Se la da un lato le stagioni del lockdown ci hanno costretti in casa per lunghi mesi, dall’altro sembra che, proprio in un simile contesto, si sia scatenata l’inventiva di chi finalmente ha scelto di tirare fuori il sogno nel cassetto a lungo covato, e trasformarlo in realtà. A Grezzana, nel veronese, la storica cantina Bertani ha messo a punto la linea di vini Valpolicella Valpantena e la nuova annata dell’Amarone Valpolicella Classico, scegliendo gli ampi e rassicuranti spazi dell’azienda per una presentazione in pieno stile Bertani “fatto di valori solidi e definiti, che fungono da fondamenta e insieme ne rappresentano l’identità” come spiega Ettore Nicoletto, CEO e Presidente di Bertani Domains. Una valle importante, quella della Valpolicella Valpantena, la prima ad est della città dove nel 1857 nasce la produzione della maison veronese.
I vini della nuova linea – Valpolicella Valpantena, Valpolicella Ripasso Valpantena, Amarone della Valpolicella Valpantena e Recioto della Valpolicella Valpantena – esprimono grinta e freschezza, quattro etichette combattenti che incarnano tutta la potenzialità di vitigni come la Corvina veronese e la Rondinella e non sfigurano nella presentazione accanto al blasonato fratello maggiore, l’Amarone Valpolicella Classico annata 2012, il vino che ha fatto la storia di Bertani. “Ci sono due modi di essere per l’Amarone – spiega l’enologo Ernesto Barbero -. Un vino eccezionale, impressionante per concentrazione e longevità, oppure un grande rosso dalle caratteristiche più umane, di facile bevibilità. L’Amarone della Valpolicella Classico Bertani ha centrato il punto di equilibrio tra queste due versioni: è un vino esagerato, ma senza esagerare”.
Ma se è vero che a questa azienda sono state dedicate pagine e pagine delle principali guide e testate di settore, vale la pena accogliere la testimonianza di chi, ancora oggi, ricorda l’emozione della prima volta in cui ha fatto ingresso in questo tempio dell’enologia italiana. “Quando sono venuto qui a lavorare non avevo mai visto l’azienda, vengo da una famiglia di viticoltori della Valpolicella e oltrepassare questo cancello mi ha provocato una grande emozione – ricorda Andrea Lonardi, direttore operativo Bertani Domains -. Il fascino qui non è concentrato solo nella bellezza dei luoghi, ma anche nell’atteggiamento delle persone che ci lavorano. Secondo alcuni siamo talebani, ma è anche questo che ci rende unici”. L’attuale cantina si sviluppa su tre piani, un mix di vecchio e nuovo che si incontra fatto di legno, acciaio e cemento. E proprio nelle vasche di cemento lo sguardo si sofferma: “Saranno riutilizzate nel prossimo futuro – assicura Lonardi – sono rivestite di vetro di Murano, ma l’arrivo dell’acqua calda negli anni Sessanta le ha rovinate; le ricopriremo con il carbonio e le potremo riutilizzare”.
La discesa in cantina ha un che di rituale sacro e ci conduce al cospetto di numerose annate di Amarone e Ripasso. “Gli ultimi grandi lavori fatti dal 2012 con l’acquisizione da parte della famiglia Angelini sono stati la gestione dell’aria in cantina e dell’acqua con cui ionizziamo ogni giorno l’aria – prosegue -. A livello umano, è stato costituito un gruppo di lavoro giovanissimo, i nostri enologi sono al massimo trentenni ed è grazie alla loro passione che si rafforza il lavoro”. Le uve lavorate sono esclusivamente di proprietà o provenienti da fornitori “con cui abbiamo rapporti di lunga data” tiene a precisare Andrea Lonardi. Ma cosa rende così particolare l’annata 2012 di Amarone Valpolicella Classico? “Abbiamo riportato le vecchie botti di Villa Novare ed eliminato completamente le barrique – risponde Lonardi -. Preferiamo il rovere di Slavonia al ciliegio e al rovere francese perché le uve sono sempre più mature e più buone. Quello che 20 anni fa non era possibile fare oggi lo è, stiamo vivendo un rinnovamento. Abbiamo reimpiantato 5 biotipi di Corvina, particolare fondamentale per un amarone di qualità. Infine abbiamo reintrodotto l’utilizzo delle fecce, per questo ci sono vini che non hanno mai subito un travaso e questo dona longevità, elemento per noi importante. Ci interessano vini meno immediati forse, ma che durino nel tempo”.