2 giovani imprenditori, 80 dipendenti, 6 locali in tutta Italia, 1 locale a Londra e una sola grande passione: quella per una pizza buona, artigianale ed a prezzi accessibili.
Il progetto, fondato nel 2010 a Bologna, nasce dalla pazza idea dei due giovani fratelli calabresi Matteo e Salvatore Aloe, i quali decisero di rivoluzionare il cibo popolare italiano forse più conosciuto al mondo, sicuramente il più bistrattato: la pizza, rendendolo un piatto a tutti gli effetti, ma mantenendo la sua anima pop, senza sofisticazioni gourmet.
La pizza berberè, infatti, non rientra in nessuna etichetta: non è romana, non è napoletana, né tantomeno gourmet. “La terza via delle pizza”, così com’è stata definita quella di Berberè, è una pizza artigianale, stagionale, leggera e gustosissima, ottenuta con farine semintegrali biologiche macinate a pietra, lievito madre vivo rinfrescato ogni giorno e lenta fermentazione (24h), così da renderla più leggera e digeribile. Divisa in 8 fette, per essere condivisa con amici e parenti, si caratterizza per una lavorazione non sottile dell’impasto che permette un pieno sviluppo degli alveoli, per una pasta leggera dentro e croccante fuori.
Berberè offre un menù stagionale, composto da una quindicina di pizze, con particolare attenzione per le proposte vegetariane, realizzate con l’impiego di prodotti di altissima qualità, molti dei quali certificati biologici, provenienti da contadini ed allevatori scelti secondo parametri di lavoro, di impiego della terra e di lavorazione delle materie prime a “zero compromessi”. Così nella farcitura della pizza viene utilizzato il Pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, il Fiordilatte bio Querceta, le carni della Macelleria Zivieri di Monzuno (BO), i capperi di Salina, la bufala bio Ponterè di Cancello di Arnone. Sono presenti anche alcuni presidi di Slow Food e prodotti Libera Terra, il tutto a prezzi accessibili.
Anche a Roma, uno dei punti di forza del locale è proprio la formula di condivisione. Con il loro motto “La pizza è il piatto italiano più conviviale che ci sia, perchè farsela da soli?”, i fratelli Aloe hanno inventato e promosso una formula degustazione che permette ai commensali di assaggiare più gusti, assaporarla sempre calda, chiacchierare durante il pasto e accompagnarla con birre artigianali, vini biodinamici e bevande italiane.
Il locale romano, composto da diverse sale distribuite su due piani con cucina a vista, vuole omaggiare l’atmosfera delle fabbriche storiche degli anni ’50, sia nella scelta delle luci utilizzate, sia negli arredi interni, che mixano pezzi di antiquario originali e contemporanei, ma dal mood vintage, ad elementi grafico-artistici ipercolorati creati ad hoc dai writers Nabla&Zibe, come le grafiche appese alle pareti che rivisitano le icone del classicismo romano in versione pop ed i wall painting in stile urban della sala d’entrata.
Nel ristorante di via Mantova 5 lavora uno staff di giovani artigiani del cibo, formati e seguiti da Massimo Giuliana, tecnico degli impasti e in squadra fin dall’inizio, dal romano Alessandro Proietti Refrigeri, chef coordinatore delle cucine di tutti i locali Berberè, e personalmente da Matteo Aloe, chef e socio fondatore del progetto. L’idea, anche per questo locale, è infatti quella di una gestione diretta, per salvaguardare l’artigianalità del prodotto, mantenendo un rapporto quotidiano con dipendenti e fornitori, nel rispetto del lavoro e della clientela. Berberè rifiuta, infatti, la logica della catena e prosegue nella crescita di un team affiatato interno all’azienda.
L’essenza e la sfida di Berberè è proprio il “lavoro” nel senso di “mestiere”, il tramandare una professionalità frutto di esperienza e di saperi. La formazione continua del proprio staff permette a Berberè di aprire nuovi locali avendo un personale altamente capace, istruito e consapevole che, a suo volta, può formare nuovi artigiani ed artigiane per trasmettere questa nuova “filosofia” della pizza.
Il locale è aperto tutti i giorni dalle 19:00 alle 23:30 e a pranzo il sabato e la domenica dalle 12.30 alle 14.30.