Vitalonga è una terra di confine, che custodisce il mistero di una civiltà misteriosa e legata alla storia del vino come quella etrusca. Una tradizione testimoniata nella Tenuta dalle antiche grotte vicine alla cantina e dalle “viti maritate”, connessione unica alla storia della viticoltura degli Etruschi. Passeggiando tra le vigne si trovano conchiglie preistoriche, negli Horti si scoprono le antiche varietà, mentre i boschi sono ricchi di tartufi. Vitalonga è il primo “Parco della Viticultura” (Etrurian wine park): per scoprire il vino bisogna conoscere le sue radici, il suo eco-sistema, le sue persone. La biodiversità si fa racconto tra antichità e futuro. Un percorso che dalla vigna agli Horti culmina nell’assaggio dei vini e dei sapori autentici dell’Osteria di Vitalonga.
Gli “Horti Vitalonga” sono un esercizio di memoria e di futuro. Di memoria, perché esplicitamente si ricollegano alle regole delle villae rusticae codificate da Varrone e agli spazi destinati alle colture dei monasteri benedettini: horti, pomaria (frutteti), viridaria (giardini alberati), erbaria (erbari). Di futuro, perché “realizzano” alcuni concetti fondamentali attraverso i quali vogliamo siglare un nuovo “contratto” con la natura: biodiversità, filiera corta, agricoltura biologica, bellezza, conoscenza.
Giardini che hanno l’ambizione di diventare un supporto didattico di una pedagogia dei saperi naturali, pensata per le scuole e per i giovani studenti, ma anche per visitatori di Vitalonga. Giardini che vogliono rappresentare un Mondo Possibile, un’eventualità naturale dedicata alla conservazione dei sapori e delle antiche tradizioni che caratterizzano e rendono unica l’agricultura italiana, le sue biodiversità, la sua storia.
La Tenuta Vitalonga nasce dall’amore per la terra ed il territorio, un amore antico, coltivato da generazioni e orgoglioso delle sue radici. Quotidianamente l’azienda di impegna in un programma rivoluzionario: il Projectus Viticultura di Vitalonga. Un progetto nato dalla volontà restituire alla Natura il privilegio della ricchezza, e di riportare l’uomo al servizio della natura, con la consapevolezza che la distruzione dell’ambiente inevitabilmente renderà impossibile la vita umana. Lavorare e prendersi cura della Terra considerando che è un bene che non ci appartiene, ma al quale noi apparteniamo, che va conservato e preservato per il bene dei nostri figli e delle generazioni a venire.