Mario Ciarla lascia presidenza Arsial: “Bellissima esperienza”

All’indomani dalle dimissioni dell’ex presidente dell’Arsial Mario Ciarla, abbiamo raccolto le sue riflessioni che ci parlano di due anni di lavoro intenso, impegnativo ma fatto di grandi traguardi, a dispetto degli ostacoli creati dalla pandemia.

Presidente Ciarla, quali sono le sue considerazioni a caldo? 

Sono stati due anni molto complessi, sicuramente intensi. All’inizio eravamo nel pieno della pandemia e le attività classiche dell’Agenzia quali la promozione e le fiere si trovavano nella cosiddetta impraticabilità di campo. Due edizioni del Vinitaly saltate, tanto per raffigurare la particolare situazione che ci ha costretti a confrontarci con problematiche fino ad allora sconosciute. Il personale lavorava in presenza un solo giorno a settimana, le strutture andavano continuamente sanificate, è veramente incredibile ripensare oggi a tutto quello che abbiamo vissuto. Il lento ritorno alla gradualità che è seguito ha fatto sì che, nell’anno 2022, abbiamo tirato un sospito di sollievo anche se non possiamo dire che tutto sia tornato ‘come prima’. Molti bar in pandemia hanno tolto il servizio al tavolo a Roma e, in molti locali, è ancora così. Anche per esigenze di costi, perché poi sappiamo come la crisi energetica si sia fatta sentire. 

Cosa ha significato per Arsial il ritorno alla normalità?

Per quanto riguarda l’Agenzia, abbiamo fatto ritorno da protagonisti a tutte le principali fiere del settore, dal Vinitaly, al Cibus, a Biofach, fino al recente Salone del Gusto. In quest’ultima occasione abbiamo addirittura rilanciato con l’anteprima a Roma nel maggio scorso alla Casa del Cinema. Si è trattato di un appuntamento molto importante, anche sotto il profilo culturale, anche grazie ad un rinnovato impulso da parte dell’amministrazione comunale con il Consiglio del Cibo. Siamo riusciti a costruire un ragionamento di settore più ampio, soprattutto grazie alla costituzione del Comitato Tecnico Scientifico composto tra gli altri dal direttore di Agrocamera, dal direttore del Car, dalla chef stellata Cristina Bowerman e dall’Università. Un sistema, quello universitario, che siamo riusciti a coinvolgere nella costruzione di un pensiero che riunisce temi come agricoltura, ambiente, cibo e salute, strettamente connessi e proiettati in una nuova frontiera di sviluppo futuro, anche nell’ottica del concetto di sostenibilità, ieri poco usato, oggi addirittura abusato. 

Ecco, parliamo di sostenibilità…

Se tutto è sostenibile, nulla è sostenibile. Per questo abbiamo costruito un percorso fatto anche con un elemento di ricerca, grazie alle nostre aziende sperimentali. Penso alla parte che abbiamo sviluppato sui vitigni resistenti al Crea a Velletri, sull’utilizzo di fertilizzanti nei processi produttivi, sulle risorse idriche e dunque studi sull’utilizzo dell’acqua nell’agricoltura di precisione nella nostra azienda sperimentale di Tarquinia insieme all’Università della Tuscia, e poi penso anche temi che stanno avanzando come quello della forestazione urbana. Prima con Oxigen, poi con il Comune di Roma e con il Crea abbiamo costruito dei progetti che fanno sì che anche i nostri terreni – ricordiamo che Arsial detiene un patrimonio ingente – abbiano il giusto utilizzo, anche grazie alle risorse del PNRR. 

Cosa c’è in programma per il prossimo futuro?

Il prossimo anno torneremo al Prowein a Düsseldorf, la principale fiera internazionale del vino, dove la nostra regione manca da 10 anni. A questo proposito mi ha molto colpito constatare che oggi c’è una maggiore presenza di giovani e donne impegnati nella viticoltura e questo è un elemento che di per sé ci parla di innovazione. Nel Lazo il cambio generazionale è stato positivo ed è incredibilmente avvenuto in contemporanea in varie aziende. Ma forse non è poi cosi strano perché probabilmente gli appartenenti alla generazione degli anni Ottanta hanno più o meno iniziato insieme, percorrendo in parallelo un percorso familiare, scolastico e lavorativo. Il resto lo ha fatto il più elevato livello culturale della giovane generazione che ha inevitabilmente causato un miglioramento qualitativo del prodotto e delle strategie di marketing e vendita. Tutto questo ci permette di stare ‘comodi’ e in modo degno nel mercato nazionale ed internazionale. 

Vi siete anche interessati al cosiddetto fenomeno dei vini naturali, o artigiani. 

A proposito del vino naturale, abbiamo scelto una posizione laica promuovendo tutto ciò che costituisca innovazione e che abbia un mercato. Sarà, poi, il produttore a decidere se investire sul biodinamico, sui vitigni resistenti o altro. Questo è un approccio che non riguarda solo il vino ma investe tutti i settori dell’agricoltura laziale.