Associazione Vignaioli in Grottaferrata:” Ripartiamo dal territorio”

Questo periodo di lockdown ha dato vita a collaborazioni tra aziende grandi e piccole. Gli imprenditori in difficoltà hanno capito che per ripartire l’unione fa la forza, che è importante collaborare, che è necessario creare un sistema di rete. Da anni si sente parlare di rete, di rete sul digitale, di attività sinergiche che avrebbero incrementato vendite e ampliato business. Sistemi rimasti sulle carte, idee e filosofie di gestione che nella pratica hanno operato poco.

Storia e territorio diventano simbolo e comune denominatore di queste azioni sinergiche. Perché parlare di sinergia significa condivisione di valori e ideali, senso di appartenenza a un territorio, crescita attraverso la promozione e la valorizzazione. Lavorare in sinergia significa fare ed essere tutto ciò e in nome di ciò creare conoscenza di un territorio. Nel mondo del vino questo è ancora più palese. Gli esempi da nord a sud sono tanti e sono molte le cantine che si associano con un obiettivo ben chiaro e definito: è il territorio a diventare protagonista. Sono il territorio, la sua storia, le tradizioni e le tipicità che vengono messi al primo posto, fonte di una narrazione importante che diventa promozione per chi in questo territorio ci vive, lavora e produce. Intorno a questo concetto nascono le vere reti tra gli imprenditori e la vera rivoluzione arriva dal basso. È proprio dal locale che si muovono i passi con la consapevolezza che se non si promuove e fa conoscere un territorio non crescerà mai la sua economia.

Uno degli ultimi esempi nati nello scorso mese di aprile, in piena quarantena, arriva dalla campagna romana, da Grottaferrata per la precisione con l’Associazione Vignaioli in Grottaferrata, Storie di Vino. Grottaferrata è una cittadina nel cuore dei Castelli Romani, che si è voluta ritagliare il suo spazio personale, il suo microuniverso, per mettere in evidenza cantine e ristorazione di qualità.

Come racconta Tiziana Torelli, presidente dell’Associazione:Se ne parlava già nell’autunno pre-covid, progetto che si è concretizzato realmente in questo periodo di quarantena. La mission che ci siamo posti si riassume nelle parole, “storie di vino” che abbiamo adottato. È stato un percorso fatto di confronto e dialogo tra i ristoratori, i vignaioli e i commercianti del luogo che ha sempre voluto porre l’accento sulla coesione tra le parti, la conoscenza di ciò che facciamo e produciamo deve essere promossa da tutti, le nostre storie raccontate da più voci”.

I castelli Romani sono un territorio di grande ricchezza naturalistica, enogastronomica e storica e Grottaferrata le racchiude tutte nel suo piccolo, soprattutto dal punto di vista del vino e della sua produzione. “Siamo alle pendici dei Colli Albani – continua la presidente – tra il cratere del vulcano laziale e la Valle Marciana. Il vino è una delle sue produzioni peculiari. I vigneti sono una delle nostre ricchezze sia dal punto di vista paesaggistico del nostro territorio, che storico e culturale. Noi vogliamo proprio partire dalla vigna, raccontarne il lavoro, la storia, la qualità dei nostri prodotti, che non è ancora del tutto conosciuta. Il vino del Lazio ha vissuto alterne vicende, in particolari il Frascati, che solo ora tenta di recuperare la fama dei tempi d’oro grazie al lavoro appassionato di valorizzazione del territorio e basato su una qualità riconosciuta e ricercata”.

Ai vignaioli si uniscono i ristoratori di qualità di Grottaferrata, rappresentati da Massimo Pulicati, meglio conosciuti come l’Oste e titolare de L’Oste de la Bon’Ora, che promuove da sempre il territorio e i suoi prodotti tipici e come sottolinea: “da anni ho l’idea di mettere insieme i ristoratori e sul territorio ho sempre cercato di lavorare in nome della qualità e della sinergia. Ora siamo dieci ristoranti, che non vogliono fare differenza tra ristorazione di serie a e di serie b, ma valorizzare l’enogastronomia in un lavoro sinergico con i vignaioli stessi”.

Si è passati dalla teoria alla pratica senza perdere tempo. Lo scorso 20 e 21 giugno, infatti, il gruppo di vignaioli in Grottaferrata hanno aperto le porte delle loro cantine con l’iniziativa cantine e cucine aperte, un momento di rilancio del territorio e del suo comporto enogastronomico. “C’è la necessità di riportare le persone ai Castelli Romani, c’è bisogno di una riscoperta importante che ridia il valore non solo al territorio, ma anche e soprattutto al vino, considerato l’alta vocazione tra terreni e microclima che abbiamo e che gioca a nostro favore. È necessario andare avanti e crescere, scrollandosi di dosso tutti i vecchi stereotipi”, sottolinea ancor di più Tiziana Torelli

Anche noi abbiamo partecipato a questo tour delle cantine di Grottaferrata, che è stato ostacolato dalla pioggia della domenica pomeriggio. Due le aziende visitate, Cantine Emanuele Ranchella e Cantine Gabriele Magno, due produzioni diverse, due mondi diversi anche se accomunati dal territorio. Con Ranchella abbiamo scoperto la storia del suo Ad Decimum, un Roma Doc, la ripresa poi del Trebbiano Verde che finalmente è diventato il suo Virdis e ci siamo fatti portare a spasso tra le vigne insieme alle storie di una tradizione antica che si lega al Papa e a alla storia tecnica del Cannellino. Da Gabriele Magno siamo in piena Valle Marciana, una piccola costruzione in mezzo alle vigne dove si produce il Frascati dal 2015, prima vendemmia da assaggiare (noi lo abbiamo fatto e l’esperienza gustativa è sorprendente). Oltre al Frascati nelle sue declinazioni Superiore, Riserva e La Torretta, c’è poi il Cesanese, un prodotto che si distacca totalmente dall’idea di Cesanese classico e che non vuole affatto emulare o competere con i territori delle doc, ma essere qualcosa di diverso, per poi concludere con il Cannellino, vino passito simbolo di questi territori. La bellezza di questi luoghi e dei momenti trascorsi è stata la condivisione delle storie e di un’accoglienza amichevole, dove il vino unisce e crea atmosfere conviviali.

A questo punto il tempo era finito e il meteo ci ha messo in difficoltà nella continuazione di questo piccolo tour enologico, che per il momento diamo solo come rimandato.

I vignaioli del gruppo sono: Cantine Emanuele Ranchella, Cooperativa Agricoltura Capodarco, Villa Cavalletti, la Torretta, Castel de Paolis e Cantine Gabriele Magno.

I ristoratori del gruppo sono: Il Cavallino in villa, La Briciola di Adriana, La Casina del Buongusto, La Cavola d’Oro, L’Oste della Bon’Ora, Ristorante Mangiafoco, Taverna dello spuntino, Taverna Mari, Osteria del Fico Vecchio.