Helmuth Köcher, patron del Merano WineFestival ospite a #whateverittakes, conferma le date dell’edizione 2020 e promuove l’asse Milano – Merano per il rilancio del settore vitivinicolo italiano.
L’edizione 2020 del Merano WineFestival si farà?
Le date del Merano WineFestival rimangono confermate, per ora. Quindi la manifestazione si svolgerà dal 6 al 10 novembre 2020.
Il format e la location resteranno gli stessi? Tutti ci aspettiamo norme restrittive soprattutto in occasione di eventi con grande affluenza di pubblico.
Ritengo il format del Merano WineFestival, la città di Merano e le sue location, in primis il Kurhaus, ideali nel loro piccolo, proprio in questi momenti in cui stiamo imparando a valorizzare di più il tempo e anche i singoli contatti e spazi. Di fronte a misure che regolano distanze e assembramenti molto probabilmente dovremo considerare aspetti organizzativi nuovi che garantiscono una distribuzione più omogenea delle aziende sulle varie giornate con diverse tematiche. Molto probabilmente dovremo ridurre le capacità giornaliere sia come presenze di produttori che di visitatori. Questo ci induce a riflettere su una riorganizzazione con una nuova suddivisione degli spazi che da una parte tenga conto delle distanze di sicurezza e dall’altra ci dia la possibilità di farci dimenticare questi momenti particolari creati da un virus, dandoci la possibilità di vivere insieme in ampi spazi emozioni in un contesto unico come quello del Kurhaus di Merano. Quest’anno l’anfiteatro delle montagne, la purezza della natura e la magia della storia di Merano diventeranno un unico palcoscenico insieme al Merano WineFestival 2020. Merano diventerà la città del vino d’Italia 2020 e lancerà un messaggio importante in tutto il mondo: uniamo le nostre emozioni e le nostre sensazioni per rafforzare il valore dell’Italia e di tutti i suoi cittadini grazie al vino e alle raffinatezze culinarie; insieme sono come un’orchestra che con i suoi canti e suoni valorizzano storia, cultura e tradizioni millenarie.
Pensa di attivare nuove partnership al fine di garantire il successo dell’iniziativa?
Si assolutamente ne sono convinto. L’obiettivo non è quello di organizzare un evento per creare business, ma quello di unirci e fare squadra per creare nuove basi di strategie di marketing e di posizionamento. Nell’unione sta la forza per trainare tutto il settore vitivinicolo.
Sicuramente le aziende vinicole vi stanno contattando per informazioni in merito all’edizione 2020.
Attualmente tante aziende ci contattano e ci chiedono informazioni. Noi garantiamo il nostro impegno nella degustazione e valutazione di tutti i prodotti che ci vengono inviati. Indipendentemente dall’organizzazione di eventi, ogni prodotto premiato con The WineHunter Award sarà inserito in un piano di comunicazione congiunto che tra l’altro comprende anche la partnership con un portale e-commerce. Nello spirito dell’unione che fa la forza, il nostro impegno è proprio quello di dare la massima visibilità e promozione ai prodotti selezionati, senza generare costi alle aziende. Quindi il nostro obiettivo è quello di garantire l’organizzazione del 29.mo Merano WineFestival anche con eventuali cambiamenti.
Se il virus sarà clemente non facendo ritorno in autunno, il Merano WineFestival sarà uno dei principali eventi che avranno la possibilità – e la responsabilità – di rilanciare il settore vinicolo dopo l’emergenza sanitaria.
Mi rendo conto della responsabilità e sono convinto che Merano e l’Alto Adige sono l’habitat “par excellence” non solo per rilanciare il settore vinicolo italiano, ma anche per rilanciare tutti i valori Made in Italy creando un vero e proprio hotspot soprattutto a livello mediatico. Uno dei motori dell’Italia è il vino e il nostro impegno è quello di dare un contributo per farlo ripartire a pieni ritmi e creare solidarietà anche a livelli internazionali.
È in contatto con gli altri organizzatori di grandi eventi in Italia?
Attualmente abbiamo creato una trade union con la Milano Wine Week per creare un ponte che leghi Milano a Merano tra ottobre e novembre. Oramai sto osservando che tanti eventi di vino e di gastronomia vengono spostati ai mesi di settembre e ottobre 2020. Non lo vedo molto positivo in quanto dopo una situazione di emergenza non possiamo creare un peso alle imprese del settore vitivinicolo e gastronomico che invece avrebbero bisogno di azioni unite che seguono un fil rouge. Rischiamo di mettere sotto pressione i singoli produttori che si trovano a dover decidere dove partecipare. A mio avviso i produttori in questo momento hanno bisogno di essere considerati e rispettati in un contesto di promozione e visibilità che li porti a rafforzare la convinzione di ripartire. L’unione fa la forza. Questo è il leitmotiv. Quindi invito nuovamente tutti gli organizzatori di eventi enogastronomici importanti che hanno comunicato di organizzare un evento nei mesi di settembre/ottobre/novembre a voler collaborare insieme per trovare un intento che sia un riferimento importante e un credo nella rinascita di un paese unico come lo è l’Italia. Non solo questo ma che tracci anche un percorso futuro dove l’Italia dimostra di essere unita!
Molte aziende stanno iniziando ad avere difficoltà economiche, ritoccherete i prezzi di partecipazione?
Parlare ora di aspetti economici in un momento in cui non abbiamo ancora un piano preciso del dopo Covid-19 è prematuro. Bisognerà aspettare almeno fino alla fine di giugno 2020 per valutare bene tutte le possibilità che potremmo e dovremmo sfruttare dal 6 al 10 novembre 2020.