vera “pioniera” in questo settore, che con l’evento “Cantine aperte” ha intrapreso la strada verso questo ambito affascinante dell’enoturismo, abbiamo pensato di riunire le più importanti Associazioni, legate al mondo del vino, per la creazione di “un Super Master dell’Enoturismo”. Non è affatto scontato che queste associazioni stiano insieme e che abbiano accettato questo invito alla promozione del Super Master.
Da tale iniziativa abbiamo poi pensato di rendere stabile questo gruppo di lavoro sull’enoturismo, affidando la Direzione a Donatella Cinelli Colombini ed il Coordinamento al sottoscritto: lo scorso 2 febbraio del 2021 abbiamo firmato il protocollo d’intesa, con cui nasce ufficialmente l’iniziativa del Tavolo nazionale sulla formazione per l’enoturismo, con l’intento di diventare una sorta di “braccio operativo” verso il Governo per presentare proposte concrete ed immediate per il settore enoturistico italiano, coordinando le richieste che possono provenire da tutte le Associazioni coinvolte.
In Italia l’enoturismo aveva riscosso prima della pandemia grande successo, ad oggi cosa cambia e quale strada bisogna intraprendere per ripartire?
Ci sono state delle iniziative, seppure sporadiche, come il bonus turismo, che vanno utilizzate per incentivare la ripartenza. Se a maggio/giugno ci sarà la possibilità di viaggiare sarà un turismo regionale e bisognerà orientare la domanda sempre di più su un turismo di prossimità, per la ripartenza del turismo si parla già di una manovra europea sulla creazione di “un passaporto sanitario”, che permetta di girare liberamente in tutti gli Stati, anche se il suo utilizzo si scontra con altri diritti fondamentali legati alla privacy e alla protezione dei dati personali. Una vera ripartenza la vedremo, a mio avviso, solo nella primavera del 2022. Senza aiuti concreti il turismo non potrà reggere ovviamente fino a quella data.
Lei è docente e coordinatore del Super Master nazionale dell’Enoturismo della 24Ore Business School, che ruolo ha la formazione nel settore turistico?
Le iniziative messe in atto si muovono su due campi differenti, uno su quello nazionale legato al Super Master della 24Ore Business School, che mira a formare il futuro Manager dell’Hospitality e quindi deve essere un esperto del settore del vino, del controllo di gestione, delle norme sulla sicurezza sul lavoro, una persona che coordina le altre, insomma una figura di livello alto.
Sul piano regionale, si stanno muovendo varie iniziative: in Toscana ad esempio, abbiamo organizzato nel 2020 il primo Corso per addetto al settore enoturistico in collaborazione con il Consorzio di Bolgheri e Sassicaia e MTV che ha riscosso un successo importante, mentre in questo 2021, sempre in collaborazione con 4 importanti Consorzi (Chianti, Morellino, Maremma e Montecucco) ed il Movimento del Turismo del Vino Toscana abbiamo organizzato un corso online, della durata di 50 ore, per formare figure che ho definito l’enoguida, ovvero un addetto del settore vinicolo (che potrebbe essere anche un enologo, un agronomo o un imprenditore agricolo professionale) come figura di riferimento per accompagnare gli ospiti nelle varie guide aziendali.
Il periodo di “lockdown” totale o parziale che ha accompagnato il 2020 e che ci contraddistingue anche in questo 2021 deve, a mio avviso, essere “sfruttato” per incrementare le proprie competenze professionali, concentrandosi sulla formazione e crescita, in modo da farci trovare pronti alla ripartenza che mi auguro possa arrivare il prima possibile.
Conosce molto bene il comparto vitivinicolo, che con il Covid ha subito gravi ripercussioni, quali sono le scelte che il settore deve adottare per ripartire?
Se le aziende potranno riaprire ai visitatori, rispettando i Dpcm in vigore, ripartirà in modo proporzionale anche l’enoturismo, che bisogna concepirlo in una forma diversa, sfruttando maggiormente gli spazi esterni, concentrandosi sulla natura e il racconto in vigna, limitando allo stretto indispensabile il passaggio nelle cantine, sbizzarrendo la propria creatività in nuove proposte di accoglienza in cantina. Sarà importante utilizzare strumenti di aiuto come il bonus turismo per incentivare le presenze oppure il bonus pubblicità per farsi conoscere meglio, facendo risultare più accattivante il percorso offerto. Se non fosse possibile riaprire, ci vogliono aiuti concreti come la proroga del blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione e i rimborsi che dovranno essere effettivi, rapidi e proporzionali alle perdite subite. Nella prospettiva futura del 2022 bisogna ragionare sulle forme di attrazione del turismo straniero per l’Italia, legando anche il turismo d’affari al settore dell’enoturismo. L’Italia tutta è un Paese meraviglioso che aspetta solo di “riaccogliere” il turista italiano e straniero offrendo tutta la sua unicità, bellezza e ricchezza enogastronomica che il mondo intero ci invidia.