QUEEN MAKEDA GRAND PUB |

FullSizeRender[1]Logo-Int_nero01[2]Nomen omen dicevano i Latini, un detto più che mai calzante per una location che già nel nome porta impresso il suo destino: presagio d’eccellenza per il Queen Makeda Grand Pub, un locale capitolino intitolato alla regina di Saba e ai suoi celeberrimi viaggi, che ne hanno influenzato la filosofia e l’impostazione architettonica. Un luogo incastonato nel cosiddetto piccolo Aventino con una vocazione profondamente diversa dal pub classico di matrice anglosassone, che nel tempo ha avuto molte anime: fabbrica di mattoni nei primi anni del ‘900, autorimessa e officina più tardi, poi sala teatrale e locale storico della dance life romana anni ‘90. Il recente intervento degli architetti Roberto Mosciatti e Raffaella Mirante ha dato al Queen Makeda un aspetto raw, che ricorda un po’ lo stile industriale e un po’ l’antiquariato, contaminato da materiali e forme narranti storie diverse: alle pareti cemento, travi in ferro e arti grafiche, sul soffitto mappe disegnate ad hoc dal team dello studio Repubblica Gastronomica. L’essenzialità dei tavoli dal piano in cemento e il piede in ghisa fa da opportuno contrappunto ad altri inserti stilistici, ambiziosi arredi di 400 mq che fanno il paio con gli intenti gastronomici del team di proprietari e dello chef Marco Infante.

chef marco infante3GAMBERI CROCCANTI co#96230B130 i posti, una selezione di 40 magnifiche birre artigianali, talune assolutamente inedite, tra cui la Makeda (una bitter Ale con aggiunta di bucce di arancia e bergamotto, agrumata e di facile beva, firmata Malarazza), fanno da liquido commento a piatti che tracciano intriganti itinerari del gusto. Proposte di sapori fuori del comune, appartenenti alle gastronomie d’oriente e d’occidente, dallo Smorrebrod – tipica entrée danese a base di pane di segale, burro aromatizzato con un carpaccio di salmone strepitoso – al fragrante fritto di gamberi, croccante fino all’inverosimile, godimento all’ennesima potenza per il palato, ancor più se intinto nella salsa thai chilli d’accompagno. Eccellente anche il curry d’agnello con riso basmati profumato al coriandolo e la cheesecake destrutturata con sabbia di deliziosi biscotti ai cereali e caramello da urlo: solo alcuni dei capisaldi del Queen Makeda, che sciorina di tutto un po’, dalle zuppe alle paste, dai burger di tonno o pollo ai fish&chips di baccalà, hot dog e girarrosto. Sul kaiten del banco centrale scorrono ininterrottamente amouse bouche in vasetti Weck, ludico preambolo al pasto vero e proprio. In primavera aprirà anche il bambù garden con un’offerta dedicata.
Queen Makeda Grand Pub, Via di San Saba 11, dal lunedì alla domenica (18-2 di notte). Nel fine settimana, vero brunch internazionale e proposte inglesi tipiche del Sunday Roast.

di Clara Ippolito