“Sai amico mio, ormai sono in molti a sostenere che alcuni vini del sud Italia non temono confronti con i rossi francesi di borgogna, ad esempio il naso di un nerello mascalese a me ricorda decisamente un giovane Pinot Nero”.
Disse Vofgan, primo Maitre Sommelier di uno degli stellati più autorevoli di Berlino.
Era in visita a Parigi per incontrare Will, suo caro amico dai tempi del liceo, uniti dal grande amore per il vino e dalla speranza che di questa passione potesse farsene un vero mestiere. Poi cosi è stato anche per Will, rinomato e non poco famigerato nei salotti della Parigi bene, Restaurant Manager di una terrazza mozzafiato con vista a dir poco “fotonica” sulla Torre Eiffel.
“Vofgan, tra di noi è ormai una battaglia persa, sai bene quanto ami la Francia, ma non sopporto l’arroganza del popolo francese, e non sono l’unico a pensarlo. Posseggono neanche un quarto del nostro patrimonio vitivinicolo, eppure quel poco che hanno sono in grado sapientemente di tradurlo in musica con risonanza internazionale. Ammetto che in questo sono davvero dei fenomeni.”
Rispose Will con un tenero sarcasmo, accennando ad un sorriso quasi di stampo liceale e inneggiando ad un imminente brindisi.
“Ascolta Will, la Còte d’Or è una continua esplorazione, una rinnovata conferma dell’eccellenza e netta superiorità dei vitigni francesi e della loro storicità. Il Pinot nero risale alla fine del 1300, gli appezzamenti storici a Romanèe- Contì risalgono ai tempi del Re sole, senza innesti a piede americano ma con circa 350 anelli, vigneti conservati per poi propagarne il “seme” e sedimentarne altri, un incredibile fascino mio caro amico.”
Rispose Vofgan con un tono altezzoso vagamente arrogante e presuntuoso, profondamente convinto delle proprie conoscenze enologiche (ma d’altronde ne sapeva molto di vino, per questo motivo Will non poteva che rimanere in silenzio aggrottando il sopracciglio.)
“Partendo da Fixin, frazione iniziale di una Borgogna onnipotente e di originaria vocazione napoleonica, incontriamo vini integri, identitari, che rappresentano la Denominazione di Origne perchè la vera grandezza dei francesi non è solo fare dei vini magnificenti ma fare dei vini che esaltino e rispecchino appieno la tipicità e l’unicità del loro territorio. Credimi amico mio, questa è la loro vera ossessione ed io la trovo estremamente geniale.”
Will in fondo conosceva bene la difficoltà nel contrariare Vofgan, lui era un esemplare gestore di sala ma quando Vofgan parlava di vino , attorno si creava un silenzio di contemplazione.
“E se non ti basta possiamo continuare. Gevrey-Chambertin? 14 secoli di Vini strepitosi, regali, maestosi, quasi fossero un succo di roccia, con profili olfattivi esoterici, proprio in virtù di territori i cui fossili risalgono ad età antichissime. Per poi approdare a Nuits-St.-Georges i cui vini addirittura furono un nettare medicale per il Re sole. Il noto Re di Francia soffriva di gotta e i medici gli imposero di interrompere le sue quotidiane ebrezze da champagne, pensa gli proposero di bere vino rosso di Nuits e riuscirono a guarirlo! figurati che storia amico mio! Per non parlare di un vero e proprio elisir di lunga vita che puoi trovare a Savigny Le Beaune: in un solo sorso il tuo palato viene avvolto da un esilarante calore morbido, caldo e vellutato, un nettare nutriente e salubre con un corredo di profumi che riportano alle erbe aromatiche”
Concludeva Vofgan, in piena fase di innamoramento per i vini di cui parlava.
” Caro Vofgan, posso darti ragione, condivido la genialità del popolo francese, lo vivo tutti in giorni qui sulla terrazza, sai quanti produttori incontro? Non puoi neanche immaginare. Ma ti prego, tutto posso concederti tranne che il paragone tra Franciacorta e Champagne, entrambi figli del metodo Classico /Champenoise ma per me Giulio Ferrari ed Anna Maria clementi vincono ad occhi chiusi su qualunque tipo di champagne”
Rispose Will con fierezza nazionalista, esausto di sentire continui inneggiamenti alla Francia
“Will, meglio parlarne la prossima volta caro amico mio, non vorrei annoiarti, per oggi basta così, per ora continuiamo a goderci questo nostro aperitivo, in questo bistrot cosi particolare e retrò. Sai, a proposito di Francia, questo localino sembra proprio un angolo di Reims nel cuore della capitale: Quanta magia!”