La 54esima edizione del Vinitaly è stata rimandata al 2022, dal 10 al 13 aprile, per il secondo anno consecutivo la kermess sul vino italiano deve fermarsi. Si spera che per quella data l’emergenza sanitaria non avrà i numeri attuali e la fiera più importante d’Italia per il settore vinicolo potrà finalmente andare in scena. Per giorni il settore del vino si è diviso tra favorevoli e contrari alla sua organizzazione, alla fine, una nota ufficiale giunta da Veronafiere Spa ha posta la parola fine sulla questione. Intanto resta confermato, invece, il 19 e 20 giugno 2021, sempre a Verona, la decima edizione di Opera Wine con Wine Spectator. Mentre dal 16 al 18 ottobre ci sarà un evento speciale dedicato esclusivamente al b2b. Il secondo rinvio del Vinitaly rappresenta un danno soprattutto per l’economia della città stessa, sentiamo cosa ne pensano Federalberghi e Confcommercio Verona di questa situazione.
“Il rinvio di Vinitaly rappresenta un danno per l’economia veronese ma purtroppo si tratta di una scelta tanto dolorosa quanto inevitabile da parte di VeronaFiere, e quindi condivisibile, alla luce dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria”, commenta il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena.
“Bene la scelta di tenere comunque alta la soglia di attenzione e la visibilità legata alla kermesse attraverso il calendario di iniziative già programmato e l’evento straordinario che si svolgerà a ottobre. Confcommercio Verona si mette fin da ora a disposizione di Verona Fiere per individuare strategie e ulteriori iniziative sinergiche a beneficio del territorio e delle sue aziende e, inoltre, auspica il sostegno di tutti, istituzioni e privati, per remare nella stessa direzione: Fiera, Fondazione Arena e infrastrutture sono del resto i tre grandi asset su cui puntare per il futuro”. Il presidente Arena mostra perplessità e disappunto sul nuovo Decreto Sostegni e afferma: “La montagna ha partorito il topolino, il turismo, i pubblici esercizi, del commercio e dei trasporti, sono stati colpiti a causa delle chiusure dettate dalla pandemia. Gli aiuti sono insufficienti, senza aziende non ci sarà futuro, bisogna osare di più”.
A Federalberghi la cancellazione del Vinitaly non sorprende, “Abbiamo grande amarezza ma piena comprensione della decisione di VeronaFiere, per quello che è comunque l’ennesimo colpo che il sistema Verona subisce. Aspettiamo e confidiamo in un’inversione di tendenza”. Lo afferma il presidente di Federalberghi Confcommercio Verona, Giulio Cavara. A testimonianza delle enormi difficoltà che il tessuto produttivo veronese sta subendo abbiamo raggiunto telefonicamente Francesco Sergi, informatico, con il sogno di lavorare nel mondo dell’ospitalità, che nel 2020 riesce a realizzare, investendo tutti i suoi risparmi in un’attività di ricettività proprio a Verona.
Come mai la scelta di fare questo investimento in un anno così complicato per il turismo italiano?
Ero stufo di continuare a sentire che tutto andava male, che le attività chiudevano, non so se la mia è stata più pazzia o più coraggio, comunque ho investito tutto nell’Arena Suite, sperando che la situazione potesse migliorare nel breve periodo. Ora con la disdetta del Vinitaly c’è stato il tracollo. Andiamo avanti anche se facendo due calcoli la vedo davvero dura. Sono un informatico ma da anni sognavo di occuparmi di una struttura dedicata all’ospitalità, proprio mentre la stavo cercando ne ho trovata una in vendita a Verona, me ne sono innamorato e ho deciso di investirci tutti i miei risparmi. Ho automatizzato tutto per ridurre al minimo i contatti fisici con gli ospiti. Mezz’ora dopo il rinvio del Vinitaly ho ricevuto una prenotazione per il 9 aprile, per quest’estate ho alcune prenotazioni da parte di stranieri, ma davvero le posso contare sulle dita di una mano. Se tornassi indietro onestamente rifarei questo investimento perché c’è bisogno di gente che ci crede e ha voglia di andare avanti.