Tenuta Zisola, l’animo autoctono della famiglia Mazzei

Erano gli anni 2000 quando Filippo Mazzei, con il fratello Francesco, decise di allargare i propri orizzonti vinicoli per investire in una nuova zona. La terra scelta fu la Sicilia, che da un lato presenta delle similitudini con i terreni della sua amata Toscana e dall’altro produce vini da importanti vitigni autoctoni. Su questi presupposti nasce Tenuta Zisola, una piccola cantina, che punta a valorizzare proprio i vitigni autoctoni, come il Nero D’Avola, con l’obiettivo raggiunto di portare a un’ulteriore evoluzione i vini siciliani. Furono parecchi i viaggi che Filippo Mazzei fece dalla Toscana alla Sicilia per individuare il luogo perfetto per rendere concreto il proprio desiderio d’investimento, alla fine lo trovò sull’altopiano di Noto, dove i 52 ettari di vigneti, con al centro una casa in grado di accogliere ospiti e amici, proprio come lui voleva, circondato da mandorli, piante di olivo, carruba e agrumeti rese concreto il suo sogno iniziale. La scelta di produrre solo con gli alberelli, all’inizio fu molto criticata, anche per le difficoltà produttive, ma il tempo ha saputo premiarlo, realizzando vini eleganti e di gran qualità. Siamo nella zona più a sud della Sicilia a cinque chilometri dal mare, a un’altitudine di 180 metri su terreni calcarei, dove le caldi estate sono mitigate dalla buona ventilazione. La produzione ammonta a 130 mila bottiglie per un’azienda che da sempre ha lavorato in regime biologico e dal 2022 lo potrà inserire anche in etichetta.

La Sicilia è una meta turistica tanto amata anche dagli stranieri, avete risentito dello stop del turismo a causa della pandemia?

Ovviamente si nel 2020 vi è stato un vero stop anche in Sicilia e se, in estate, gli stranieri europei – che si sono spostati anche in auto – sono comunque arrivati nel nord Italia fino alla Toscana di certo non si sono spinti all’estremo Sud. Le nostre vendite dirette in cantina hanno quindi avuto un bel calo anche se i turisti italiani almeno tra luglio e settembre si sono visti e voglio essere ottimista sul secondo semestre 2021. Ad oggi abbiamo già alcune prenotazioni a partire da fine giugno.

Ha detto di aver ritrovato in Sicilia delle similitudini con la Toscana, quali sono le immagini, sensazioni, i profumi e i colori che conserva di queste due regioni?

La biodiversità è per me sicuramente uno dei comuni denominatori di queste due regioni meravigliose dove la Natura ancora è “libera di esprimersi”. La vite e l’olivo sono protagonisti in Toscana come in Sicilia ma qui, secondo me, vi è una combinazione di clima e di terroir che amplifica sensazioni, profumi, colori. In Sicilia i sapori “primari” – come quelli delle verdure per esempio – sono molto più “intensi” e la materia prima è così naturalmente straordinaria. Vera culla della biodiversità, la terra siciliana ha un “patrimonio” pazzesco in tal senso.

Ha fatto intendere che potrebbe nuovamente investire nel settore vinicolo, continuerebbe a farlo in Sicilia o punterebbe altrove?

In questo momento siamo concentrati a sviluppare ancora meglio i nostri attuali progetti, che funzionano e hanno ancora molto potenziale. Non vedo urgenze di lanciarsi in nuove avventure imprenditoriali ma non escludo che potrebbe essere una strada percorribile in futuro, forse ancora in Sicilia oppure chissà in qualche altra regione italiana dove andare a produrre un grande bianco magari.

Qual è l’insegnamento che ha ereditato da suo padre, Lapo Mazzei?

Io a mio padre devo davvero molto perché mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco fin da giovanissimo. Con estrema fiducia mi ha “fatto scendere in campo” supervisionando sempre ma lasciandomi libero di provarci. Mi ha insegnato a credere molto in quello che si fa e a portare avanti un progetto in cui si crede con fermezza, resilienza e in maniera intelligente, magari aggiustandolo in corsa ma senza mai mollare, neanche nei momenti peggiori. Il motto della nostra famiglia è proprio  Fortior in adversis”. Anche io cerco di coinvolgere il più possibile le nuove generazioni  – che sono il ponte con la contemporaneità – ma non so se lo faccio con la stessa disinvoltura e tranquillità con cui lo faceva mio padre, ci provo.

La pandemia ha frenato l’export per i vini della Tenuta Zisola?

Devo dire che anche in un annata così complicata come il 2020 l’estero ha tenuto, un piccolo calo c’è stato ma fortunatamente i vini piacciono e funzionano bene sui mercati internazionali che hanno continuato ad acquistarli.

Zisola Sicilia Noto Rosso Doc 2019 Questo vino rappresenta fortemente le volontà della famiglia Mazzei, che attraverso l’eleganza e il prezzo accessibile hanno fatto di questa bottiglia un punto di riferimento per l’intera produzione. La 2019 è una bella annata con piogge distribuite tra l’inverno e la primavera, un’estate calda e una vendemmia posticipata alla fine di settembre. La maturazione avviene per dieci mesi in piccole botti francesi da 225 litri, Carlo Ferrini è l’enologo, che ha curato il progetto iniziale della cantina, oggi sotto la guida di Gionata Pulignani, che riesce a produrre oltre 95 mila di queste bottiglie. In etichetta è presente l’impronta del dito di Francesco Mazzei, segno di un’ulteriore identificazione siciliana. Rosso rubino agli occhi, al naso impressiona con profumi fruttati tendenti all’agrumato come l’arancia sanguinella, bella freschezza al palato per un sorso pulito e dal gusto elegante.

Doppiozeta Sicilia Noto Rosso Doc 2017 La prima vendemmia risale al 2006 e nasce dalla volontà di voler produrre vini versatili adatti a tutte le situazione, senza troppi sofismi e che facessero stare bene chi li beve, questa è la filosofia produttiva di Filippo Mazzei. Buona componente acida supportata da un’ottima struttura per questo vino che viene prodotto solo nelle migliori annate. Lo si può definire il “cru” di Nero d’Avola, proveniente dalle tre particelle migliori coltivate sempre ad alberello. Vendemmia manuale e maturazione per sedici mesi in Tonneaux da 550 litri. Un vino intenso nei profumi e complesso nella sua struttura, le note di frutta matura si intersecano ai sentori di cuoio, tabacco, spezie e cacao, sorso equilibrato per un finale destinato a prolungarsi nel tempo.