Ciao Alessandro tra le Stelle.

Sulla morte non c’è niente da capire, sulla morte ingiusta, ancor peggio, niente che la possa spiegare, motivare. Il telefono squilla, è mattina presto. Dall’altra parte ti attende una notizia difficile anche solo da ascoltare. Le parole si sovrappongono, si rifiutano di mettersi in fila per formare un senso compiuto: “Alessandro Narducci stanotte ha avuto un incidente mortale“. La frase rimbomba nella testa, nella stanza, il pensiero rimbalza da una parete all’altra, sgomento, paralizzato da una notizia assurda che rabbuia il cielo mattutino.

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Quell’attimo fatale si chiama incidente stradale. Il rumore è forte, fortissimo, squarcia la notte di lungotevere Vittoria, all’uscita di Vinòforum, manifestazione della quale Alessandro era tra i protagonisti. Classe 1990, dopo una gavetta nei più esclusivi ristoranti di Roma con una breve deviazione su Dubai, Alessandro Narducci, nel pieno del successo professionale, e socio di Angelo Troiani, suo maestro e mentore, teneva salde le redini di «Acquolina Hostaria in Roma» trasferita a via del Vantaggio, all’interno del First Luxury Art Hotel, dove aveva traghettato il suo amore per la cucina di mare, sofisticata e di sapore, mai banale.

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Tra i tanti eventi cui prendeva parte e tra i meritati riconoscimenti ci sono le edizioni di Excellence, il recentissimo Dressage tra le stelle a Piazza di Siena, Identità Golose dove aveva portato la sua “Identità di Pasta”, il Vinofòrum, il Taste of Rome, le attività più goliardiche come l’Excellence FoodBall Cup; poi Milano al Taste On Top, il temporary roof e quella tua immagine che brillava imponente e che ti faceva ironizzare con Pietro Ciccotti, editore di Excellence, ma soprattutto tuo amico, compagno di risate e sfottò calcistici: “oh, mi sento più famoso di Belen!“.

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Poi la Stella Michelin due anni fa e giovedì 21 giugno, nelle prime ore del solstizio d’estate, anche le Due Forchette assegnate dalla Guida 2019 del Gambero Rosso. E proprio poche ore dopo, in quella notte tra il 21 e 22, doveva invece chiudersi il libro della sua vita. Quello suo e quello di Giulia Puleio, che aveva 25 anni e condivideva con Alessandro una passione lunga una vita, quella per la cucina.

Dolore che si somma a dolore, ingiustizia che si somma ad ingiustizia, e che rende tutto ancora più drammatico e più difficile da digerire così com’è, folle e surreale, nella nauseante stordita consapevolezza che tutto, tutto può cambiare, e che qualunque progetto o sogno può essere infranto in un tragico attimo.

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La verità è che ci mancherai tantissimo Alessandro, bel cuore nella tua bella testa, sempre sorridente, divertente, spontaneo, disponibile ed affidabile, intraprendente e testardo.

Tu, altruista ed appassionato del tuo lavoro, fino al punto, se l’occasione l’avesse richiesto e permesso, di indossare al volo un grembiule per aiutare, pure se stanco, anche le brigate non tue. Tu mancherai alla nostra brigata, quella di Excellence. Tantissimo. Ciao Alessandro tra le stelle.